Il mistero della lingua, la magia del parlare

27 Agosto 2024

I popoli parlano, le nazioni hanno una loro lingua ufficiale, le genti si esprimono in dialetti e in idiomi propri. L’uomo, il genere homo, l’homo sapiens sapiens parla, comunica, si esprime; e con ciò e per ciò ha costruito e costruisce la civiltà e le civiltà. Molti e differenti sono i linguaggi, ma determinati i suoni che formano le parole e articolano la lingua. Il linguaggio avvicina all’altro. Il vicino e il lontano, per mezzo della lingua, sono esseri umani che guardano il cielo e oltre il cielo. La parola sente, percepisce, esplica infine la presenza (di Dio, degli dei, del destino, del Tutto è inerente all’individuo e alle sue credenze). Le lingue dei popoli sono innumerevoli, molte estinte perché le etnie non sono ormai più da secoli; molte parlate ancora da pochi; moltissime veicolo di comunicazione orale per milioni e milioni in tutto il mondo. Le lingue si evolvono, si trasformano, diventano irriconoscibili e nuove, seguendo un percorso più o meno analogo alle civiltà che nascono, crescono, si sviluppano e scompaiono come ogni cosa nell’universo conosciuto (le galassie, i sistemi solari, le stelle simili al sole o diverse dal sole, i pianeti).

L’uomo è l’unico animale che parla (sulla terra e sembra nell’intero sistema solare), e perciò può esprimere (a differenza degli altri animali) le proprie passioni, i propri sentimenti che sono universali ma possono essere tradotti e compresi in tutte le lingue, i dialetti, gli idiomi della terra. Vi è dolcezza o asprezza nei toni di un linguaggio, spesso o talvolta un misto di entrambe che denotano il carattere, e le caratteristiche peculiari, di una persona (uomo o donna), di un’appartenenza importante ma sofferta, felice ma incomprensibile e oscura.

Il mistero della lingua, la magia del parlare … è bene che sempre restino tali, cioè mistero e magia; perché solo così “l’umanitas” dell’homo sapiens sapiens potrà mantenersi integra e a lungo.

La magia più grande e il mistero più recondito

Cos’è la lingua?

Un abisso?

La scia infinita di una meteora?

Un suono scaturì dalla luce

quella luce primordiale

che annientò le tenebre.

Nacquero le stelle

i mondi in evoluzione,

il respiro, la vita.

E infine l’uomo parlò.

E creò con la parola

realtà immaginifiche

dimensioni altre

segni che si librano

oltre lo spazio e il tempo.

Una soltanto fu la lingua.

Ma poi vennero i linguaggi

la contesa, la guerra.

L’uomo costruì e distrusse,

amò e sorrise

pianse e si fece più umano.

E’ ancora potenza il linguaggio?

Sì, da sempre. E per sempre.

E si trasforma in idiomi parlati

da milioni e milioni

popoli nazioni razze civiltà

molteplicità di accenti

profusione di espressioni

dolcezza o asprezza dei toni.

Ma la magia più grande

e il mistero più recondito

è che io parlo e tu, voi

l’altro: il vicino e il lontano

sentiamo, percepiamo, viviamo

tutti insieme e ciascuno separatamente

a suo modo

i sentimenti e le passioni

la gioia e il dolore

tradotti in tutte le lingue

i dialetti, gli idiomi della terra.

Francesca Rita Rombolà

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