L’isola immaginaria del poeta errabondo

23 Dicembre 2018

Che il Natale imminente sia tranquillo e silenzioso, lieve e impalpabile, dolce e misterioso; quasi una nuvola bianca che passa nel cielo vespertino del tramonto.

Che l’anno veniente, prossimo nella breve attesa, sia gioioso e pieno e qualche volta doloroso e profondo, breve o lungo, felice o indifferente, sicuro o incerto, imprevedibile o scontato, illuminante o velato da ombre imperscrutabili; quasi una nuvola tinta di rosa e d’oro nel cielo adamantino dell’aurora.

 

L’ isola immaginaria

Che cos’è un anno

o anche un secolo

quando il tempo

è divenuto un soffio di vento

sopra le vaste distese oceaniche?

Quasi silenziose

si aprono lentamente

le porte dell’ Eternità,

l’ ignoto incombe

il mistero sovrasta le cose

invisibili e lontane

notti e giorni si dilungano o spariscono.

 

Ci sarà ancora sulla terra

un’ isola deserta

circondata da barriere coralline

acque azzurrissime e suoni di conchiglie bianche

trasportate dalle maree?

Il carico degli anni

che piega la schiena del poeta

sfiora le palme alte

dell’ isola immaginaria

custodita nella sua anima errabonda.

E possono volgere i millenni

e le epoche e gli eoni

la fine di un anno

e l’ inizio del successivo

avranno sempre il retrogusto

della temporalità calata nell’ istante.

Francesca Rita Rombolà

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