Per la Giornata Mondiale del Profugo… perchè dopo il secolo breve e nel terzo millennio essere profughi per una ragione o per un’altra, in un modo o nell’altro è la realtà più dolorosa, più scottante, più palese e più urgente; quasi una specie di “status sociale e umano” a livello planetario al quale solo una minoranza relativa sembra non appartenere.
Canto del profugo nel terzo millennio
Il pane è oggi
sulla mia tavola
ma ieri vagai affranto e lacero
per strade che intersecano
i destini di uomini e donne
al folle tracciato delle frontiere.
Ho patito la fame
ho vissuto e sofferto guerre
ho subito persecuzioni.
Fuggire e fuggire
da cosa o da chi?
Lasciare tutto e ogni cosa
ma soprattutto gli affetti più cari
perchè i ricordi
li custodisce la memoria
nell’unico bagaglio concessomi.
Andare e andare
verso dove e per quanto tempo?
Hanno un prezzo alto i sogni
ancor più alto
è il prezzo della libertà,
solo la vita non ha prezzo
mentre l’ombra della morte
precede ogni passo del cammino.
Francesca Rita Rombolà
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