Turlough O’ Carolan ( 1670 – 1738) è il più famoso dei suonatori d’ arpa irlandesi e l’ ultimo bardo (poeta itinerante che accompagna i propri versi con il suono dell’arpa) della grande tradizione celtica che risale a tempi molto antichi ( a secoli prima di Cristo). Musica e poesia sono inseparabili nella storia letteraria irlandese; talvolta formano un binomio affiatato, ma molto più spesso sono un’ unica realtà che ha delle peculiarità piuttosto particolari. Una fra queste è la ballata (genere poetico vivace ed epico) accompagnata sempre dalla musica; un’ altra è la musica suonata con l’ arpa (strumento musicale talmente radicato nella cultura irlandese tanto da essere l’emblema nazionale per eccellenza, che appare anche sulla bandiera del Paese). Il bardo Turlough O’ Carolan cantò le antiche ballate e ne compose di nuove, accompagnandosi con l’ arpa, come forse pochi hanno fatto nella lunga e affollata tradizione dell’ Isola. NED DELLA COLLINA non è stata composta da lui, esisteva già da tempo; però egli l’ ha interpretata con una forza e una passione che mai nessuno aveva fatto prima e mai nessuno fece più dopo. La ballata racconta la storia di un fuorilegge irlandese che lotta contro gli oppressori inglesi da una parte, mentre dall’ altra si presenta quale figura di bandito che sottrae ai ricchi per dare ai poveri quasi come un emulo di Robin Hood. In questo frammento, una voce di ragazza forse, chiede chi batte alla sua porta con tanta passione nella voce; e dall’ altra parte qualcuno risponde di essere Ned della Collina, forse braccato, forse solo stanco; chiara immagine di chi vive alla macchia ed è costretto perciò ad errare in mezzo agli elementi della Natura, in questo caso la pioggia e il freddo. I versi sono immediati e semplici, tuttavia di forte impatto emotivo poichè, infatti, denotano l’irruenza spontanea connaturata al carattere irlandese. Si dice che Turlough O’ Carolan suonasse l’ arpa celtica eptocorde ( cioè a otto corde) in modo quasi divino, e che la magia di quel suono intenso, profondo, liquido come la pioggia d’ Irlanda e soave come il mormorìo del suo vento, incantasse ricchi e poveri, nobili e plebei, oppressi e oppressori. Non è retorico o esagerato affermare che la musica e la poesia celtiche sono di per sè una sorta di magia che incantano chi le ascolta, e hanno un potere di evocazione dal sovrumano e dallo spirituale che nessun altra componente etnica possiede.
Il St. Patrick’ s Day, il 17 marzo giorno di San Patrizio patrono d’ Irlanda, gli irlandesi in patria e nel mondo regalano alla musica e alla poesia un momento di vitalità, di esuberanza, di festa che contagia chiunque si trovi loro accanto, immergendolo in una sognante atmosfera di gioia.
Francesca Rita Rombolà
NED DELLA COLLINA
Chi c” è la fuori,
Con la passione nella voce,
Che batte alla mia porta chiusa?
Sono Ned della Collina
Bagnato fradicio e infreddolito
Per aver camminato per monti e per valli.
Antica ballata irlandese ( frammento) cantata dal bardo Turlough O’ Carolan
Un commento
Happy San Paddy’s day to everyone!!!!
An Old Celtic Blessing :
May the blessing of light be on you—
light without and light within.
May the blessed sunlight shine on you
and warm your heart
till it glows like a great peat fire.