“La pelle sul cuscino, il resto chissà dove”, Armando Editore, 2023, di Stefano Diotallevi è un romanzo d’amore in cui si parla e si vive d’amore, l’amore presentato in diverse angolature e descritto con sfaccettature talvolta tenui talaltra forti come i colori sulla tavolozza di un dipinto. Molti i personaggi, sia maschili che femminili, ma solamente due i veri protagonisti: Pippo e Alice; lui un uomo semplice, solo e solitario, collezionista di moto d’epoca e grande bestia da lavoro; lei ragazza bella, viziata, volitiva di provincia alla ricerca dell’amore ideale, che poi alla fine non arriva. Pippo, in realtà, non conoscerà mai Alice né la frequenterà mai, seguirà la sua crescita biologica e affettiva da vicino vivendo nell’appartamento di fronte.
Interessante l’incipit del romanzo: “Qualcuno ha detto che non c’è bisogno di soffrire per essere un poeta; l’adolescenza è una sofferenza che basta a chiunque ( … )”. Frasi non di certo scritte a caso da Stefano Diotallevi e sulle quali si potrebbe, e si dovrebbe, meditare per mesi, se non addirittura per anni (chi non ha mai sofferto durante l’adolescenza, per amore, per incomprensione da parte della famiglia e del mondo, o per altro ancora?). Alice vive la sua adolescenza, prima, e la sua maturità, dopo, in modo inquieto ed esuberante, con l’ombra nascosta e protettiva di Pippo che non smette mai di osservarla, sviluppando, così, un sentimento unico e diverso sfociante in amore vero e profondo. Alice vive sì, ma non pienamente e completamente; avrà molte avventure con uomini diversi, si sposerà anche con un uomo ricco di Roma appartenente al mondo superfluo e lussuoso dell’alta moda per opportunismo e per convenienza: “( … ) Che belle cose le dava Raimondo! Cose delle quali si era sempre privata, o meglio, che non sapeva potessero esistere, se non nei sogni, se non nelle fantasie ( … ). Si andava consolidando tra loro, in special modo tra lei e Raimondo, una sorta di tranquilla e collaudata routine che pareva funzionare ( … )”. E che invece non funzionerà proprio … infatti, quasi subito dopo aver sposato Raimondo, Alice scoprirà che lui è omosessuale e che l’amico colombiano Santiago è, in realtà, il suo amante. Ritornerà a casa dalla madre e, da divorziata, riprende la vita di sempre. L’unica cosa che farà, con impegno e con passione, sarà studiare per vincere il concorso per un posto di insegnante alle elementari. Ed è qui che conosce Aldo, insignificante e pressappochista ma di ceto sociale elevato e con parentele e amicizie piuttosto importanti in campo politico. Non lo amerà. Non lo amerà mai. Ma finirà per sposarlo, per il suo innato bisogno di protezione, di sicurezza economica, sociale, umana, addirittura incinta del pittore Andrea Selleti del quale si credeva davvero innamorata e che ha lasciato forse per gelosia, forse per la paura inconscia di una vita non brillante per sicurezza e lusso.
Ma ha raggiunto la felicità? L’autore sembra volerci dire di no. E’ una brava insegnante, avrà presto un figlio, Aldo è al settimo cielo, le famiglie di entrambi anche … però Alice, la splendida e bella Alice, è diventata scialba e irrilevante, forse perfino un pò meschina, mentre Pippo muore lentamente ma inesorabilmente (per infarto, probabilmente) sognando un’Alice ragazzina, innocente e umile, insieme ad un se stesso giovane e aitante pronti a vivere un amore vero, grande, appassionato e soprattutto disinteressato.
“La pelle sul cuscino, il resto chissà dove” è un romanzo che cerca di presentare e di descrivere l’amore nel mondo post – moderno. Piacevole da leggere, offre comunque lo spunto per dissertare sull’incommensurabilità dell’amore anche in tempi caotici e incerti come quelli che stiamo vivendo, quasi a voler dire che l’amore rimarrà per sempre un doloroso e meraviglioso enigma.
Francesca Rita Rombolà
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