“Le forme artistiche oggi sono sempre più variegate …”. Conversazione con Massimo Granchi, scrittore, antropologo, comunicatore pubblico

25 Marzo 2025

Massimo Granchi è nato a Cagliari nel 1974. Vive a Siena. Scrittore, antropologo, comunicatore pubblico, è specializzato in media, storia, cittadinanza. Ha conseguito un dottorato in Istituzioni e Società. Ha fondato l’Associazione culturale “Gruppo Scrittori Senesi” di cui è presidente onorario, il “Premio Letterario Città di Siena” e il “Premio Letterario di Quartu S. Elena” di cui è direttore artistico. E’ ideatore e coordinatore del “Premio Letterario Toscana” e responsabile del settore cultura del “Circolo Peppino Mereu” di Siena. E’ stato vice presidente del “Club per l’Unesco” di Siena. Tiene corsi di scrittura creativa per bambini, ragazzi e adulti nelle scuole e all’università e laboratori rivolti ai detenuti nelle carceri. Massimo Granchi ha vinto numerosi premi letterari e, oltre a vari racconti, saggi e brevi articoli, ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e fiabe.

Francesca Rita Rombolà conversa con Massimo Granchi.

D – Iniziamo questa conversazione parlando dell’ultimo libro di Massimo Granchi, appena uscito qualche mese fa; che ne dici?

R – Cara Francesca, intanto vorrei ringraziarti per questo spazio. Il mio quinto romanzo è uscito il 31 gennaio 2025 per Arkadia Editore. Si intitola: “La memoria della vite” ed è la storia di un’amicizia tra due adolescenti che vivono nel quartiere Eur di Roma ai giorni nostri. Gabriel è un ragazzo di origine colombiana. Sole è figlia di un milanese e di una napoletana. Liliana, madre di Sole, è la terza protagonista della storia. E’ una donna emancipata che ha creato un’agenzia di badanti e vive un matrimonio insoddisfacente. Sogna di tornare a Procida, dove ha una casa al mare ereditata dai nonni. C’è, inoltre, un quarto protagonista, che è il loro condominio: un palazzo popolato di famiglie e personaggi dalle caratteristiche forti. Un drammatico incidente li cambierà, costringendo i protagonisti a percorrere traiettorie esistenziali inaspettate, a rivedere le priorità, ma soprattutto ad affrontare demoni nascosti dietro scelte ineluttabili. “La memoria della viote” è un romanzo sul significato delle relazioni umane, il coraggio, la speranza e la capacità di rinnovarsi.

D – Qualcosa sulle altre tue pubblicazioni?

R – Ho iniziato a scrivere racconti brevi quando ero molto giovane. Laura Murru, una mia professoressa di italiano alle scuole superiori, è riuscita a vedere oltre la mia scrittura. Fino ad oggi, ho pubblicato articoli, saggi, fiabe, raccolte di racconti, ma mi definirei soprattutto uno scrittore di romanzi di formazione.

D – Massimo Granchi è direttore artistico e presidente onorario di alcuni premi letterari, cosa ne pensa – dunque – dei premi letterari? Sono un buon mezzo, per un artista, anche non esordiente, per promuovere le proprie opere?

R – I premi letterari rendono possibile il confronto tra autori, offrono un’occasione per misurare le proprie capacità narrative e, soprattutto, nel caso dei premi più importanti, creano le condizioni per arrivare al grande pubblico e farsi maggiore pubblicità, che aiuta le vendite dei libri. I premi letterari, inoltre, se condotti con serietà, sono ambiti privilegiati di scoperta di nuovi talenti e di sostegno di quelli emergenti.

D – La società odierna recepisce in modo adeguato, secondo te, l’Arte?

R – Le forme artistiche oggi sono sempre più variegate, anche maggiormente fruibili grazie agli strumenti di veicolazione messi a disposizione dai social media. Tale processo di diffusione le mette a disposizione di chiunque voglia cimentarsi in nuove forme espressive. La scrittura ne è un esempio. In Italia scriviamo in tanti, ed è sempre più facile pubblicare. Questa fluidità del mercato editoriale può andare a discapito della qualità, per questo il ruolo dei professionisti di settore, come gli editori, per esempio, o gli agenti letterari, può essere determinante per garantire la qualità. Anche i consumatori finali possono fare la differenza. Noi tutti abbiamo il dovere, per noi stessi, di alimentare la nostra capacità critica attraverso la formazione, la conoscenza, lo studio, il confronto. Liberi di scegliere con consapevolezza.

D – Che importanza, e che valore, dai alla poesia nella tua vita, artistica, e personale?

R – La Poesia è ovunque. Si trova in un sorriso, un pensiero, un odore, una canzone. Il difficile è riconoscerla. Non basta la sensibilità. E’ necessario allenarsi alla bellezza, e questo è possibile solo vivendo le forme artistiche nelle loro molte espressioni. Io non mi reputo un poeta, purtroppo non so scrivere poesie, ma ho una mia visione poetica della realtà che alimenta la mia vena artistica. Cerco di compensare le mie mancanze attraverso le fiabe, per esempio, che, a mio parere, sono molto poetiche.

Francesca Rita Rombolà

Massimo Granchi

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