La Poesia e il tempo

2 Agosto 2022

Il tempo: enigma e mistero fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra. Il tempo: ossessione, ansia, tabù, realtà sacrale, entità che sfugge. E’ stato e continua ad essere tutto ciò per l’uomo il tempo e il concetto di tempo. Il tempo: inafferrabile eppure ineludibile; realtà o irrealtà? Cosa si sa o si può mai dire di concreto intorno al tempo? I rintocchi di una campana che scandiscono le ore, ciò che noi, come esseri umani, facciamo ogni giorno, nel bene o nel male, è uno scandire lento o veloce del tempo. Gli orologi (anche i più sofisticati quali quelli atomici che scandiscono perfino i millesecondi) misurano il tempo: in secondi, in minuti, in ore ma non dicono che cos’è il tempo. I calendari lunari o solari riportano, regolarmente e ciclicamente, i giorni, i mesi, gli anni ma non dicono, ugualmente, che cos’è il tempo. Ci hanno provato i filosofi di ogni epoca a pensare il tempo e a tentare di capire che cosa il tempo mai fosse. Ma in fondo non si è mai saputo, non si sa, forse non si saprà mai che cos’è il tempo. Tutti quelli che hanno indagato il tempo e hanno dissertato su di esso sono stati quasi sempre d’accordo nell’affermare o, forse meglio, nel consigliare e nell’ammonire anche di vivere l’attimo. “Carpe diem”, mio buon amico, vivi l’attimo! Contemplalo, accarezzalo, coglilo come un fiore bellissimo e raro appena sbocciato fra la rugiada del mattino e una siepe di spine invalicabile. Mettilo in pratica questo “carpe diem” così famoso, tanto decantato, molto bramato fino all’inverosimile mai compreso e, in fondo, mai del tutto vissuto appieno.

E i poeti? I poeti e il tempo? La Poesia e il tempo? Ancora una volta, credo, bisogna ricorrere a loro, ad entrambi, per accendere almeno una fioca lucerna nel buio che avvolge e circonda il tutto. Il poeta canta il tempo. Il suo canto stormisce appena, come brezza incantata, magica e leggera, i petali del fiore bellissimo e raro e li fa schiudere all’impalpabile sorgere dell’aurora sul ciglio, intricato e fitto, della siepe di spine. Facendo ciò ci dice che cos’è il tempo per mezzo dei suoi versi talvolta oscuri, talaltra ermetici, qualche volta privi fin’anche di senso compiuto, di regole del linguaggio, di logica del parlare consueto e comune.

E la Poesia? La Poesia, in sé profonda e perfetta, all’apparenza impenetrabile, ride del tempo e sorride lieve alla sua enigmaticità e al suo mistero, perché non vive e non percepisce il tempo alla maniera degli uomini. E’ quasi come un bambino che cammina (la Poesia), che cammina sulla spiaggia di un mare calmo a ridosso dell’onda quieta e, di tanto in tanto, si ferma, si accoccola e prende, fra le proprie piccole mani delicate, mucchietti di sabbia fecendoli scorrere di tra le dita ridendo felice, e ignaro di ciò che vi è intorno, vicino o lontano, in prossimità o in lontananza.

Granelli di sabbia

Granelli di sabbia

in riva al mare,

troppo fragili le dita

nello stringere l’Infinito

oltre la siepe della vita,

ma forti e sicure

per arrestare il tempo

quando scorre il silenzio

fra le onde notturne ammutolite.

Scorgo in lontananza

il cielo,

e una mano tesa

verso l’anima

immutabile nell’eternità

del proprio enigma.

Francesca Rita Rombolà

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