Di tutti i libri di Primo Levi sull’ esperienza vissuta nei lager nazisti, SE QUESTO E’ UN UOMO è forse il libro più conosciuto e più letto. Cosa si può dire ancora che non è stato detto sul Giorno della Memoria, cioè il 27 gennaio, per continuare a ricordare e per non riuscire a dimenticare? Gli orrori dei lager nazisti sono noti a tutti, anche se molti si ostinano ancora a negarne l’esistenza. Il 27 gennaio del 1945, l ‘Armata Rossa sovietica libera i prigionieri del più tristamente famoso dei lager: Auschwitz. Primo Levi era lì; sopravvissuto agli orrori più indicibili, alla sofferenza più atroce, alle abiezioni più incredibili. SE QUESTO E’ UN UOMO racconta, riferisce, testimonia; e il suo messaggio più importante sembra essere: non perdere mai la propria dignità nemmeno nelle condizioni più estreme di vita! Oggi quasi tutti i sopravvissuti ai lager nazisti sono morti, quasi più nessuno può raccontare in modo diretto ciò che ha patito e vissuto in quei campi. Il mondo non deve dimenticare. Il mondo non dovrà dimenticare. Anche se nel mondo le guerre, le deportazioni, i genocidi non sono finiti e chissà se mai finiranno. Se la memoria degli orrori che l’ Europa ha vissuto nel ventesimo secolo si tramanda, ci potrà almeno essere la speranza che simili cose non accadranno in futuro o quantomeno si saprà sempre che sono accadute quando sarà la Storia a giudicare? Sì, auspichiamo di sì; pensiamo di sì; crediamo di sì.
Francesca Rita Rombolà
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