L'Occidente e il tramonto del sole

Fin da tempi arcaici l’Occidente è la terra a Ovest del mondo. Il mondo in direzione del tramonto del sole. Il luogo misterioso della sera e della chimera, della bellezza selvaggia e dell’inconoscibile, delle possibilità e anche dei sogni. L’Occidente: la terra del tramonto. Già Omero la descriveva come la dimora sconosciuta del sole, ed Eraclito ne parlava come della realtà tangibile dell’accadimento e del vero perno del mondo.

L’occidente è l’Europa. L’Occidente è l’America. L’Occidente è stata la terra del progresso scientifico e della corsa al futuro. E’ stata la terra della modernità, ma oggi è anche la terra della post – modernità. E se pensatori del Novecento come Oswald Spengler (per citare il più popolare e il più stranamente controverso) hanno visto nell’Occidente il topos di una profezia eclatante, dolorosa quanto inesorabile, predicendone il declino lento, irreversibile e forse violento tuttavia l’Occidente, entità geografica e geopolitica piuttosto rilevante e primaria, si erge sempre come simbolo di trasformazione e di positività, quasi una fiaccola sempre accesa indicante il percorso notturno ad una globalità disomogenea e spesso smarrita.

Che cos’è l’Occidente? Un concetto, forse; forse un’idea, forse anche un’ideologia, forse, più precisamente, un ideale e un carnet di valori unici e insostituibili per la loro umanità e universalità. Un anelito profondo, mi viene da dire, che l’inconscio collettivo umano ha sempre percepito e vissuto in un modo del tutto speciale ed al quale si è aggrappato nei momenti più bui della storia. Ma forse l’Occidente è qualcos’altro. E’ da sempre, ed è sempre, qualcos’altro. E rimanda ad altro, ad altro da sé e dai propri limiti e confini fisici, dalla propria frontiera, visibile o meno, ideologica, religiosa, umana, sociale, politica, ideale. L’Occidente è, alla fin fine, la terra dove il sole tramonta sì, ma è, in un tempo compresso all’inverosimile o dilatato all’infinito, in primis la terra del tramonto, perché se, come i filosofi greci hanno sostenuto, le cose tutte da un orizzonte di nulla sorgono e da un orizzonte di nulla vengono inghiottite anche la terra del tramonto ha (o avrà) il suo tramonto.

Se il sole tramonta, anche l’Occidente tramonta. Fuor di metafora, il mondo occidentale del ventunesimo secolo sembra aver raggiunto il culmine della propria parabola ascendente, in ogni campo o scibile umani, e sembra, perciò, avviarsi (o essere già) sulla via del proprio tramonto; e ciò in tutti i sensi. Un qualcosa di oscuro e di imminente sembra talvolta minacciare la sua marcia trionfante e inarrestabile di un progresso tecnologico discutibile e non sempre illuminante. Cosa porterà al suo tramontare? Una catastrofe violenta (una guerra nucleare, un’implosione di massa, una rivoluzione distruttiva)? O una fine dolce, quasi una solenne eutanasia annunciata (una corrosione sociale, politica e di valori dall’interno, un terrorismo di matrice estranea a macchie sottili ma determinanti, fattori piccoli e grandi di varia natura sommati insieme a fine declino)?

Speriamo, e ci auguriamo, che non sia così. Che non sia mai così. Ma se dovesse essere così per ineluttabilità del Fato (il Destino dei greci) o per Volontà Suprema che, a causa della sua imperscrutabilità, niente ha a che vedere con l’agire umano, allora ricordiamoci pure che al tramonto del sole, o della luna, o di qualunque altro corpo celeste nell’Universo segue sempre l’alba, radiosa o meno non spetta a noi saperlo e dirlo.

OCCIDENTE

Tramonta l’Occidente

come il sole tramonta

a occidente,

il detto e il non – detto insieme

riportano la parola

e il suo ascolto

sul luminoso e oscuro sentiero

ed è il solo passo per l’Eternità.

Ti ho cercato

senza mai trovarti

ho cercato