La verità di Mito e Poesia -WALTER FRIEDRICH OTTO

21 Marzo 2012

Walter Friedrich Otto

Ogni poesia in senso alto è dunque mitica e non nel senso di un’opera della fantasia (soggettiva), ma, nel significato più oggettivo possibile, come annuncio della verità dell’ essere, la quale, come ben sa ogni vero poeta, accade soltanto grazie ad un’autorivelazione dell’essere, motivo per cui, in ogni sua forma non viene a manifestazione un aspetto dell’ essente ma l’ essere nella sua totalità. E’ per questo che le forme della poesia in senso alto sono dinamiche come il mito, cioè: esse afferrano l’anima dell’uomo concedendole il miracolo di percepire, anche se soltanto per un attimo fuggevole, la profondità d’ essere di tutte le cose, di contemplare come in un lampo il volto divino della realtà universale, nel suo complesso… E finchè vi sarà chi è in grado di ascoltare, finchè vi saranno poeti nel vero senso della parola, la Poesia e il Mito potranno parlare, e parleranno ancora e sempre nella loro originaria purezza.

(Virgolettato di Walter Friedrich Otto, fra i maggiori studiosi contemporanei della filosofia e della religione della Grecia antica)

Ogni vero poeta sa che l’ispirazione viene sempre dall’esterno, cioè da un mondo numinoso che trascende la dimensione spazio – temporale nella quale siamo immersi e viviamo, sia che la si definisca musa o nume, demone o soffio dello spirito di Dio. Il suo compito consiste nel porsi in ascolto di questo qualcosa di terribile e di meraviglioso insieme e di trasporlo in versi, cioè in poesia, per ogni uomo o donna. Quando l’afflato poetico si estende a tutte le cose nella loro intrinseca unità e a ogni cosa separata eppure indissolubile dalle altre e, mediante il potere della parola, le rende metafore vive, cioè che si animano e prendono vita per entrare nell’ anima e aprirla sulla vastità dell’ Universo e al senso del divino o comunque a un senso di levità che la innalza dalle bassezze allora è sorto, quasi come per incanto, il Mito. La Poesia ha creato il Mito. E il Mito, come capacità di raccontare, di descrivere, di trasferire la propria essenza all’ interlocutore è diventato tutt’ uno, una cosa soltanto con la Poesia. L’ essenza stessa della Poesia. E’ in pericolo oggi la Poesia? E’ in pericolo il suo ascolto nel mondo? Non vi sono più orecchi esteriori che sanno ascoltare e orecchi interiori che sanno percepire? Speriamo di no; perchè è lecito anche sperare l’ insperabile per tenere lontano il gelo della morte dell’ anima e dei sentimenti e la sopraffazione del Male. I sentimenti, profondi e universali, si sono estinti? Forse no? O forse sì? Eppure, nell’ era dei sentimenti estinti, canto e parola esistono ancora, fluiscono ancora per tentare di dare continuità al passato in un presente tenebroso che stordisce e acceca, nel tentativo, difficile e rischioso, di gettare un ponte con l’ inimmaginabile futuro.

Il 21 marzo è stata proclamata, dall’ UNESCO, Giornata Mondiale della Poesia. E’ anche il primo giorno di primavera: la fine del solstizio invernale e l’ inizio dell’ equinozio primaverile. Non è forse un caso che sia stato scelto proprio questo giorno da dedicare alla Poesia, l’ espressione più alta dello spirito umano; perchè la Primavera come la Poesia rendono lieti e trasformano gli esseri umani dal di dentro.

Francesca  Rita  Rombolà

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