Giuseppe Santelli è nato nell’agosto del 1992. Si occupa di editoria praticamente da quando era appena un ragazzino. Il suo primo progetto editoriale l’ha avviato nel 2010 appena compiuta la maggiore età. Era una casa discografica, la NSM Label, perché l’altro suo grande amore, oltre ai libri, è la musica, con cui in cinque anni ha pubblicato oltre seicento brani musicali di ottanta artisti e vinto un Disco d’Argento. Laurea triennale in Scienze Politiche all’Unical e specialistica in Comunicazione Pubblica e d’Impresa all’Alma Mater Studiorum di Bologna, Giuseppe Santelli è anche specializzato in Management e Marketing. A venticinque anni ha deciso di “scendere in campo in prima linea” e ha fondato la Santelli Editore, divenendo il più giovane editore in Italia. Oggi Giuseppe Santelli è proprietario della Santelli Editore e presidente di un gruppo di case editrici specializzate, il Gruppo Editoriale Santelli, che spazia dalla saggistica alla varia, dal romanzo alla poesia, dalla manualistica ai fumetti. Siti internet: www.santellieditore.it, www.giuseppesantelli.it.
Francesca Rita Rombolà ha conversato con Giuseppe Santelli di letteratura ma soprattutto di libri.
D – Vorrei iniziare questa conversazione con l’editore Santelli con una domanda che può sembrare un tantino scontata ma che in realtà è piuttosto significativa dal punto di vista culturale, e cioè: i libri, nella vita di Giuseppe Santelli, cosa hanno rappresentato e cosa rappresentano?
R – I libri, più che rappresentare qualcosa, sono del tutto la mia vita. In mezzo ai libri sono nato e cresciuto. Mentre ai bambini, di solito, si regalano i giocattoli, a me venivano regalati libri sull’antica Grecia. Arrivato all’università, passavo fino a dodici ore al giorno sui libri e, sempre i libri, sono ancora oggi la mia “dolce metà”: mi alzo e leggo per imparare sempre cose nuove, arrivo alla Santelli Editore alle sette e leggo le proposte editoriali che mi arrivano, torno a casa e leggo per piacere. I libri sono la fonte principale della mia felicità.
D – I suoi inizi, diciamo nel campo della produzione dell’arte, hanno preso il via con la musica, con una casa discografica, vero? Ne vuole parlare un pò?
R – Era il 2010, volevo unire il mio approccio editoriale, che mi scorre dentro, e l’esperienza acquisita fino ad allora con il mio amore per la musica, e così ho fondato un’etichetta discografica. Avevo solo diciotto anni, e ho iniziato quasi per gioco. Ho cercato di mettere a disposizione tutte le mie forze per realizzare i sogni altrui: quelli di chi voleva far conoscere e apprezzare la propria arte. Questa esperienza ha posto le basi per i miei progetti imprenditoriali successivi, mi ha fatto capire come si costruisce un’organizzazione e come si gestiscono le difficoltà sempre dietro l’angolo! Mi ha insegnato che bisogna stare sempre sul pezzo e saper cogliere i cambiamenti repentini caratteristici di un mondo che va sempre più veloce. Ho imparato a tessere i rapporti, ad aiutare gli altri a tirar fuori il meglio di sé, a gestire la responsabilità di essere la chiave del successo di qualcuno. L’esperimento è andato avanti per cinque anni, poi ho dovuto scegliere. Alla fine ho dovuto cedere al fascino dei libri!
D – Come nasce poi la Santelli Editore, casa editrice il cui editore è il più giovane in Italia?
R – Da piccolo, da bambino curiosissimo qual ero, ho sempre osservato l’attività di editore di mio padre. Per anni ho appuntato su un quadernino di colore rosso (che ancora conservo) come sarebbe dovuta essere la mia casa editrice ideale, scrivevo tutto quello che mi passava per la testa. Trascrivevo i miei sogni… Quando studiavo pensavo sempre al risvolto concreto che avrebbe potuto avere questa o quella teoria. Ho studiato tanto, tantissimo, come un matto. Ho fatto tanta esperienza… ho sviluppato il mio progetto discografico e ho aiutato mio padre provando a spiegargli (invano) che il mondo era cambiato, il mercato non funzionava più come prima e il digitale era già presente. Fiato sprecato! Nel frattempo, mio padre è stato poco bene, e l’età avanzava facendo perdere alla casa editrice tutta la linfa vitale: rimaneva solo il cognome! Volgeva a termine la sua quasi quarantennale e onorata carriera nel mondo dei libri. Mio padre lascia tanto: i libri Santelli sono arrivati fino ai banchi di scuola di ogni paesino d’Italia. La storia calabrese passa dai suoi libri. Tutto è cambiato dopo la mia laurea. Toccava a me: rischiare o mollare. Mia madre era stra-contrariata; voleva diventassi un docente universitario. Ma io no! Sono sempre stato convinto di una cosa, ossia che la vita è una sola e non posso sprecarla non realizzando i miei sogni; il posto fisso lo lascio a coloro che sanno apprezzarlo! Mio padre mi fu di grande sostegno, disse a mia madre: << Giuseppe ce la fa >>. Da dove ripartire? Dall’unica cosa che avevo: il cognome Santelli. Una questione d’orgoglio. Lasciate che vi racconti un aneddoto… Bisognava formalizzare il tutto, sono andato dal notaio e, una volta lì, mi trovai davanti un professionista incredulo: non capiva chi dovesse firmare – << Ma tu hai venticinque anni… >> mi disse – e allora risposi: << Quindi, come saprà meglio di me, posso firmare un atto >>. Lì capii che l’età poteva essere un ostacolo per la mentalità comune, ma anche il mio punto di forza dato che ero capace di sorprendere! Iniziavo, così, da zero anzi da trecento euro sul mio conto personale! Ho trovato una sede e l’ho presa in fitto, morivo dal terrore di non poterlo pagare a fine mese. Una volta ho pianto forte preso dallo sconforto. Appena facevo un passo c’era una tassa da pagare che mangiava i miei primi guadagni o burocrazia da svolgere che mi portava via del tempo prezioso. Erano le primissime settimane, era assolutamente normale che fosse così. Nei momenti più cupi si può sprofondare oppure risuscitare. Ricordo che la mattina successiva mi alzai come un leone, l’adrenalina mi salvò! Dovevo farcela, ad ogni costo, non importava se dovevo alzarmi alle cinque del mattino e staccare a mezzanotte. Allora ho iniziato a lavorare notte e giorno, ad applicare tutto quello che la vita e i libri mi avevano insegnato fino a quel momento, a pensare come fare dei libri bellissimi e a trovare i giusti canali, a sperimentare una nuova concezione di editoria, a rafforzare l’impianto digitale e commerciale, a dotarmi di collaboratori eccezionali. Abbiamo iniziato così. Dopo appena un anno erano già oltre cento i libri pubblicati: un record assoluto per noi! Poche case editrici hanno questi numeri in Italia. Oggi fatturiamo a cinque zeri all’anno e cresciamo di mese in mese a doppia cifra. Il resto è presente, e lavoriamo su grandi progetti per il futuro. Non possono farmi complimento più grande quando mi chiedono: << Dove sta il trucco? >>. In realtà, non ho fatto nulla di speciale. Fare impresa e cultura dovrebbe essere una cosa normalissima.
D – Il genere letterario preferito da Giuseppe Santelli: il romanzo, la poesia, il saggio o altro?
R – La saggistica è il mio genere prediletto. Amo la conoscenza e il sapere. Voglio sempre imparare cose nuove. La conoscenza è l’unica cosa che niente e nessuno potrà mai portarti via! Leggo principalmente libri sul management e marketing, nonchè sui nuovi sviluppi del mondo digitale che sta dissacrando tutte le certezze dei nostri padri. Mi appassionano molto i saggi socio – politici e i romanzi storici.
D – E’ difficile nel 2020, in Italia, mandare avanti un’azienda che produce libri? Gli italiani leggono molti libri?
R – E’ difficile tutto quello che non sai ancora fare, è facile quello che sai già fare. All’inizio niente è facile. I risultati arrivano per chi sa aspettare e costruire. Gli italiani leggono meno degli altri popoli europei, anche se il dato complessivo non rende giustizia delle differenze abissali nei consumi. Noi, ad esempio, vendiamo il 92 – 93% da Roma in su e il restante al sud. La questione va molto oltre il mondo dei libri, ma lascio ai politici le considerazioni e le risoluzioni. In Italia non è difficile mandare avanti un’azienda di libri ma una qualsiasi azienda! Provo una stima sincera per tutti gli imprenditori che ce la fanno, nonostante le avversità!
D – Un suo parere personalissimo, dottor Santelli, sulla poesia e i poeti.
R – Moltissimi scrivono poesie, pochi sono poeti. Quelli veri ti entrano dentro e ti lasciano un segno indelebile! Pochissimi riescono a trovare spazio a causa della difficoltà in fase di vendita. Per far fronte a ciò abbiamo dedicato un’intera casa editrice alla poesia, che fa parte del nostro gruppo editoriale. Per rendere l’idea, l’abbiamo chiamata “Poetica”.
Francesca Rita Rombolà
Giuseppe Santelli
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