Un terribile eufemismo – LUCIANO GAROFANO e GIORGIO NAPOLITANO

25 Novembre 2013
Luciano Garofano

Luciano Garofano

“Ogni otto minuti nel mondo una donna viene assassinata. (…) Il più delle volte sono vittime in tutti i sensi: della povertà o della prostituzione organizzata, prima ancora che del serial killer che ha rivolto la propria furia omicida contro di loro.(…) Ma si uccidono le donne anche per senso di possesso frustrato, perché non si vuole accettare la fine di una relazione o per gelosia, spesso associata a vere e proprie forme di ossessione morbosa o addirittura patologica.(…) Nella quasi totalità dei casi le aggressioni non vengono denunciate. Un terzo delle vittime non solo non si rivolge alle Forze dell’Ordine, ma non si confida con nessuno di ciò che le è successo, chiudendosi così in un isolamento che rende il trauma ancora più duro e la lotta al crimine più difficile. Persino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 25 novembre 2009, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne, ha sottolineato l’importanza di sradicare<< una concezione della donna come oggetto di cui ci si può appropriare: è infatti la persistenza di questi aberranti schemi mentali a favorire il riprodursi di insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare >>”.

Brano tratto dall’Introduzione del libro UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE (con Paul Russell e Andrea Vogt) di Luciano Garofano generale dei Carabinieri ex comandante del RiS di Parma.

Donna. Essere donna. La donna: un essere complesso, dalle sfaccettature varie, dal mistero incomparabile, enigmatico e fascinoso al pari della luna di cui è sempre stato metafora. Non è mai stata facile la comprensione fra i sessi né tantomeno la convivenza.

L’uomo cerca nella donna l’altro sè stesso, ma spesso finisce per imbattersi in una serie di complicazioni senza fine che riguardano “l’universo donna”, perchè la donna è come un labirinto: più ci si addentra per trovare il centro o per uscirne e più invece ci si smarrisce e a volte si finisce per non trovare più l’uscita.

Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano

La donna è per l’uomo madre, compagna, sorella, moglie, amica, amante. Lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung si chiedeva: chi è più complicato psicologicamente l’uomo o la donna? E finiva per rispondere: la donna. Quando fra i due, l’uomo e la donna, si raggiunge un equilibrio reale in tutti i sensi forse si è varcata la soglia della felicità. Quando la forza delle passioni e le turbolenze della psiche si mescolano e si agitano nei cuori e nelle menti allora si ha rottura, sopraffazione e si giunge spesso alla violenza.

Siamo strane noi donne e non ce ne accorgiamo. Forse è la nostra predisposizione biologica a diventare madri: a concepire, a partorire, a curare e ad allevare, in breve, a dare la vita a renderci fragili e indifese eppure, allo stesso tempo, forti e determinate? L’uomo ha una struttura fisica forte atta a sopraffarci, anche i suoi ormoni sono più predisposti all’aggressività di quelli femminili… e in momenti di ira, di rabbia, di impulsività repressa che esplode non sa, non riesce quasi mai a trattenersi dal colpirci, spesso in modo fatale. Ha un senso domandarsi perché è quasi sempre l’uomo a picchiare, a malmenare, a uccidere la donna anziché il contrario? Forse sì, e ciascuno o ciascuna può farlo senza pregiudizi di sorta e di genere. La parola femminicidio, di uso odierno molto corrente, suona quasi come un eufemismo (un terribile eufemismo) per dire eliminazione fisica di un genere (femminile) di specie (homo sapiens sapiens) al pari di genocidio, regicidio, omicidio di massa e altro. E’ così? Siamo dunque giunti a questo? Tralascio di nominare le lotte per i diritti umani, civili, giuridici che le donne sostengono e portano avanti da più di un secolo e chiedo a me stessa: parità, uguaglianza, libertà nel bel mezzo di un femminicidio? Che il paradosso, la contraddizione, l’ambiguità – fascinazione – mistero che noi donne ci portiamo dietro fin dalla notte dei tempi consistano proprio in questo? Il 25 novembre è stata istituita Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne; un motivo allora ci sarà. Il Capo dello Stato, di uno stato sovrano e democratico, parla, in questa giornata, in difesa della donna intesa come vittima in ogni senso; anche in questo caso un motivo ci sarà. La gravità di questo motivo? Sottile come un filo di seta, oscura come la notte, resistente come una barra di acciaio.

Francesca  Rita  Rombolà

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