Forse non è casuale il verso di Mario Luzi nella pagina d’inizio del volume che da il titolo al libro: “( … ) crollò ogni divario/tra tempo e tempo/in una eternità accecante”; forse non è neppure altrettanto un caso che il tempo in sé, con il suo enigma millenario, il suo strisciante mistero, il suo fascino per l’uomo abbia in questo libro un posto di rilievo latente e insieme palese. Sto parlando dell’ultimo libro di Mauro Germani dal titolo “Tra tempo e tempo (Readaction Editrice, luglio 2022).
Volumetto agile, novantadue pagine appena, ma piuttosto condensato e intenso, “Tra tempo e tempo” di Mauro Germani è molte cose allo stesso tempo: un diario ma, forse meglio, uno scrigno parlante che raccoglie e custodisce ricordi, preserva pensieri, si nutre di memoria ed è per questo bello, vigoroso, vitale, prezioso. Straordinaria ed efficace come sempre la scrittura di Mauro Germani: fluida, scorrevole, precisa, corposa e agile, prefetta nelle sue forme e armoniosa; come una freccia che va dritta al bersaglio e ne colpisce il centro. Una freccia leggera dal sibilo acuto.
“Tra tempo e tempo” è forse una confessione dell’autore? Una confessione a se stesso, prima che al lettore? Può sembrarlo. Ma non lo è, o almeno non è solo questo. Un resoconto di vita o una resa dei conti con la vita? Anche questo può sembrarlo sì, ma non lo è né essenzialmente né largamente in quanto è molto altro e rimanda, ad ogni pagina, a molto altro.
Il riflettere sulle cose non è mai troppo. Il meditare su tutto ciò che la vita da, toglie e comporta non è mai ossessivo o pesante. Per il modo in cui porge al lettore la sua scrittura, il vivere, il vissuto Mauro Germani infonde a questo scritto l’ampiezza, la profondità, oserei dire la grandezza di una vita, di una ricerca, di un cammino intellettuali, spirituali, culturali, umani conclusi eppure paradossalmente aperti all’istante successivo, al silenzio dell’anima che ne segue, al palpitare segreto del cuore che ne scaturisce. Penso a quando, secoli fa in un mondo travolto dalla barbarie e dal caos, un brillante intellettuale di nome Agostino, convertitosi al Cristianesimo e più tardi proclamato santo dalla Chiesa Cattolica, scriveva a mò di diario, di ricordi personali, di riflessioni, di flashes non sempre luminosi sul proprio passato, il bilancio, o la “resa dei conti”, di una vita che, nell’intenzione dell’autore era indirizzata soltanto a pochi amici e perciò doveva essere letta, e custodita, solo da questi pochi … (Sto parlando de “Le Confessioni” di S. Agostino). Ma il dolore, la gioia, gli errori, i ripensamenti, le avventure (perché no?) dell’anima, dello spirito, della mente, del corpo, del cuore vissuti appieno e in tutte le possibili varianti umane (e disumane anche) sono appannaggio della vita e possono assurgere, perciò, ad esistenza universale che tocca con mano l’esistente.
“Tra tempo e tempo” di Mauro Germani forse, dopotutto, non ha bisogno di segnalazione, di raccomandazione, di essere additato e perfino di essere recensito ma di essere letto (questo sì, eccome) dalla prima fino all’ultima pagina, dal primo rigo fino all’ultimo rigo perché ogni frase e ogni parola contengono tutto dell’uomo e del mondo, e vanno sicuri sul sentiero della vita e della morte.
Francesca Rita Rombolà
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