Mille cose di primavera

21 Marzo 2022

Mille angoli nascosti dove le viole fioriscono ancora. Mille gesti d’amore in cui i cuori sensibili e puri palpitano ancora. Mille lacrime di compassione con le quali l’essere umano guarda umilmente il volto dell’altro uomo. Mille risate spensierate sulle quali splende la libertà come il sole più ardente dell’Universo. Mille sogni di speranza dove la primavera giunge a riscaldare l’anima gelata dal rancore, dal profitto, dalla sopraffazione; e la Poesia rinnova la sua dolce ansia di ascoltare, di donare, di rammemorare la bellezza di tutto ciò che vive, muore e si rinnova.

 

E POI VENNE IL GIORNO

Fango e dolore

portò il disgelo,

ma la primavera non si fermò.

Fiamme e violenza

portò l’acciaio

dei carri da guerra

sull’asfalto

grigio di caligine il cielo

piombò furente

sugli esseri vivi

e sulle cose inerti,

ma la primavera

non si fermò.

E poi venne il giorno

il suo primo giorno

silenzioso e silente

quasi da tutti dimenticato

e da chiunque desiderato

dietro la maschera di tenebre

che indossa il mondo.

Uno scricciolo cantò

piccolo, insignificante

ignorato e percosso

dal peso cadenzato del soldato

e dal peso soverchiante dell’oblio

ma cantò e cantò

e non smise di cantare,

e ancora cantò

dal minuscolo corpo

straziato fra i fitti tralicci

di filo spinato.

Celebra ignara del male

la primavera il suo ritorno,

celebra la Poesia

la festa della vita

perché la morte invisa

non può distruggere

e per sempre soggiogare.

Francesca Rita Rombolà

 

P. S. – Per la Giornata Internazionale della poesia.

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