L’ultimo autentico grande poeta del Novecento italiano

2 Novembre 2015
Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Quattro decadi sono passate da quel tragico giorno dei morti. Pier Paolo Pasolini muore il 2 novembre 1975.

Poeta o regista? Regista o poeta? Quando si parla di Pier Paolo Pasolini le due cose sembra non abbiano una distinzione netta o un confine preciso che possa separarli e tenerli a distanza.

Pier Paolo Pasolini è stato un regista profondo, visionario, consapevole dei problemi e dei grandi temi del suo tempo, ma è stato anche un poeta e non soltanto perchè ha scritto e pubblicato libri di poesie; la sua vita, in primis, il suo stile di vita anticonformista e ribelle sono stati quelli di un poeta autentico… forse dell’ultimo autentico grande poeta del Novecento italiano.

E’ uscito, qualche anno fa, l’ultimo film sulla sua vita dal titolo “Pasolini” del regista Abel Ferrara. Nel ruolo del protagonista, cioè di Pier Paolo Pasolini, l’attore Willem Dafoe apparso piuttosto convincente, sia alla critica che al pubblico, e molto calato in un ruolo decisamente complesso e di non facile o scontata interpretazione. Parlare della poesia di Pier Paolo Pasolini è piuttosto complicato come lo è del suo modo di fare cinema, del resto. La sua poetica ha radici salde nella terra vista come madre che tutto accoglie e niente disprezza: la madre terra che dispensa abbondanza, da gioia e felicità, è feconda ed è vitalità esuberante ma, allo stesso tempo, fra i suoi frutti è previsto anche il dolore, vi è la sofferenza e, in ultimo, la morte quale ciclo conclusivo dell’esistenza immersa nella natura vista quale realtà del tutto normale per l’uomo e per gli altri esseri viventi.

Ogni poesia di Pier Paolo Pasolini è vibrante, coinvolgente e intensa; il suo linguaggio scorrevole ma indice di una profondità d’animo che cela un abisso, cosa che egli trasferirà anche nei suoi film. Di recente, il regista Werner Herzog ha affermato, convinto, che un regista deve avere una cultura vasta in ogni campo della conoscenza umana e, possibilmente, essere un poeta o quantomeno ispirarsi ai poeti e alla Poesia se vuole essere un buon regista (da premio Oskar o da Leone d’oro come obiettivi da perseguire sempre nel corso della propria carriera, senza tuttavia escludere la perfezione e la poeticità di una pellicola al di là dei riconoscimenti ufficiali).

Pier Paolo Pasolini credo abbia incarnato questa funzione ideale, in vita e anche in morte; sì, in morte, perché un poeta è, in fondo, un perseguitato, un inviso alla società e al potere, personaggio scomodo per tutti quando recita la sua parte, sul palcoscenico della vita, senza più distinzione tra realtà e finzione. Come dimenticare che Pier Paolo Pasolini ha avuto la sua ispirazione poetica più verace dal mondo classico, soprattutto dalla tragedia greca?

Le sue poesie ne sono impregnate in modo sottile e nascosto, i suoi film forse anche di più e in modo palese. Basti ricordare capolavori quali “Medea” o “Edipo re”, e perfino un capolavoro in assoluto come “Il Vangelo secondo Matteo” rivela, se ben analizzato e compreso, una forte componente filosofico-poetica di matrice greco-antica.

La filmografia di Pier Paolo Pasolini è molto vasta come pure la sua produzione di poeta e di scrittore. Tanti sono i suoi film. Tanti sono i suoi libri in prosa e in versi. Mai egli, da vero poeta, smise di sognare e di sperare in un futuro migliore per chiunque. Se è vero che il poeta è come un fanciullo e tale rimane sempre anche se dovesse vivere cento e più anni, allora Pier Paolo Pasolini è stato un  fanciullo, e fino agli ultimi istanti della sua tragica morte.Watch Full Movie Online Streaming Online and Download

 

L’adolescente in ogni tempo

Giorni di tormento,

perché si tormenta inquieto

l’adolescente in ogni tempo.

La libertà, la vita, la bellezza?

Inseguili, o Eterno Fanciullo

nelle piazze messe a ferro e a fuoco

nella rivolta che l’uomo

non dimentica mai

dentro l’oscuro e polveroso cassetto

della propria anima.

Il nero profondo

dei tuoi occhi

osserva il mondo

a un passo dall’abisso,

nera è la terra

ma del nero che riluce.

Francesca Rita Rombolà

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