Di tutti i personaggi usciti dalla fertile penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, il commissario Montalbano è forse, in un certo senso, quello più riuscito stilisticamente e letterariamente. Ma è anche quello più popolare e più conosciuto dai lettori più vari e più diversi. Forse non credo di esagerare se dico che questo personaggio ha fatto, in fondo, la fortuna del proprio creatore. Salvo Montalbano è un commissario di polizia di una cittadina immaginaria nel cuore della Sicilia, che ha nome Vigata. Una cittadina che di inventato ha forse soltanto il nome poiché, per il modo realistico in cui viene presentata, potrebbe essere benissimo una qualunque cittadina della Sicilia, con tanto di strade e stradine inondate da un sole stupendo, palazzi, monumenti e chiese barocche immersi in un tempo che scorre lento e a ritroso, intercalato da un paesaggio naturale esotico e pienamente inserito all’interno dei propri confini, con sempre sullo sfondo un mare limpido, azzurro, increspato dalla brezza calda che giunge dall’Africa. Non a caso, forse, il commissario Montalbano vive in una bella villa tra l’antico e il moderno, con un terrazzo incantevole che da su questo mare quasi da sogno, sul quale a volte egli si affaccia per ammirare tutto ciò e spesso vi consuma una solitaria colazione, prende un caffè con un ospite inaspettato o si concede una cena a lume di candela insieme all’eterna fidanzata Livia, la quale vive a Genova e scende a trovarlo in Sicilia solo di tanto in tanto, o magari con una presenza di sesso femminile di passaggio nella sua strana situazione di scapolo “quasi per destino”. Si può ritenere, per un momento, che fra Salvo Montalbano e il mare vi sia una sorta di rapporto speciale; infatti egli non si risparmia quasi mai un tuffo e una nuotata all’alba appena sveglio o addirittura a mezzanotte prima di andare a letto al termine di una lunga giornata piuttosto movimentata. Cosa ha voluto trasmettere Andrea Camilleri al lettore con il personaggio del commissario Montalbano?
Di sicuro una sicilianità completa, genuina e tradizionale insita un po’ in tutta la persona: dal modo di gesticolare e di muoversi al modo di parlare soprattutto, e poi una certa calma, uno stile di vita che attrae, che affascina e conquista, coronato dai personaggi minori e da tutto un mondo, latente e spesso misterioso, che affiancano il protagonista in ogni vicenda. La Sicilia, terra complessa, ricca di storia, di arte, di tradizione ma anche realtà piena di contraddizioni, di ambiguità, sospesa tra il passato e il futuro, in bilico su un presente scontato o mai scontato del tutto, è il tema dominante delle opere di Andrea Camilleri, che sembra voglia farla conoscere al resto del mondo e farla amare proprio per questo. Un particolare, quasi una caratteristica personale, accompagna sempre il commissario Montalbano sia durante le indagini svolte su un caso di omicidio o meno, sia nella vita privata e cioè il piacere della buona tavola, specialmente della cucina siciliana. Non c’è episodio in cui egli non si concede una pausa fermandosi a pranzo, da solo o in compagnia, nel “suo” ristorante affacciato sul mare, rustico, silenzioso, tranquillo e a conduzione familiare, con un motto che piace e non è mai fuori luogo:<< Quando si mangia non si parla mai. Mangiare in silenzio per gustare i sapori del momento è un atto di civiltà e di saggezza indiscusse >>. Tutto sommato, vorremmo tutti avere a che fare con un commissario di polizia come Salvo Montalbano, almeno una volta soltanto nella vita.
Dal 1999, la Rai ha prodotto una serie di adattamenti televisivi dei romanzi e dei racconti di Andrea Camilleri, che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano. Il regista è stato fin dal principio Alberto Sironi e il protagonista (il commissario Montalbano, appunto) è interpretato dall’attore romano Luca Zingaretti, il quale si è molto “calato” nella parte tanto da presentare al pubblico un commissario Montalbano davvero perfetto e quanto mai realistico. Il successo della serie è stato immediato fin da subito, e continua a suscitare plausi e consensi a non finire.
Francesca Rita Rombolà
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