George Sand, donna: forse un simbolo, forse una promessa mantenuta

11 Novembre 2024

George Sand, nome maschile, è lo pseudonimo della scrittrice francese Amandine Lucie Aurore Dupin nata a Parigi il 1 luglio 1804, morta a Nohant il 7 giugno 1876. Precocemente orfana di padre, crebbe nella sua terra di Nohant con la nonna, vecchia dama colta e spregiudicata. Intorno ai quindici anni, in collegio a Parigi, dalle Dame Inglesi, ebbe una crisi mistica. Ma ritornò presto in compagna dove, sotto la guida dell’anziano precettore Deschartres, riprese i temi della già ribelle fanciullezza con lunghe meditazioni solitarie, cavalcate in abito maschile e letture sterminate di ogni tipo. Nel 1821, in seguito alla morte della nonna, rimane erede universale dei beni di lei, ma continua a vivere con la madre in un rapporto molto conflittuale a causa del quale sposerà (proprio per “liberarsi” della madre) il colonnello Casimir Duderant e dal quale avrà due figli: Maurice e Solange.

Nel 1831, al termine di un matrimonio infelice, la scrittrice fugge a Parigi dove si stabilisce nel Quartiere Latino legandosi con Jules Sandeau e con altri “scapestrati/hugolatres” e abbandonandosi con frenesia a una vita di disordini tipicamente studenteschi. Inizia a scrivere in collaborazione con Sandeau firmando con lo pseudonimo di George Sand per “mostrare” alla società dell’epoca le sue capacità per nulla inferiori a quelle maschili in quanto a talento artistico e intelligenza acuta, e quasi a voler accentuare una sorta di “androginia psichica” e una libertà impossibile per la donna a quei tempi. Si separa da Sandeau, e arrivano presto i primi successi letterari: “Indiana” e “Valentine” (1832) e “Lelia” (1833). Nel frattempo inizia anche la serie, turbolenta e fugace, dei suoi amori: da P. Mérimée a A. de Musset. Negli anni seguenti viaggerà in Italia e in Svizzera. Rientrata a Parigi, all’Hotel de France, in Rue Lafitte, tiene un eccentrico e brillante salotto ospitando Heine, Mickievicz, Balzac, Flaubert. Inizia proprio allora la sua lunga relazione con il musicista polacco Friedrich Chopin durata, ad intervalli piuttosto drammatici, ben undici anni.

George Sand fu un’artista, interamente donna e interamente ribelle, molto poliedrica e poliglotta; si occupò anche di storia naturale, di botanica, di mineralogia, di pittura. Lasciò centocinquantatre volumi di romanzi e di novelle, ventiquattro commedie e quarantanove altri volumi di scritti vari! La sua vita fu un sogno … ancor lontano e ancor vago per la donna, purtuttavia rappresentando l’inizio promettente di un cammino lungo e irto di ostacoli in vista di una meta non impossibile da raggiungere (come i secoli successivi, fino ad oggi, dimostreranno); infatti George Sand fu, a pieno titolo e a buon diritto, la prima donna veramente emancipata dei tempi moderni, raccogliendo, nella sua complessa figura, con un’energia vitale davvero grande e prodigiosa, gli eccessi più controversi e insieme le caratteristiche migliori del sentimento romantico che si diffuse in un’ Europa inquieta e come “assetata” di libertà, individuale e collettiva, nei suoi popoli e nelle sue idee nuove.

George Sand… oggi direi, senza se e senza ma, donna: forse un simbolo, forse una promessa mantenuta. Per ogni donna, passata e futura.

Francesca Rita Rombolà

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