Raffaella Verga nasce ad Albenga, in Liguria, nel 1971. E’ laureata in lettere, in psicologia ed è coach certificato. Si occupa da quindici anni di consulenza aziendale e formazione psicologico – comportamentale per numerose aziende italiane. Esperta di ADR (Alternative Dispute Resolution), di psicologia del conflitto e di tecniche di negoziazione e comunicazione efficace. “Solis” è il suo sesto romanzo. Dal 1998 ha pubblicato: “Storia di un’altra donna” con Firenze Libri; “Con gli occhi degli altri” edito con Albatros Il Filo – Premio Segnalazione della Critica al concorso letterario di Viareggio Carnevale; “Etichette nere per il bene e il male” con Albatros Il Filo; “L’ Effetto domino” self publishing, che vince il primo premio del “Premio Nazionale Pannunzio”; “Ma perchè proprio a me?” edito da Armando Curcio Editore nel 2016, che vince il Premio Soldati e la Menzione d’onore del Premio Alda Merini.
Francesca Rita Rombolà ha conversato con Raffaella Verga per poesiaeletteratura.it
D – Raffaella Verga, da poco è stato presentato il suo romanzo “Solis”. Di che cosa parla? Può raccontare qualcosa al riguardo?
R – Il romanzo “Solis”, edito dalla NeP Edizioni, è la continuazione di un mio precedente romanzo, uscito nel 2008, dal titolo “Con gli occhi degli altri”. Solis, che da il titolo al romanzo, è un villaggio sperduto sulle Ande peruviane da dove proviene la bambina di quattro anni, Chiara, adottata da una famiglia italiana. Ella diventerà adolescente, non senza difficoltà, attraverso una serie di vicende che la porteranno a maturare e a diventare donna. Il filo conduttore del romanzo è quasi come se fosse la mareggiata, in Liguria molto attesa, celebrata quale ritorno periodico di un evento. Una mareggiata, in Liguria, diventa così quasi il simbolo di una famiglia che, attraverso esperienze varie, si ritroverà unita. L’attesa della mareggiata è una specie di preludio a un qualcosa di magicamente festoso e, allo stesso tempo, di ineluttabile. La mareggiata non arriva, e la famiglia è come se ne subisse al suo interno le conseguenze. Ma tuttavia rimane unita, appunto, perchè l’amore la tiene legata con lacci di seta e d’oro, e la sua solidità può superare tutte le intemperie che caratterizzano una vita insieme profonda e intensa. Alla fine la mareggiata arriva, e il piccolo nucleo famigliare può veramente dire di aver superato magnificamente tutte le dure e difficili prove affrontate. L’amore vince, sublime e profondo. Vince sempre. E su tutto.
D – Le piace scrivere? Per lei è una passione scoperta da poco o che ha sempre avuto? Cosa Pensa della scrittura?
R – Sì, tantissimo. Scrivere è quasi insito nella mia natura. A sei anni ho scritto le mie prime poesie, a quindici anni il mio primo romanzo. Quindi credo di avere una certa predisposizione alla scrittura. La scrittura è libertà, è vita, è sguardo profondo e intenso sulle cose. E’ introspezione, nel senso che riesce a scandagliare quella parte dell’uomo che spesso rimane oscura e a tirarla fuori. La scrittura è osservazione, mezzo ideale e concreto per esprimere se stessi, i propri sogni, le proprie aspirazioni, le proprie speranze.
D – La sua prossima opera sarà un romanzo o qualcos’ altro?
R – La mia prossima opera sarà un romanzo. Ancora un romanzo. Scrivo solo opere in prosa. Perciò, sì, sarà di sicuro un altro romanzo.
D – La letteratura è importante, secondo lei, per la vita? Veicola un messaggio positivo? Aiuta a porsi dinnanzi al mondo e all’uomo in modo inusuale e profondo?
R – Sì, è molto importante. Certo, la letteratura deve sempre veicolare un messaggio positivo. E lo veicola, in fondo, da sempre anche quando, a tutta prima, invece il messaggio appare negativo, quando cioè l’eroe senza valori, principi, ideali sembra prevalere su tutti e su tutto. In realtà non è così. Non è mai stato così attraverso i secoli. La storia della letteratura e i suoi grandi nomi ci insegnano al riguardo. La letteratura, quella verace, non si ferma mai in superficie, non scalfisce soltanto le cose, va al di là del velo che le copre. La letteratura è fondamentale in una società civile. E’ inusuale perchè percepisce e affabula ogni lato dell’essere, della vita, e perchè quello che racconta non sa di falsità, di ipocrisia. Riesce, in qualche maniera, a toccare il punto focale del cuore umano.
D – Talvolta sembra che i sentimenti non abbiano più posto nei rapporti tra le persone prese nel vortice di un modus vivendi che li penalizza a favore della tecnologia. E’ davvero così?
R – Sì, molte volte è così. L’uso, spesso sfrenato e sbagliato, della tecnologia prevale sui sentimenti e inaridisce le persone. I dispositivi tecnologici di uso quotidiano sono pensati per condizionare la mente, per cui la maggior parte della gente se ne lascia condizionare direi inconsciamente. Comunque sta a noi, a ciascuno di noi, saper interagire nel modo giusto e corretto con essi. L’uomo è una creatura unica perchè è fatta di ragione e di sentimenti. L’uso della ragione e dei sentimenti insieme predispone il giusto equilibrio che farà approcciare, senza traumi profondi, l’essere umano con la natura, con se stesso, con l’Universo, con la sfera del soprannaturale.
D – Qual’è il suo parere circa la Poesia? Ne possiamo fare a meno? Ne faremo a meno in futuro? E’ fondamentale per l’uomo?
R – La Poesia è l’arte somma. L’arte elevata per eccellenza. Non ne possiamo fare a meno e non ne potremo mai fare a meno. La Poesia nasce con l’uomo e forse morirà quando l’uomo morirà… ma no, la Poesia non può morire. La Poesia non potrà mai morire sulla terra.
Francesca Rita Rombolà
Raffaella Verga
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