Per un’immane tragedia del mare e degli uomini

6 Ottobre 2013

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Migranti. Migranti nel mare

nel mare più ricco

di storia del mondo.

Dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione

da tutto in fuga e ancora in fuga

e sempre in fuga

a lottare contro la cieca

furia degli uomini

e l’ultima lotta

contro la violenza delle onde inumane.

Ho visto molte mani

di colore nero annaspare

ma non ho teso le mie mani

per aiutare.

Ho sentito molti bambini

urlare

ma non ho saputo

porgere l’orecchio per ascoltare.

Ora tante bare allineate

straniere fra stranieri:

un numero sul volto sconosciuto

talvolta un fiore di fretta abbandonato

il mio occhio guarda indifferente.

Donna senza nome

ragazzo nudo senza più un abito

uomo coperto di un cencio appena

il canto e la parola

ti rerstituiranno gli affetti, la dignità

il tuo sentire e il mio.

Francesca  Rita  Rombolà

Poesia improbabile, versi improvvisi per la tragedia, non prima e non ultima forse, avvenuta al largo delle coste di Lampedusa il 3 ottobre scorso e per la quale l’autrice nulla può se non esprimere il suo dolore con il Canto e il dolore del suo canto.

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