MYRICAE è una fra le più belle raccolte di poesie di Giovanni Pascoli. Essa prende il titolo dal nome latino di un piccolo arbusto sempreverde, le tamerici, che secondo una immagine virgiliana molto simbolica simboleggiano una forma di poesia semplice, di piccole cose e di vita agreste. Il componimento TEMPORALE fa parte appunto di questa raccolta poetica. Un settenario, cioè sette versi che si soffermano in istanti brevissimi, più che sulla descrizione del temporale, sulle sensazioni, supportate dalle immagini, che ogni verso riesce a suscitare e a imprimere nel lettore. Il tuono rumoreggia ancora in lontananza e nei puntini sospensivi che concludono il primo verso della poesia si ravvisa forse la sospensione del tempo e l’ incertezza dell’evento meteorologico, che può essere all’ inizio o in prossimità dell’inizio o anche alla fine o verso gli ultimi bagliori del suo manifestarsi. La linea dell’orizzonte sembra inesistente: il cielo rosseggia verso il mare, mentre è nero verso il monte; purtuttavia non esistono direzioni precise: come caos, sconvolgimento della Natura e quindi del cielo e della terra, il temporale ha cancellato i punti di orientamento così preziosi per gli uomini. Unica traccia sono forse i resti di nuvole bianche, che spaziano leggere nella vastità indefinibile del paesaggio. Il nero pare, in un primo momento, prevalere quale colore simbolo di morte o di mistero o di un senso incombente dell’ignoto: il cielo nero e tra il nero un casolare, forse abitato o forse disabitato; spettrale oppure piantato come un rifugio sicuro nella violenta desolazione della tempesta. Ma l’ultimo verso vuole quasi ristabilire l’ordine, la quiete, la pace, perchè nel nero si insinua un’ala di gabbiano, e il gabbiano è bianco e la sua ala è una scia di luce sottile che schiarisce e ridesta, quasi fa strada dove non ci sono strade: il bianco, il colore simbolo della vita, della rinascita, della gioia e della purezza, si fa avanti lentamente contrapponendosi a tutto quel nero e infine, sicuramente, prevalendo.
Nel centenario della morte del poeta Giovanni Pascoli ( 6 aprile 1912 – 6 aprile 2012 ) vogliamo, contemplando un temporale alla fine o in arrivo ma ancora in lontananza, cercare di provare tutte le sensazioni contrastanti che le sue immagini riescono a suscitare in noi, ricordandoci del bianco e del nero, colori – simbolo contrapposti e importanti nella Natura come nella vita.
Francesca Rita Rombolà
TEMPORALE
Un bubbolio lontano…
Rosseggia l’ orizzonte,
come affocato a mare;
nero di pece a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ ala di gabbiano.
Giovanni Pascoli
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