“Quale vita può esser vissuta senza il calore della poesia?”. Conversando con Daniele Salerno, manager e scrittore

15 Luglio 2022

ROME, ITALY – FEBRUARY 25: <> on February 25, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Maria Moratti/Getty Images)Daniele Salerno

Daniele Salerno nasce a Palermo nel 1985. Nel 2007 si trasferisce a Bologna dove lavora come consulente vendita per i settori parrucchiere ed estetica fino al 2012. Oggi è direttore di un’azienda fitness e operation manager della regione Lombardia. Ha pubblicato il suo primo romanzo, “Il figlio di Giuda”, mentre il secondo, “Gemini”, verrà pubblicato nel dicembre 2022. Ha ripreso gli studi, precedentemente interrotti, di Lettere e Filosofia all’Università di Milano e spera di conseguire la laurea all’inizio del 2023. Daniele Salerno ha anche scritto alcuni articoli per il Giornale di Sicilia.

Francesca Rita Rombolà e Daniele Salerno conversano insieme.

D – Daniele, racconta un pò della tua passione per la scrittura. E’ davvero così importante per te scrivere?

R – Ho scritto per passione, per emotività, per noia, per riempire vuoti. Ho iniziato a scrivere da bambino per strappare un sorriso e una lacrima ai miei genitori e agli affetti a me più cari. Ho scritto da adolescente per non urlare e ho scritto per non tacere in età più adulta. Ho scritto, scritto, scritto … ma continuo a scrivere, come sto facendo adesso, rispondendo alle tue domande. E scrivo perché credo che l’inchiostro che possediamo dentro è inesauribile.

D – I libri che hai scritto sono romanzi, vero? Ne vuoi parlare in sintesi?

R – Scrivo romanzi, racconti di vita reale, ricamati intrecci che innescano curiosità e riflessione. “Il figlio di Giuda” è il mio primo romanzo pubblicato. E’ un racconto ambientato ai nostri giorni, come potrebbe esserlo in qualunque momento del tempo. La vita di due amici che, dopo trenta anni, si ritrovano e di un abominio commesso davanti agli occhi di Dio. C’è un solo dilemma: e se Giuda Iscariota avesse un diretto discendente in terra, qui e adesso? Di quale tradimento potrebbe mai macchiarsi? Un racconto fantasiosamente reale. La vita di due uomini a confronto e tutte le tragedie su di loro riversate. Il figlio di Giuda è un figlio che non ti aspetti, un figlio che tutti hanno desiderato e da tutti poi ripudiato. Un figlio capace di costringere Dio ad assumere le tristi sembianze umane.

D – E’ ancora difficile, secondo te, per un giovane del Sud realizzare i propri sogni riguardanti il suo futuro?

R – Esiste ancora un netto distacco tra Nord e Sud. E fino a quando rimarranno queste etichette, queste suddivisioni territoriali sarà sempre “complicato” crescere, svilupparsi, migliorare.

D – Tu sei anche manager, come concili il tuo lavoro con la scrittura?

R – Sono manager di due strutture fitness&wellness. Se e come riesco a conciliare lavoro e scrittura? Per fortuna la scrittura è tra le cose che mi aiuta a “disintossicarmi” dallo stress e a farmi rilassare, dandomi la tranquillità. La sera è il momento ideale per liberarmi dei pensieri e da un pò di inchiostro.

D – Un tuo pensiero sulla poesia e chi la scrive.

R – Scrittrici e scrittori, poeti e buffoni, poetesse e sognatrici. Quale vita può esser vissuta senza il calore della poesia? Che sia rima baciata, alternata, incrociata, incatenata la Poesia, come la vita, è stata donata, creata, bramata, desiderata. Credo fermamente che in ognuno di noi sia radicata una poesia, una frase preferita, un aforisma, una qualche storia. Sono convinto che ognuno di noi possa essere poeta e fare poesia. A suo modo. Con i propri mezzi. Anche con poco. Mia madre, per esempio, donna del Sud, tanto sudore e fatica, e la quinta elementare. Anche lei fa poesia. Parla da sempre, parla tanto … ma dello scrivere non ha mai abusato. Non ha studiato, mi ripete. 1 maggio 2008. Mi accingevo a lasciare la Sicilia, destinazione Bologna. Prima di salire su quell’aereo, mostrandomi il cuore, mi abbracciò dicendo.  “Stai attento all’anima mia”.

Francesca Rita Rombolà

Daniele Salerno

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