Negli Stati Uniti d’America e nel mondo è conosciuto come Joshua Tree (ossia l’albero di Giosuè, il personaggio biblico dell’Antico Testamento, chiamato così dai primi coloni bianchi giunti nel deserto della California nel diciannovesimo secolo, appartenenti alla confessione religiosa dei Mormoni). E’ davvero un albero mitico. Ma forse più che mitico si potrebbe anche dire leggendario. Oggi si trova all’interno del Joshua Tree National Park, in un’area sacra ai nativi americani denominata il deserto del Mojave, in California. Un albero, oltretutto, che appartiene ad una specie molto longeva che può sopravvivere anche per diversi secoli.
Un unico albero e un albero unico puntellato e circondato solo da rocce e da cespugli bassi. Solitario e grandioso, misterioso e immerso nella sua area sacrale, The Joshua Tree vive e si nutre di un paesaggio surreale e insieme irreale, altamente suggestivo e intensamente poetico. Artisti in ogni campo e di ogni tempo hanno immortalato quest’albero con le loro opere e per mezzo delle loro opere. Si dice che un poeta, un musicista, un pittore, uno scultore, un regista, uno scrittore recandovisi ai piedi di The Joshua Tree e sostandovi, anche per pochi minuti, non possa fare a meno di trovare ispirazione per le proprie opere e illuminazione per le proprie idee creative. E’ solo questione di fascino, di suggestione o quest’albero, in questo luogo, ha davvero un qualcosa di speciale che attrae, imprime, trasfigura, ispira, porta sull’orlo dell’abisso interiore e creativo e al limite della visione spirituale e immaginifica? Forse sì. Forse no. La sua unicità, unita all’unicità del deserto, non può non arrischiare l’incontro tra la parola e l’ascolto e condurre, così, alla scaturigine del verso. Il suo potere di evocazione e la sua magia sono così endemici, naturali, pieni che non possono non dare al suono la sua giusta vibrazione e alla musica la sua manifestazione perfetta. L’artista (chiunque esso sia e di qualunque arte si faccia interprete o messaggero) coglie ciò, in sé e al di fuori di sé, e comprende tutta la forza e l’importanza del proprio gesto creativo tutt’uno ormai con le radici profonde di un albero sacro, che toccano il centro della terra e dell’anima.
Ballata a Joshua Tree
Lo seppellirono qui
non c’era nessuno a guardare
quando il vento soffiò dal deserto
lo seppellirono i corvi
lo tolsero dalla bara
e lo lasciarono alla polvere
con la sua speranza
Lo portarono qui di mattina
non c’era nessuno a piangere
quando soffiò il vento del deserto
lo piansero i corvi
lo sparsero sulla sabbia
e lo lasciarono alla polvere
con la sua speranza
Qualcuno si ricordi di me nelle sue canzoni
qualcuno sogni di me nelle sue notti insonni
qualcuno canti per me le sue canzoni
qualcuno pianga per me nella sua preghiera
qualcuno gridi di me nelle sue lotte
qualcuno urli per me davanti alla desolazione
qualcuno parli di me nei giorni tristi
qualcuno cammini per me nelle sue visioni
qualcuno rida per me nelle sue esibizioni
Fu sepolto laggiù sotto l’albero grande
nessuno ci fu per guardare
dove fu sepolto
il vento soffiò dal deserto
quando i corvi piegarono le ali
scesero nella bara
e lasciarono le sue canzoni al vento
Lo portavano laggiù sotto l’albero grande
nessuno ci fu a piangere perché là lo portavano
quando il vento del deserto soffiò
le ali dei corvi calarono
lo raccolsero nella sabbia
e lasciarono la sua speranza alla polvere
Qualcuno mi aiuti nella sua preghiera
qualcuno mi aiuti nelle sue notti insonni
qualcuno mi ricordi nelle sue canzoni
qualcuno mi parli nelle sue visioni
qualcuno mi salvi nelle sue lotte
qualcuno mi chiami nella sua desolazione
qualcuno mi invochi nei giorni tristi
qualcuno mi pensi nelle sue esibizioni
qualcuno mi evochi nelle sue canzoni
I corvi volavano nel cielo
e andavano alle colline senza erba
i corvi si allontanavano nel cielo
e fuggivano nella terra senza alberi
il vento soffiava dal deserto
quando i corvi si posarono sopra il grande albero
I corvi cantarono nel cielo
e fuggirono sulla sabbia delle colline
i corvi gridarono al cielo
e andarono lontano
verso la polvere della terra
il vento soffia nel deserto senza erba e senza alberi
quando i corvi si stendono sotto il grande albero
Qualcuno mi aiuti
qualcuno mi sogni
qualcuno mi ami
qualcuno mi chiami
qualcuno mi invochi
qualcuno mi parli
qualcuno mi pensi
qualcuno mi evochi
qualcuno mi ricordi nelle sue canzoni
qualcuno mi risvegli nelle sue emozioni
qualcuno mi salvi per le mie canzoni
qualcuno si ricordi di me
qualcuno mi aiuti
La sabbia è trascinata dal vento
la polvere è partita col vento
le ceneri dormono nei sogni del vento
i corvi cantano fra i rami nudi
del grande albero al centro del deserto
senza erba senza alberi e con molte canzoni
Qualcuno ricordi
qualcuno mi aiuti
Tratto da “Blues del sottosuolo” (raccolta di spirituals inedita di Francesca Rita Rombolà, anno 1987), per un giovane amico chitarrista le cui ceneri riposano laggiù, a Joshua Tree, dove tanti poeti e musicisti hanno scelto di riposare per sempre al termine di una vita travagliata e intensa.
Francesca Rita Rombolà
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