Un annuncio ludico che travalica mondi, civiltà, epoche della Storia – PO-CHU-I

21 Marzo 2013

La fine dell’inverno è sempre molto attesa. La primavera porta ogni volta una ventata nuova di colore, di vita, di musicalità e appunto di poesia. Non è un caso (ripeto sempre), credo, se proprio il 21 marzo è stata proclamata dall’UNESCO Giornata Mondiale della Poesia. Tutto si trasforma, tutto si risveglia, tutto rinasce, tutto si rinnova: dagli animali alle piante; dall’uomo agli astri notturni, quali il sole e la luna, alle costellazioni nei cieli lontanissimi dell’Universo. E’ un tripudio di gioia, di serenità, di esplosione improvvisa di energia sopita che forse si credeva perduta per sempre. La primavera non è solo una stagione dell’anno che si ripete rispettando un ciclo biologico quasi immutabile, essa è anche una stagione della vita di ogni essere che viene al mondo; metafora di un tempo coronato da sogni e da spensieratezza, da progetti ideali e dal vigore prorompente della giovinezza. La Poesia è primavera degli esseri, delle cose, del Creato; tempo elargito come un dono prezioso anche ad una foglia trascinata dal vento o a un insetto, la cui esistenza si consuma in un battito di ali soltanto. La Poesia canta da sempre la primavera; la primavera si dona alla Poesia in un annuncio ludico che travalica mondi, civiltà, epoche della Storia. E allora, dopo un inverno lungo o breve, rigido o mite ma comunque portatore di un freddo che non è sempre o solamente materiale(il freddo dell’anima, del cuore, il freddo dello spirito talvolta può essere anche mortale o totalmente paralizzante) al quale si può perfino non sopravvivere, il primo giorno di primavera è normale che ci si senta rimescolati completamente, dentro e fuori, e si abbia voglia di far festa: di cantare, di danzare inneggiando a un tempo nuovo che sempre ritorna e porta con sé il vento caldo della speranza anche là dove non è più possibile sperare: fra i sepolcri e le tombe, o presso quella terra, gente o persona gelida e dura inaridita dal male e da un cattivo operare. Non si può celebrare questa giornata se non parlando di poeti e di Poesia, e lo faremo parlando di un poeta molto lontano nel tempo e nello spazio, ossia di PO – CHU – I poeta cinese nato in T’ai – yuan nello Shan – si nel 772 d.C. e morto nell’846. Egli divenne membro dell’Accademia Imperiale di Cina dopo aver brillato negli studi umanistici. Fu anche un eccellente uomo politico, infatti ebbe varie cariche ufficiali nella capitale dell’impero e fu governatore della città di Hang – Chow nell’822 e di Shu – Chow nell’825. PO – CHU – I è considerato uno dei più grandi e importanti poeti cinesi dell’età antica. La caratteristica principale della sua poetica è la semplicità, l’amore per la vita e per la Natura così come ci vengono date, senza complicazioni, manipolazioni e perversioni attuate dall’uomo nei loro confronti, e l’attaccamento salutare alle piccole cose. Di lui si racconta che leggesse i suoi poemi a una vecchia contadina e che cambiasse, di punto in bianco, le espressioni che ella non capiva. Le sue poesie satiriche però, spesso molto pungenti e precise, lo fecero cadere diverse volte in disgrazia presso l’imperatore. I suoi scritti sono stati raccolti e commentati più volte in numerose edizioni cinesi. I suoi poemi e le sue poesie sono state tradotte anche in diverse lingue del mondo e non in ultimo, certo, in italiano. Un sentimento molto profondo e spesso indefinibile traspare dai versi di PO – CHU – I, che sembra collocare la Poesia al di fuori di un tempo umano proteso nelle sue dimensioni più comuni, cioè il passato e il futuro. PRIMAVERA è il titolo di un componimento poetico che colpisce soprattutto per l’intensità dei toni e dell’uso della parola: un uso della parola direi moderno, attuale, vivace. Quanta profondità di accenti vi è nella riscoperta della primavera da parte del poeta ormai vecchio e stanco forse nel corpo ma non nello spirito, poiché riesce a cogliere per intero la novità e la bellezza del ritorno ciclico della primavera, traendovi da esso delle energie di rinnovamento sconosciute e quasi sovrumane. Esse lo impongono, con vittoriosa superiorità, alla stupida considerazione dei giovani disattenti, in particolar modo, che non sanno capire e cogliere proprio questo attimo di tempo (la primavera) che ci scalda il cuore, ci rinnova, ci infonde la speranza e la vita.

PRIMAVERA

E’ caldo il sole di T’ien – Kung; è aperto

l’uscio della pagoda;

sono salito da solo, e quassù

bevo un bicchiere di vino,

brindo alla primavera.

Giovani innumerevoli

mi guardano stupiti da lontano;

per quale ragione il più vecchio di tutti

è arrivato primo?

Poesia tratta da “Poesie e Poemi” di PO – CHU – I

Anche il cantautore Franco Battiato, come tanti compositori di musica classica o autori di canzonette, ha dedicato alla primavera, tempo della vita e della Natura che fugge e ritorna, una canzone molto coinvolgente per l’intensità della musica, delle parole, dei temi trattati il cui titolo è RISVEGLIO DI PRIMAVERA.


Francesca  Rita  Rombolà

Nessun commento

Lascia un commento

Poesiaeletteratura.it is Spam proof, with hiddy