Volumetto dalla foggia briosa e dal rosso caliente, “Next stop Anagnina” di Meri Jo, edito da Horti di Giano Editore, si presenta fin dalla prima pagina divertente, ironico e rilassante. L’autrice racconta con un linguaggio schietto e immediato le avventure, o meglio, le disavventure vissute in prima persona ogni giorno soprattutto sulla linea della metro A Anagnina, la principale linea metro di Roma.
Episodi solari e buffi si intrecciano ad aneddoti curiosi. Alla fermata della metro di una città come Roma si possono incontrare persone di ogni tipo la cui caratterizzazione li fa subito diventare personaggi di tutto rispetto. Anzi l’autrice ne fa proprio una specie di classifica con tanto di grafico con dati e indicazioni piuttosto precise. Vi è il turista la cui abilità speciale è l’ottimismo, vi è il ragazzo – abilità speciale il menefreghismo – e poi l’operaio – abilità speciale la determinazione – e l’impiegato che sfoggia, quale abilità speciale, una faccia da snob, e ancora la vecchietta che si serve – quali abilità speciali “proprie” – del sorriso gentile e affabile; volti e figure che chi frequenta abitualmente la metro principale e più affollata della capitale (la metro A Anagnina, appunto) riconosce subito.
Di che cosa potremmo dire che è metafora la metro di una grande città? Soltanto del viaggio, forse è pur sempre scontato e molto riduttivo. Forse del viaggio sì, ma di un viaggio particolare perché si svolge molti metri al di sotto del suolo cittadino; un viaggio breve che attraversa la città quasi come in una dimensione onirica il cui buio oltre i vetri dei finestrini può sembrare sinistro, claustrofobico, perfino bello e affascinante e ogni fermata può trasformarsi nel significante di un destino, di un incatenamento o di una liberazione. Anagnina è l’ultima fermata o la prima della metro A di Roma, a seconda della direzione che si prende. I romani vi sono affezionati, conoscono i suoi pregi e i suoi difetti, le sue mancanze e le sue positività. Nel libro di Meri Jo vi si raccontano esperienze personali (sì, vissute in prima persona ogni giorno) annotate dall’autrice sulla metro stessa per non lasciar sfuggire per sempre l’ispirazione che nasce, improvvisa e spontanea, e far sì che l’impressione del vissuto diventi pagina scritta per un’eventuale affabulazione postuma. Azzeccata, a mio parere, l’idea di inserire, verso la fine del volumetto, una mappa dettagliata che si può anche ritagliare, conservare o portare con sé nello zainetto o in borsetta per servirsene al momento opportuno se si è a Roma e si decide di prendere la metro, una mappa sì dell’intera linea metropolitana che copre la città (quindi anche delle linee B B1 C) con i nomi di tutte, proprio tutte, le fermate. Una lettura, quella del libro “Next stop Anagnina” di Meri Jo, di sicuro facile e spassosa. Dunque, buon divertimento a chi leggerà il libro dal quale c’è da imparare molto sul viaggio in metro in una città come Roma.
Francesca Rita Rombolà
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