Carlo A. Martigli, vive e lavora a Genova, laureato in Giurisprudenza, da alto dirigente di banca nel 2007 rassegna le dimissioni per dedicarsi professionalmente alla letteratura. E’ autore di best seller, tradotti in ventitrè lingue, quali “999 L’Ultimo Custode” (Tea); “L’Eretico” (Tea); “La Congiura dei Potenti” (Longanesi); “La Follia di Adolfo” (Mondadori Electa); “La Scelta di Sigmund” (Mondadori) ; “Il Settimo Peccato” (Mondadori). Ha venduto oltre un milione di libri. E’ prevista la pubblicazione di un nuovo romanzo nell’autunno 2020, sempre con Mondadori. Scrive anche romanzi per ragazzi come “L’Apprendista di Michelangelo” (Mondadori Oskar Best Seller, 2017) e “La Custode di Leonardo” (mondadori, 2018). Sua è quasi integralmente la Collana Super Brividi Mondadori per la quale ha pubblicato ventiquattro romanzi horror con lo pseudonimo di Jhonny Rosso. Di prossima uscita un saggio per un target 10 – 13y su alcuni inganni e misteri della Storia. Come sceneggiatore ha collaborato alla realizzazione del pluripremiato lungometraggio “La Centesima Scimmia” (regia Marco Carlucci) e ad alcuni corti con il regista Ildo Brizi. Da saggista ha scritto alcuni pamphlet di economia e finanza e “Miracolo!”, un saggio sui miracoli non cattolici del mondo (De Agostini Editore). Editor e conferenziere, i suoi seguitissimi Semenzai di Scrittura Creativa sono giunti alla tredicesima edizione. Giornalista pubblicista, ha una rubrica, “L’Eretico, sul quotidiano La Repubblica. Come attore di teatro ha vinto alcuni premi, anche nazionali, e attualmente cura, come one man show, il suo spettacolo di docu – teatro “Inganni – Le Bugie della Storia”. Ha in preparazione, come autore e regista, una piece teatrale sulla vera vita di Marozia, che ha dato origine alla leggenda della papessa Giovanna e, come sceneggiatore, una fiction Tv ambientata in Liguria.
Francesca Rita Rombolà e Carlo A. Martigli hanno conversato vivacemente per poesiaeletteratura.it
D – Dottor Martigli, lei ha scritto molti best seller tradotti anche all’estero in diverse lingue, si sente appagato da tanto successo nel campo della scrittura?
R – Sono molto soddisfatto che tanti lettori nel mondo apprezzino quello che scrivo, ma non mi sento appagato. Anzi, ho sempre più la voglia di raccontare, di portare a chi mi legge parole, interessi, idee ed emozioni. E’ un privilegio poterlo fare ma, come chi è privilegiato, ho il dovere di scrivere; un dovere piacevolissimo, un dono che, se portato agli altri, moltiplica il proprio valore.
D – Perché, a un certo punto della sua vita e della sua carriera in banca, ha voluto dare un taglio netto e si è dedicato alla scrittura di libri?
R – Non ho mai amato quella professione iniziata per pura necessità. La carriera è stata, nonostante tutto, molto rapida ma, proprio negli ultimi tempi, trovavo diabolici i progetti che seguivo. Senza entrare in termini tecnici, giravo l’Europa e mi sentivo un pò come il fisico Oppenheimer quando lavorava alla bomba atomica. Quando si rese conto del potere distruttivo della bomba a fissione nucleare si allontanò da tutti. La finanza speculativa (il 90%) oggi è la vera “bomba atomica” sulla quale tutto il mondo è seduto. Così, quando mi è stato offerto un primo contratto per due romanzi per ragazzi, ho dato le dimissioni per dedicarmi a tempo pieno alla scrittura che avevo sempre amato e di cui sono profondamente innamorato anche oggi.
D – E’ anche scrittore di saggi, vero? Di saggi storici. Ne vuole parlare un pò?
R – Ne ho scritti alcuni, in particolare ricordo “Miracolo!” (De Agostini Editore) che è un saggio sui miracoli non cattolici nel mondo. Un interessante e molto rigoroso exursus sui “miracoli” delle altre religioni più o meno lontane dalla nostra tradizionale. Rigoroso perché non prendo posizione se siano veri o fasulli, ma semplicemente li registro e li porto alla conoscenza dei lettori. Ognuno con la propria sensibilità o fede poi farà le proprie considerazioni. Altri ne ho scritti sulla finanza di cui ricordo l’e-book “Finanza Canaglia” (Longanesi Editore). Lo consiglio perché, in modo estremamente piano per far sì che tutti lo possano comprendere, si capiscono molte cose sulla finanza speculativa e sul suo micidiale potere distruttivo e sul ruolo primario che oggi ha sui destini del mondo, sopra ogni realtà di nazione o stato.
D – Come vede la realtà culturale italiana, e anche un pò internazionale, in questo particolare momento, cioè dopo due decadi esatte dall’inizio del terzo millennio?
R – Bella domanda, difficile da riassumere. Credo che siamo a un bivio. Da una parte, da tempo avanza l’ignoranza, madre e figlia dell’arroganza, della paura della diversità che ha sponda nei rigurgiti razzisti, fascisti e sovranisti. Dall’altra, si comincia a vedere un risveglio delle coscienze di fronte alla necessità di essere solidali in un mondo globalizzato che stiamo più o meno lentamente andando a distruggere se non ci fermiamo in qualche modo. Il pensiero nasce dalla riflessione, e a questa contribuisce la lettura che ci aiuta ad essere liberi. Infatti, più siamo ignoranti e più siamo manipolabili: equazione valida dall’alba della civiltà. Cultura è libertà, è giustizia, è pace. Chi ci vuol far credere che siano nozioni inutili è quel genere di potere che va evitato come l’Aids.
D – Sarà sceneggiatore di una fiction Tv ambientata in Liguria. Cosa può raccontare, o anticipare, al riguardo?
R – Ancora è presto, ma il progetto è quello di raccontare, attraverso un film e (se seguirà) una serie Tv, la bellezza della Liguria, dei suoi antichi borghi, delle leggende e della storia, delle bellezze naturali e di quelle nate nei secoli scorsi per mano dell’uomo. A volte i documentari sono così noiosi che invece di incentivare alla visita ti fanno perdere la voglia. Una fiction che emozioni e ti mostri, al tempo stesso, le bellezze di una terra. Questo è l’obiettivo, nuovo e ambizioso, ma straordinariamente efficace.
D – Dopo aver scritto tanto e tanto, che rapporto ha con la scrittura?
R – Come avere la stessa moglie da tanti anni e continuare a vederla sempre bellissima, desiderarla, amarla ed esserne innamorato. Questo è per me la scrittura. Tredici anni fa, dopo averla cercata invano tutta la vita, l’ho incontrata e mi sono dedicato a lei. La cosa straordinaria è che lei è innamorata di me come dal primo giorno.
D – La Poesia per Carlo A. Martigli.
R – Ho iniziato da ragazzo a scrivere poesie. E le conservo ancora, anche se non sono mai state pubblicate. Non ne scrivo più, ma le ho raccolte in un volume che ho chiamato “Senza rinnegare”. Senza rinnegare la scrittura poetica, senza rinnegare i contenuti, senza rinnegare quel periodo della mia vita. Purtroppo nel mondo dei social estremi la Poesia, momento intimo di racconto a se stessi e agli altri, è poco seguita e considerata. Per questo motivo non vende, e gli editori non pubblicano, in una sorta di serpente che si morde la coda. Non vedendo il libro di poesie in libreria non lo compro, e così si accelera il processo di oblìo. Non credo che la cosìddetta crisi della poesia sia quindi dovuta alla mancanza di sostanza o di contenuti, ma semplicemente a problemi economici di un’editoria sempre più legata al valore economico piuttosto che a quello culturale e poetico.
Francesca Rita Rombolà
Carlo A. Martigli
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