“(…) E’ importante, però, il recupero e la conservazione di certi valori della cultura contadina anche per far capire alle generazioni future la semplicità, i sacrifici, il coraggio, la schiettezza, la ricchezza dei valori, la dignità di tutto quel mondo dei nostri padri perchè tutto sia punto di riferimento per un futuro migliore(…)”.
Brano tratto dalla prefazione del volume IL RECUPERO DELLA MEMORIA – Gli usi, i costumi e la lingua del territorio brattiroese – di Pasquale Vallone
Un titolo dal significato simbolico nel quale sembra concentrarsi l’intero messaggio del libro, un sottotitolo abbastanza impegnativo e una copertina ricercata. Queste le prime tre caratteristiche che colpiscono riguardo al libro di Pasquale Vallone IL RECUPERO DELLA MEMORIA – Gli usi, i costumi e la lingua del territorio brattiroese – quasi una sorta di salvataggio della cultura di “altri tempi” di un piccolo centro (Brattirò) sulle colline di Capo Vaticano, in Calabria. Esso è una panoramica esauriente di quello che di più genuino e spontaneo ha avuto la civiltà rurale di questo territorio, cementatasi attraverso i secoli. Festività, eventi importanti, riti sacri e profani sono descritti in modo semplice e tuttavia con rigore e imparzialità. Notevole soprattutto e di gran merito (è questa la novità) l’ultima parte del volume che contiene un vocabolario di brattiroese – italiano. Quanto sia importante oggi “conservare la memoria…”, “fare memoria di…”, fare uso della memoria semplicemente per ricordare, non importa se gli avvenimenti belli o brutti che hanno caratterizzato interi periodi importanti della nostra vita, non importa se accadimenti gravi, luttuosi e tristi, gioiosi, lieti e meravigliosi che hanno lasciato la loro impronta nelle fasi di crescita più cruciali della nostra esistenza, lo constatiamo ogni giorno.
Ricordare, conservare il ricordo, a volte senza nessun impegno, per poterne fare buon uso e riuscire a districarsi e a sopravvivere nel groviglio di strade senza meta e senza scopo tracciate da una civiltà che va di corsa, ipertecnologica e quasi refrattaria (per non dire nemica) della memoria, della sua funzione primaria, del ricordare e del concetto di ricordo in sè non è solo un consiglio sano e positivo ma un esercizio senza la pratica del quale è a rischio di estinzione la società umana medesima.
Con questo libro, frutto di un lavoro intenso e lungo, Pasquale Vallone ha raggiunto lo scopo di “recuperare la memoria dei padri” prima che vada completamente perduta? Forse sì.
“E’ importante (…) far capire alle generazioni future (…) la dignità di tutto quel mondo perché tutto sia punto di riferimento per un futuro migliore”.
Le sue convinzioni costruttive (su riportate) nella prefazione del libro… E ci auguriamo che sia davvero così.
Francesca Rita Rombolà
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