Migranti. Migranti nel mare
nel mare più ricco
di storia del mondo.
Dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione
da tutto in fuga e ancora in fuga
e sempre in fuga
a lottare contro la cieca
furia degli uomini
e l’ultima lotta
contro la violenza delle onde inumane.
Ho visto molte mani
di colore nero annaspare
ma non ho teso le mie mani
per aiutare.
Ho sentito molti bambini
urlare
ma non ho saputo
porgere l’orecchio per ascoltare.
Ora tante bare allineate
straniere fra stranieri:
un numero sul volto sconosciuto
talvolta un fiore di fretta abbandonato
il mio occhio guarda indifferente.
Donna senza nome
ragazzo nudo senza più un abito
uomo coperto di un cencio appena
il canto e la parola
ti rerstituiranno gli affetti, la dignità
il tuo sentire e il mio.
Francesca Rita Rombolà
Poesia improbabile, versi improvvisi per la tragedia, non prima e non ultima forse, avvenuta al largo delle coste di Lampedusa il 3 ottobre scorso e per la quale l’autrice nulla può se non esprimere il suo dolore con il Canto e il dolore del suo canto.
Nessun commento