Massimo Anania nasce nella nebbiosa periferia di Torino, in un ospedale che non esiste più, nel gennaio del 1975. Da sempre gioca con le parole inciampando su se stesso mentre guarda le nuvole. Vaga alla continua ricerca di un qualcosa che lo sorprenda, e ama aspettare l’alba senza una ragione se non quella di allungare il più possibile la notte. Collabora attualmente con la rivista di cultura letteraria “Satisfiction” ed è fondatore del Gruppo Artisti Inquieti composto da pittori, poeti e fotografi. Ha pubblicato il romanzo “Autostop per la notte” (Miraggi Edizioni).
D – Massimo Anania, il tuo romanzo “Autostop per la notte”, di che cosa tratta?
R – “Autostop per la notte” è un romanzo in cui la musica svolge un ruolo importante, infatti vi ho aggiunto una colonna sonora come fosse un film. Il protagonista chiede un passaggio nei pressi di Torino, e da quel momento in poi si svilupperà una vicenda intrigante, misteriosa, accattivante che porterà il nostro a viverne e ad assaporarne davvero di tutti i colori. Per quanto riguarda la scrittura del romanzo, credo che il lettore la troverà molto lineare, scorrevole, comprensibile e di facile assimilazione. Sono piuttosto soddisfatto, dunque, di questo mio lavoro in quanto sono riuscito ad esprimere quel che mi prefiggevo sia con la scrittura che con la trama.
D – Che rapporto hai con la musica e che genere musicale prediligi?
R- Con la musica ho un rapporto ottimo. Ascolto molta musica e direi che prediligo il rock. Mi piace il rock in generale ma ho una specie, diciamo così, di “debole” per l’hard rock. La musica è ritmo, è movimento, è gioia, è vita.
D – So che coltivi anche una certa passione per la pittura e per la fotografia, ne vuoi parlare?
R – Sì, amo fotografare soprattutto angoli rustici e originali; piazze, viuzze, edifici, sulle cui pietre il tempo si è fermato e dove la luce restituisce al soggetto la sua singolarità e la sua essenza. Vi sono ancora molti di questi borghi sparsi un pò dapertutto in Italia: al nord, al centro come al sud. Penso che uno scatto possa cogliere il loro essere “qui e ora” e presentarne la bellezza al fruitore che sappia coglierla e che riesce a gustarla pienamente. Per quanto riguarda la pittura, ho dipinto diversi quadri, ho fatto esposizioni e ho organizzato mostre. Ritengo che la pittura sia molto impegnativa perchè richiede tempo, concentrazione e una intensa messa a punto e realizzazione definitiva anche per quel che riguarda la pratica. E’ comunque una forma di arte che coltivo e che mi da delle belle soddisfazioni.
D – Che cos’è per te la letteratura?
R – La letteratura per me è tutto. La letteratura è immaginazione, è creatività, è libertà, è espressione di se stessi e delle proprie idee, è manifestazione dell’anima, dello spirito, è osservazione ed esternazione dei sentimenti umani, è comprensione e racconto delle passioni che animano ciscuno di noi. Letterariamente parlando, mi sono formato sui grandi classici della letteratura italiana. Leggo molti libri di autori contemporanei italiani, americani e di altri paesi. Posso sicuramente affermare che la letteratura eleva la vita ed è per la vita, guidandoti nel proprio mondo meraviglioso che può essere piccolo quanto la capocchia di uno spillo ma contiene l’intero universo, se sai scandagliarlo a fondo.
D – I poeti e la Poesia sono ancora importanti o piuttosto inutili?
R – Certo, i poeti e la Poesia sono ancora importanti come lo sono stati in tutte le epoche della storia. In passato i poeti sono stati apprezzati ma sono stati anche incompresi. Ho letto e meditato i poeti francesi, soprattutto i “poeti maledetti”, Rimbaud, Verlane, Baudilaire ecc. ecc.. I poeti e la Poesia non sono mai inutili. Non lo sono nel mondo globalizzato, anzi mi accorgo che molti giovanissimi parlano di poesia, leggono poesie e scrivono poesie.
Grazie mille
Francesca Rita Rombolà
Massimo Anania
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