Mira Nair, regista di fama internazionale, è nata a Bhubaneshwar, in India, nel 1957. Dopo aver frequentato l’università di Nuova Delhi, si è laureata ad Harvard con una tesi in sociologia. All’attenzione del mondo del cinema si è rivelata nel 1988 con “Salaam Bombay”, film che ha vinto la Camera d’or a Cannes e tre premi a Montreal, compreso quello della giuria. Il suo film “Mississipi masala”(1991) si è, invece, aggiudicato l’Osella d’oro a Venezia per il soggetto e la sceneggiatura e il Nastro d’argento. Nel 1996 Mira Nair ha portato sul grande schermo una rilettura tutta al femminile del Kamasutra, il famoso antico testo erotico indiano fra i più importanti al mondo. Fra i suoi molti film realizzati spiccano “Monsoon wedding” e “Hysterical blindness” con Uma Thurman e Juliette Lewis.
“Il cinema deve essere uno specchio del mondo in cui viviamo. Dobbiamo usare questo mezzo per provocare, sconvolgere, divertire e scuotere la gente dal torpore”.
Sono parole di Mira Nair, che sintetizzano la sua visione d’insieme del cinema e di un modo tutto particolare di fare cinema. A mira Nair non è mai interessato, dunque, il lato prettamente commerciale del cinema, ma nemmeno è attratta da un cinema d’arte fatto di silenzi dell’anima e ampi campi vuoti. Grande regista indiana certo, che si è mossa sempre su un terreno incerto in cui razza, classe e soprattutto problemi femminili legati alla sessualità e alla violenza di genere si intersecano e fanno di Mira Nair una paladina dei diritti umani, in primis, e di quelle delle donne. Il suo cinema si batte con coraggio per dare alle donne una libertà di parola che spesso in Occidente non esiste o viene negata. Dietro la macchina da presa ella è sempre molto sicura di sè: di ciò che vuole realizzare e che sta già realizzando con coraggio e determinazione. Le donne devono molto a questa regista della lontana India in quanto valorizza al massimo la figura femminile in ogni contesto sia sociale, umano, storico e, attraverso il cinema, rende loro giustizia di violenze, sorprusi, umiliazioni subite in ogni circostanza. In queste semplici parole sono forse racchiuse le idee,i principi, i valori che guidano il lavoro di Mira Nair: “Noi donne, soprattutto, dobbiamo raccontare sempre e comunque le nostre storie perchè nessun altro le racconterà per noi”.
Francesca Rita Rombolà
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