Roberta Gelsomino è una poetessa e illustratrice con uno stile intenso spesso attinto durante un faticoso ma entusiasta cammino interiore.
Lo stile di questa creativa e versatile outsider è particolare, empatico, ricco di intuizione, e si comprende subito che abbia molto da dire.
Roberta Gelsomino nasce nel 1979 a Milano, dove tutt’ora vive, e affronta fin da piccola la vita con i suoi disegni e le sue creatura immaginarie.
Questo le permette anche di restare in connessione con se stessa. Inizia a scrivere, verso i tredici anni, un diario; scrivere, d’altra parte, è stato utile per lei, in quegli anni, per raccontare, tenere le fila di una successione temporale e di significati altrimenti persi in una forte confusione mentale.
Questa risorsa è terapeutica per lei anche e soprattutto come dialogo fra sè e il mondo dal quale si è isolata per molto tempo sia per insicurezza caratteriale sia per l’esperienza psichiatrica che ha aggiunto fardelli e non l’ha aiutata a credere nelle sue risorse.
Tematiche come la ricerca del Vero, del Bello, la libertà di essere e di esprimersi, la felicità, le inquietudini interiori, l’amore e il desiderio di amore, l’amicizia e il contatto umano sono argomenti cari alla poetessa Roberta Gelsomino. E ci auguriamo che il suo talento possa essere riconosciuto come merita. Roberta Gelsomino ha pubblicato diverse raccolte di poesie: “Pietre”(2013), “Fiammelle”(2014), “Perchè anche solo un cuore”(2015), “Primavera”(2015), “La quiete e poi…”(2018).
Francesca Rita Rombolà ha dialogato con lei.
D – Roberta, che cos’ è l’arte oggi?
R – L’ arte non è un modo per apparire “fighi” o alternativi, per mostrarsi superiori alle altre persone nè, come è noto, ci si arriva subito a essere riconosciuti artisti. Certo mi piace dirmi artista e l’ ambito mi si confà, non è fatto di gente snob come si dice. L’ ambito stesso, diciamo, non è promosso come merita e, dunque, deve ricordare il suo ruolo, il suo nobile compito un pò più spesso, la sua essenza… portare incanto e bellezza in questo mondo. Da una poesia della Gualtieri: “Giuro che io salverò la delicatezza mia, la delicatezza del poco e del niente”. Credo che l’ arte debba essere più accessibile a tutti, divulgata in modo semplice e giocoso perche credo anche, principalmente, che l’ arte sia dialogo visivo e contatto umano.
Essere in connessione con il Divino o il Cosmo, la vita si definisca come più piaccia, è stato un modo più consapevole di fare arte per me, giacchè l’ arte affranca ed esprime il nostro cammino in tutte le sue fasi. E ora sono felice perchè inizio ad essere conosciuta, ammirata e se posso umilmente dare un consiglio: non scartate con pregiudizio proposte a piccolo e medio contributo. Nella fase iniziale credo sia ovvio e normale dover procedere andando in avanti e, dunque, si tenta di investire su di sè fino a quando come artisti saremo diventati famosi e verranno a cercarci. In ogni caso, il viaggio va goduto in tutti i suoi momenti! Mi rende felice anche solo prendere i pennarelli in mano, il resto è conseguenza… I fogli e i pennarelli sono tutta la mia vita.
D – Ha scritto e pubblicato diversi libri di poesie, vero? Vuole dire qualcosa al riguardo?
R – Sono libri intrisi del mio amore, di energia bellissima e goduta e tutti narrano, attraverso i componimenti poetici, dei percorsi differenti. In comune parlano di cammino esistenziale, con finali aperti alla speranza e alla ripresa completa. I primi libri mi fanno anche una certa tenerezza: vi trovo una immaturità stilistica e leggermente prolissa e per questa ragione forse, fin dal principio, non hanno preteso di essere libri da scaffali di famose librerie perchè quel che mi interessava fare era condividere umanità e approccio con tutti, condividere emozioni ecc. ecc.
Ritengo ci voglia un animo capace di donare, in effetti… e, dunque, quei miei primi libri di poesie donano tanto, anche perchè hanno moltissimi passaggi non banali e riusciti. In sei anni appena lo stile si affina e si rafforza. Già con il terzo libro riesco a tagliare l’ aggiuntivo e a limare bene.
Con il libro “Primavera” la grande svolta: un’ esperienza editoriale unica ed emozionante che, a sua volta, narra in poesie una fase incredibile e assurda della mia vita affrontata dapprima con disegni – arte terapeutici. Decisi poi di farne un libro di questa vicenda, affiancando ai disegni delle poesie. Con i successivi libri siamo ormai ad una poesia capace e, con l’ ultimo frutto, “La quiete e poi…” arriviamo all’ anno 2018 narrato in poesie, anno che ha seminato tantissimo e che raccoglie frutti perfino con questa intervista. Vi ringrazio.
D – So che è un’ artista anche nel campo del fumetto e della grafica. Come vede o percepisce queste due forme di attività artistica?
R – Ho iniziato a realizzare una miriade di fumetti dopo l’ approdo all’ arte – terapia. Prima ho seguito molto un approccio didattico e, a tal proposito, colgo l’ occasione per ringraziare i professori che ho avuto al corso di illustrazione: molto affettuosi e pieni di stima e di incoraggiamento nei miei riguardi. Dunquie, dal 2010 produco molte e frequenti tavole in formato A5. Non riuscirei a rinunciare oggi a questo genere. Mi permette di raccontare in sequenze di scene disegnate: un connubio perfetto fra scenari narati e arte visiva. Lo trovo un ottimo incontro fra letteratura, regia, arte grafica. Mi esprimono molto, tuttavia per certe cose prediligo lasciare il tutto alla fantasia del lettore(per esempio, nel caso del mio prossimo romanzo fantasy)oppure per altre sintetizzare i concetti con la Poesia, che va dritta alla tematica del sentimento in modalità scandita; per altre cose ancora lascio che quello scenario, quell’ acquarello inizi e finisca con se stesso liberando così uno spazio a interpretazioni fantasiose e ad associazioni fluenti. La grafica l’ ho studiata molto alle scuole Superiori, e mi tornò preziosa tanti anni dopo. Proprio quello stesso 2010, insieme ai fumetti, approdai a un mio nuovo genere fatto di simboli e di figure stilizzate precisi come i caratteri giapponesi, arcaici in tal senso, profondamente sentiti ed emersi dalla capacità di ascolto che iniziai ad avere delle emozioni e di connessione con il mio Sè semplice e vero.
D – La Poesia è, secondo lei, importante nei momenti difficili della vita? Avere la capacità di meditare o scrivere una poesia è come entrare in una dimensione più sottile e più giocosa rispetto all’ esistenza quotidiana immersa nella routine?
R – La Poesia è un grandissimo aiuto perchè con la sua sintesi permette, tra le altre cose, di vedere anche la realtà di ciò che davvero conta. Molti poeti, io per prima, valutano, della passione per la scrittura, il riscontro cioè si dedicano molto all’ aspetto altruistico ed esteriore; invece, oltre a una condivisione altruistica bisogna percepire la Poesia come una “risorsa magica interiore”. Semplicemente i sentimenti senza abbellimenti, cioè poesia come slancio di onestà liberatoria. Non è sempre facile, credo però che lo sforzo sia energia tramutabile in poesia, la quale affiora alla coscienza senza sforzo dopo essere rimasta “in pancia” per giorni o settimane e perfino mesi. Purtroppo viviamo in un mondo che ha difficoltà ad interagire e a dialogare con i poeti, proprio perchè i poeti sono inclini al dialogo. Può accadere di venire sopraffatti dal “mondo” poichè si ha paura di una società indifferente e disumanizzata… e allora si può anche cadere in depressione. In questi casi giocare è assolutamente indispensabile. Giocare con parole, frasi che in poesia sono indispensabili. Può essere che giocare con le parole sia terapeutico. Per me lo è. Fino ad adesso il mio vissuto spiacevole con gli altri ha condizionato molto la mia vita. Io penso che da un limite o da una diversità(presunta)nascano i più grandi artisti, registi, pittori, insomma le produzioni che più arrivano al cuore… Ecco, la Poesia, a mio modesto parere, è un “qualcosa” di grandioso e di sublime che fa muovere davvero la penna o i tasti del computer.
R – Cosa pensa del futuro, soprattutto di una società del futuro in cui l’ intelligenza artificiale potrebbe dominare la vita delle persone?
R – Che tutto è in divenire. Credo che l’ umanità vorrà recuperare ciò che temporaneamente ha dimenticato per dare spazio alla tecnologia. Già lo stiamo comprendendo tutti che la tecnologia è di una velocità incredibile e sembra bruciare tutto anche i sentimenti umani più profondi. L’intelligenza artificiale potrebbe anche essere un aiuto importante per l’ uomo, se non si dovesse trasformare in una forma del tutto nuova di schiavitù che mira ad asservirci tutti quanti. Io penso che le cose cambieranno. E’ inevitabile. Credo anche che questa sia un’ epoca di superficialità, di ipocrisie, di paure quasi come una fase storica bloccata… viviamo senza essere liberi nelle nostre scelte quotidiane: scegliamo, per esempio, una cosa perchè è la moda o la tendenza che ce lo impone, perchè lo fanno tutti, perchè scegliere altrimenti è impensabile… Sì, un giorno le cose cambieranno e si vivrà in un mondo più semplice e più umano.
D – Un pensiero o una frase molto belli per i lettori di poesiaeletteratura.it
R – Una frase o un pensiero molto belli… posso dirvi che con questo intendo anche un pensiero “sentito” profondo e concreto. E, dunque, in questo momento sento in me qualcosa di nuovo e di positivo perciò direi: “E’ stato tutto perfetto e buono così, e tutto sarà buono e perfetto come vorrà essere”.
Francesca Rita Rombolà
Roberta Gelsomino
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