Il Laos, terra lontana ed esotica, terra di templi dedicati al Buddha, l’Illuminato, di grotte, di foreste pluviali e di fiumi, forse non del tutto conosciuta (di certo, per molti versi, ancora da esplorare) all’uomo dell’Occidente opulento, scaltro, desacralizzato. Il Laos, un paese piccolo situato nel sud – est asiatico, un paese che nel recente passato è stato molto tormentato dalla guerra (vedi l’intervento statunitense in Vietnam negli anni Sessanta del secolo scorso), ma con una storia millenaria ricca di civiltà, di cultura, di arte. Ancora oggi forse, camminando per le vie del Laos, si percepisce, nonostante la globalizzazione forzata di questa parte considerevole del pianeta, una forma di spiritualità latente ben radicata e piuttosto tenace. Luci e ombre si alternano sul cammino del pellegrino, o del semplice viandante, quando si ferma a dare uno sguardo a tutto ciò che lo circonda. Gli alberi a pelo d’acqua circondano le rive dei fiumi, e i tramonti lunghi e rosseggianti sembrano ammantare di corallo le cime di rupi primordiali che il tempo ha forse dimenticato di coinvolgere nella sua corsa in avanti. Voci di persone e voci di animali. Suoni imprecisati che la natura trasforma, ingigantisce o rimpicciolisce restituendoli all’orecchio spezzati o interi e come provenienti da dimensioni altre molto più vaste di quella angusta in cui vive l’uomo. Ancora misteriosa e modulata al ritmo dell’Universo risuona, nelle ore prescritte del giorno e della sera, la sacra sillaba ohm dal tempio più vicino, che satura l’aria della sua profondità mischiata ai profumi dei fiori e dei frutti, e agli odori vari portati da un vento leggero il quale sa appena di brezza …
… E giunge anche questo canto di un poeta anonimo laotiano: un canto colmo di speranza, un inno di lode al Dio Grande e Infinito che annulla qualunque raffigurazione che l’uomo voglia fare di Lui. E’ un canto antico di secoli, sgorgato spontaneamente dall’uomo, dalla sua ispirazione più libera fuori da ogni influsso diretto del Cristianesimo, del Buddismo, dell’Islamismo, dell’Induismo; un canto che sale limpido dall’anima dell’uomo la quale si volge con trasporto alle cose del Cielo.
SIA LODE A TE
Dio nel cielo,
Unico Iddio,
A Te tutte le cose devono
la loro vita.
Saggio e Forte senza pari,
sia lode a Te,
o Dio, ora e sempre.
Lo splendore del sole mattutino
scaccia l’oscurità;
leggera spande l’argentea luna
la sua luce:
l’invisibile Iddio le sue opere rivela.
Dio Grande e Infinito,
che Tu sia lodato
nei nostri cuori.
Francesca Rita Rombolà
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