Il fascino latente di uno strano noir. “AD UN PASSO DALLA VERITA'” di Patrizio Grossi

8 Novembre 2022

“AD UN PASSO DALLA VERITA'” (Emmelibri Editore) di Patrizio Grossi è un noir ambientato a Genova. Diversi e variegati sono i personaggi di questo giallo, ma legati tutti da un filo sottile che diventerà visibile chiaramente soltanto nelle ultime pagine del romanzo. Eleonora, la protagonista, è la chiave dell’intera vicenda, e sarà, per il lettore attento, il personaggio più enigmatico e controverso forse fin dal principio. La storia si svolge nell’arco di un quarantennio, cioè dal 1964 fino al 2004. Ben orchestrati i vari flashback, che scandiscono puntualmente le date e le fasi degli avvenimenti. In una Genova tranquilla e forse anche un pò monotona, “un’altra Genova”, ammantata di perbenismo e di ostentata eleganza, agisce spesso nell’ombra e si insinua nei meandri oscuri di una realtà tutt’altro che perbene e sincera.

Marco Torresi è l’altro protagonista del romanzo, che avrà un ruolo decisamente subdolo e intrigante fin dal prologo sintetico ma marcato. E poi detective privati, viaggi in Sud America, un misterioso delitto, segreti inconfessabili del passato che vedono la luce lentamente costituiscono un mix produttore di suspance e di quel pizzico di adrenalina in più la quale non guasta mai in questo genere di romanzi.

Claudia e Corrado forse, alla fine, sembrano essere le due figure positive dell’intera cornice. Da amici si ritroveranno amanti e infine innamorati sul serio, pronti a convogliare a nozze con tanto di anelli e cerimonia sfarzosa. Ho detto forse, perché in fondo non è del tutto scontato che la loro semplicità, la loro onestà e il loro candore non vengano poi contaminati dalla ricchezza improvvisa, dalla febbre del denaro che tutto e tutti contagia da sempre. Si può parteggiare per l’uno o per l’altro dei diversi personaggi di “AD UN PASSO DALLA VERITA'”, si può comprendere o meno ciascun personaggio, si può amare o odiare ogni personaggio o soltanto determinati personaggi ma rimane, al termine della lettura, comunque il fascino latente di uno strano noir che si concede interamente e, allo stesso tempo, si ritrae per continuare a mantenere intatto un certo pudore innato.

Molto bella la copertina del libro: un’elaborazione grafica piuttosto originale, indicativa nell’abbinamento dei colori e dei caratteri che l’autore ha scelto e ha voluto, forse per dare più risalto alla sua opera in sé e un segno di rilevanza nei riguardi del proprio scritto.

Francesca Rita Rombolà

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