“(…) Ecco, è da questo strapotere dei partiti che ha origine il sentimento di impunità tipico dei signori di partito. E’ dal mantello di un sistema che protegge le sue classi dirigenti, impedendone il ricambio. E’ dal buco nero di una legge elettorale che lascia a mani nude i cittadini, tanto sono i partiti che decidono gli eletti. E allora la questione legale traligna in questione morale o, meglio, culturale. Perchè se non puoi rompere il sitema ti ci adatti, ti genufletti davanti ai suoi mandarini. Cerchi di propiziartene i favori e, d’altronde, la cultura del favore è sempre stata florida alle nostre latitudini. Da qui la miscela che accende il fuoco della corruzione: l’impunità avvertita dai potenti, il servilismo che ha ormai fiaccato gli italiani (…)”
Brano tratto dal libro L’ASSEDIO – La costituzione e i suoi nemici – di Michele Ainis
Una costituzione. Una carta costituzionale. La costituzione.
Quante persone si sono battute, hanno veramente lottato con passione e hanno anche dato la vita morendo, sotto tortura o per esecuzione capitale come dei malfattori, per riuscire a far promulgare, dal potente di turno, una costituzione che fosse di beneficio per il popolo e per la nazione.
Tante persone. Si, davvero tante.
Nei secoli scorsi. Intellettuali, uomini di scienza, nobili e plebei, a volte senza troppe distinzioni di classe o di ceto sociale. Perchè? Perchè una costituzione è importante per un popolo che non sia di sudditi ma di cittadini; che non sia di schiavi o di succubi dei governanti ma di uomini e di donne liberi.
La costituzione è la base della democrazia e la garanzia più sicura dei diritti dell’uomo e del cittadino, del vivere civile per mezzo di leggi che racchiudono in sè principi, valori, idee validi per tutti quindi, in una parola, universali. Allora la costituzione di uno Stato o in uno Stato è un qualcosa di sacrosanto. Sì, sicuramente. A prescindere dal fatto che una costituzione “vera e autentica” ce l’hanno solo gli stati democratici.
L’Italia è una nazione da più di centocinquant’anni, ma ha una costituzione “vera e autentica” solamente da sessantotto anni cioè da subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, esattamente dal 22 dicembre 1947 quando, con 453 voti favorevoli e 62 contrari, venne appena “battezzata” la costituzione della neonata repubblica italiana. Sono passati molti anni da quell’evento storico. Nel ventunesimo secolo, in cui tutto cambia repentinamente, si volge, si travolge e si stravolge, si brucia e si consuma in pochi attimi per poi ricominciare da capo a costruire o a ricostruire e a distruggere di nuovo, anche la costituzione di uno stato come quello italiano: libero, sovrano, progredito e moderno sembra risentirne di questi “moti tellurici” che possono spaccare, squassare con violenza o agire nel silenzio e nell’ombra inavvertitamente.
Molti potrebbero obiettare, a torto o a ragione, che la costituzione italiana è solida come una roccia di puro granito e che, come tutte le costituzioni che si rispettino, è sacrosanta. Sarà così (chi lo mette in dubbio) ma esempi di segno opposto si levano, silenti e inquietanti, da chi è competente in fatto di legislatura, di rispetto, di salvaguardia e di applicazione di ciò che la costituzione sancisce. Per usare una metafora letteraria, pare che la costituzione italiana sia, fin dalla sua approvazione, una “fortezza” (su uno sperone roccioso, in mezzo al deserto o in una foresta intricata, chissà?) circuita e assediata in continuazione da ogni parte e da tutte le direzioni (est, ovest, nord e sud; sinistra, destra, centro, centro – sinistra, centro – destra ecc. ecc.).
Perchè? Come è possibile ciò? E per quale, oscura o palese, ragione? I perchè sono tanti e vari: un principio “calza stretto”, un altro, invece, è “troppo largo” ad esempio; una norma “va bene all’uno” ma va “di traverso all’altro”. La ragione può essere sia palese che oscura. In sessantotto anni di vita, la costituzione italiana ha “subito” o “avuto” emendamenti, decreti legge, postille, norme, leggine improvvisate e ad hoc di ogni tipo e genere, di ogni colore, forma e dimensione; dei veri e propri “assalti” ad una fortezza che, come quella di Makerous nell’antico Israele al tempo del dominio romano, ha fama di essere inattaccabile e soprattutto inespugnabile.
Quanti di questi “assedi” alla nostra “fortezza – costituzione” sono stati condotti con rigore, astuzia, inavvertibilità, spirito di “giustizia, di democrazia e legalità”; quanti alla luce del giorno e “sotto gli occhi di tutti” e quanti nelle tenebre notturne e all’insaputa non solo dei semplici cittadini ma anche di quelle autorità e di quelle personalità che sono innanzi tutto garanti e guardiani della costituzione e colonne portanti dello Stato.
E’ proprio vero che gli interessi personali o di parte, l’ambizione, la corruzione, la smania di prestigio e di prevaricazione sono forti e spesso irresistibili nell’uomo, a tal punto da farlo preparare piani, concreti o immaginari, per aggirare, circuire, in una parola, assediare un documento scritto che ci si è dati da sè per progredire e per migliorare e che è sacrosanto!
E quante di quelle volte ci hanno detto e ci dicono, fatto capire, talvolta sbandierato proprio che codesti “assalti” alla “fortezza – costituzione” erano e sono necessari e importanti per il cambiamento in positivo di tutti, perfino che sono urgenti, salutari e salvifici; a tutti noi, cittadini impotenti, spesso ignoranti e incompetenti, esterrefatti o indignati.
Da un po’ di anni a questa parte, in Italia si parla di riforme, di fare delle riforme in tutto e di attuarle presto e nel più breve tempo possibile (sarà una moda, una fissa, uno slogan o cos’altro, mi domando) ed entra, in un modo o in un’altro, sempre in ballo la costituzione; cosìcchè gli “assalti” alla “fortezza – costituzione” continuano, si ripetono, riprendono violenti, ordinati e calmi, camuffati, nascosti o nitidi, puliti, legali, avallati da tutte le forze in gioco e in campo.
Ma la “fortezza” resiste, resiste sempre e ancora, malgrado tutto, ne è solo scalfita da qualche breccia sulle mura o dalla caduta di calcinacci dalle torri di guardia. Niente male, e… al prossimo assalto! Alla fin fine, l’antica imprendibile fortezza di Makerous, il “nido d’aquila” d’Oriente”, è caduta per mezzo dell’inganno e non della forza. Sarà così anche per la “fortezza – costituzione” italiana? In un futuro prossimo o remoto? Chi può dirlo? Le cose tutte (come vado ripetendo da sempre) dal nulla vengono e al nulla ritornano. Niente, a questo mondo, è invincibile ed eterno. Per ora rimane l’amaro in bocca (ai cittadini onesti, seri, laboriosi, semplici e ignari soprattutto) di assistere, come inebetiti, o di non capire, intuire o a venirne a conoscenza affatto di modifiche, cambi e commi, proposte di legge, normative astruse: “assalti” tutti (in una maniera o nell’altra) alla costituzione, fortemente voluta e creata da persone che hanno lottato per la libertà, per la civiltà e per i diritti inalienabili di ciascun essere umano; costituzione che sembra vacillare sotto i colpi insistenti che “piovono” da ogni parte durante “l’assedio” ma che, fin’ora, ha resistito e continua a resistere, e anche bene.
Francesca Rita Rombolà
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