Piero Racchi è nato a Melazzo (AL) il 27 giugno 1948. Vive ad Aqui Terme(AL). Ha iniziato l’attività pittorica a trenta trè anni. La sua prima passione è stata la grafica. In seguito è passato alla pittura ad olio dipingendo quadri surreali. Dopo varie tecniche e sperimentazioni, ha creato una serie personale di quadri polimaterici intitolata “Vedute Spaziali” e, rapito dal piacere di realizzare opere utilizzando materiali diversi, crea quadri e sculture che hanno un unico titolo, “Natura e Artificio”, e un unico significato: la Natura che tenta disperatamente di affrancarsi dall’asservimento umano. Essa, con le sue lunghe dita vegetali serpeggia, avvinghia, penetra in ogni crepa e pertugio dei gelidi e ambigui manufatti umani e, come un lenzuolo sepolcrale, con la presunzione di far nascere un nuovo ciclo di vita, li ricopre.
Piero Racchi e Francesca Rita Rombolà hanno conversato un pò sull’Arte.
D – Cosa sono per Piero Racchi la pittura e la scultura?
R – Per me la pittura e la scultura sono la stessa cosa. Mi spiego meglio: siccome le mie sculture sono fatte di materiali riciclati e naturali, assemblati fra loro, finiti i manufatti gli do una visione netta di quello che voglio rappresentare dipingendoli in modo che si capisca il vero significato delle opere. Stesso procedimento con i quadri che, al contrario delle sculture, sono assemblaggi su tela e polistirene. L’unica cosa che li differenzia è che le sculture si appoggiano per terra o su un basamento. I quadri si appendono ai muri.
D – Vuoi parlare un pò dei quadri polimaterici che hai realizzato?
R – L’idea dei miei quadri polimaterici è nata nel mio subconscio infantile. Essa si è manifestata in me solo dopo anni e anni di ricerca e sperimentazione. Ciò che mi ha spronato a continuare su questa strada è stato il mio amore per la Natura. Mescolando questo amore con i ricordi infantili, da cui ho estrapolato le idee assopite, più una buona dose di sperimentazione, ricerca, estro e la voglia maniacale di trovare me stesso per costruire una mia identità, ho raggiunto il mio scopo che non è tuttavia la meta perchè la mia ricerca è senza limiti: voglio entrare più a fondo nel mio subconscio e nella mia psiche.
D – I riscontri che hai avuto dalla critica, le mostre, le esposizioni etc., come viene recepita e percepita la tua arte?
R – Direi che è percepita e recepita positivamente. Tutti sono consapevoli del fatto che la Natura è stata maltrattata, e continuerà ad esserlo per chissà quanto ancora. E’ inutile descrivere le motivazioni. Non sono io la persona adatta. Mi fa piacere essere uno dei tanti che, approfittando dell’arte, mette “il dito nella piaga”. Naturalmente il significato va accoppiato al piacere della vista: un’opera d’arte non è tale se non manda dei segnali, se non da emozioni, se non fa suonare le corde dell’anima. Ci sono dei capolavori che sono tecnicamente perfetti, ma non emozionano, e ci sono lavori non tecnici che emozionano. La nostra psiche, imperscrutabile e misteriosa, a volte si inebria semplicemente osservando un colore. Altrettanto imperscrutabile e misteriosa è l’ Arte. Per questo i critici, a volte, si esibiscono in scritture incomprensibili e, di solito, si discostano totalmente dalle idee del pittore perchè, nella pittura, ognuno ci vede e immagina quello che vuole. Tutti quelli che hanno scritto delle mie opere si possono dare la mano tranquillamente perchè, pur con parole diverse, hanno espresso perfettamente il significato delle mie idee. Questo mi rassicura molto.
D – Il concetto di “Natura” per te credo sia importante, vero?
R – Sono ateo. Credo solo in “Madre Natura” e in quello che ella ha prodotto. Purtroppo, o per fortuna, ha prodotto anche l’uomo, che dovrebbe usare la sua intelligenza per migliorare le cose, e non per peggiorarle. Come si può non amare la Natura? Chi non rimane sbalordito di fronte ai suoi paesaggi straordinari e meravigliosi? Alla sua potenza? Ai suoi misteri? A volte ci stupiamo guardando un piccolo e semplice sassolino modellato dalle intemperie, dal mare, dal vento. Lo teniamo in mano, lo rigiriamo e rigiriamo, lo scrutiamo in tutti i modi e osserviamo: <<Che bello, che carino. Assomiglia a questo, a quest’altro>>. Ed è un semplice sassolino raccolto per terra o sulla battigia. Immaginate di avere il pianeta terra al posto di quel semplice sassolino, e di essere il suo creatore… Sono certo che direste: <<Io ti ho creato ed io ti rispetterò, ti curerò, ti proteggerò e ti amerò perchè sei la mia creatura>>. Non so se ho reso l’idea.
D – L’ Arte salverà il mondo dalle sue bassezze, dalle sue brutture, da una sorta di catastrofe planetaria che talvolta sembra imminente talaltra avvolta dal velo di Maya di un futuro incerto?
R – L’ Arte non salverà il mondo dalle bassezze, brutture e catastrofi(provocate dall’essere umano)ma, come ora, servirà a ricordarci ciò che è stato fatto, ciò che era bello e brutto, com’erano i nostri antenati e farci riflettere per non commettere gli stessi errori. Visto i risultati attuali, dubito su quest’ultima considerazione. La maggior parte degli uomini è egoista, opportunista, menefreghista, megalomane. Se avessimo preso in considerazione il fatto che il merito della nostra nascita è dovuto a “Madre Natura” forse avremmo risultati più positivi.
D – Quando un artista della tela(o anche in generale)può dirsi completo?
R – Un artista può dirsi completo solo quando ha sperimentato ogni possibilità, quando ha esaurito la fantasia e l’estro. Più che completo oserei dire “finito” nel senso che non ha più nulla da dire e, per tale motivo, continua a fare e a rifare le stesse cose, lo stesso tema; stesso quadro ripetuto fino allo spasimo. In stile computeristico oserei dire: copia – incolla. Beati coloro che, con questo sistema, riescono a fare soldi a palate.
R – Poesia e pittura o scultura e poesia stanno bene insieme, hanno molto in comune?
R – Poesia, pittura e scultura sono perfettamente uguali perchè tutte e tre, per continuare a creare e a farsi capire, hanno bisogno della fantasia, dell’estro, dell’ingegno; in alcuni casi della disperazione, e tutte e tre, all’unisono, si rivolgono al mondo intero facendo delle richieste: <<Ascoltatemi! Guardatemi! Leggetemi! Capitemi! Giudicatemi! Sublimatevi!… Compratemi!>>.
Francesca Rita Rombolà
Piero Racchi
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