E’ una voce antichissima, che ci viene da una civiltà distante da noi nel tempo e nello spazio, eppure è una voce perenne quella che interroga la propria anima e il proprio cuore sul significato del vivere e del morire e confida al Grande Spirito Universale le proprie ardenti speranze. E’ un canto dal titolo “Dov’è il paese in cui non si muore?” di anonimo messicano ma che, probabilmente, ne è l’autore Fiore Nero – Principe della Corona – erede di Montezuma II ultimo imperatore del Messico precolombiano, raffinato poeta e insigne guerriero. Egli comprende, sa, che la vita non è “nostra” e non ce la diamo noi: ce la dona il Grande Spirito Universale in un sublime atto d’amore. Se la vita è qualcosa che dura perennemente, noi non viviamo perché siamo destinati a morire: solo il Grande Spirito Universale vive in quanto è eterno; Egli, infatti, può farci vivere eternamente concedendoci la vita oltre la morte del corpo … ma talvolta la tristezza e il dolore del distacco possono essere umanamente davvero insopportabili!
Vi è una terra in cui i morti possano vivere finalmente liberi da ogni affanno che consuma i mortali? Possono essi aver raggiunto una pace impossibile nel mondo degli uomini? In quale dimensione essi vivono ormai affrancati da ogni sofferenza, da ogni paura, da ogni ingiustizia, da ogni guerra, da ogni sorpruso? Quando l’autunno, nell’emisfero boreale, inizia a entrare nella sua fase intermedia e prelude alla stagione del buio e del freddo, cioè l’inverno, da sempre i popoli che lo abitano sono sommersi da una cocente nostalgia verso i propri cari morti; allora quasi tutte le credenze, e le tradizioni ad esse legate, hanno immaginato (e immaginano forse ancora) che un varco si apre, per il breve spazio – tempo di una notte, fra la loro dimensione e la nostra e che, perciò, i morti possono “ritornare” ancora una volta sulla terra per rivedere le persone amate.
Dov’è il paese in cui non si muore? Si chiede il poeta … perché egli, sì, percepisce, avverte, ne ha quasi la visione, che un “Paese dell’ Eternità”, e dunque della Vita, esiste, è reale, anche se magari in altri universi e in dimensioni altre, e che può essere raggiunto in spirito e in corpo.
Dov’è il paese in cui non si muore?!
E’ una domanda, impellente e straziante quasi, che ciascuno, a suo modo e ovunque nel mondo, fa a se stesso e a ciò che sempre lo sovrasta.
Dov’è il paese in cui non si muore?
Qui sulla terra i nostri cuori dicono:
“Oh, amici, fossimo immortali,
oh, amici, dov’è il paese in cui non si muore?”.
Potrò io andarci? Ci vive mia madre?
Ci vive mio padre?
Le mie sorelle e i miei fratelli?
Gli uomini stanno semplicemente
davanti al Grande Spirito Universale
attraverso il quale ogni cosa vive.
La nascita viene, la vita scende sulla terra.
Per un periodo breve ci viene data
la gloria di ciò per cui ogni cosa vive.
Veniamo solo per dormire,
veniamo solo per sognare:
non è vero, non è vero
che veniamo a vivere sulla terra:
noi siamo l’erba di primavera
che viene gloriosamente arrampicandosi
e germoglia così il nostro cuore,
il fiore dei nostri corpi apre alcuni petali
poi sfiorisce!
Estendi la tua creazione, la tua protezione
o Grande Spirito Universale!
Francesca Rita Rombolà
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