Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli del mondo. Ha pubblicato “Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta”(Polaris 2011); “La mia tribù. Storie autentiche di indiani d’America” (Polaris 2013); “In India. Cronache per veri viaggiatori” (Mauna Kea 2019, seconda edizione); “In Alaska. Il paese degli uomini liberi” (Mauna Kea 2019, seconda edizione); “Liberi di non comprare. Un invito alla rivoluzione” (Mauna Kea 2019, seconda edizione); “Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle riserve indiane” (Mauna Kea 2019).
Francesca Rita Rombolà e Raffaella Milandri hanno trovato degli spunti interessanti per dialogare brevemente insieme.
D – Vedo, Raffaella, che ami le culture più lontane nello spazio e le più disparate. Da che cosa nasce questa tua passione?
R – Fondamentalmente amo le persone semplici, come me. I popoli indigeni offrono una freschezza e spontaneità dell’animo umano così lontane dal nostro sistema consumistico ed edonistico, che è un vero e proprio refrigerio per il mio animo. Inoltre, sono veri ambientalisti e hanno un contatto profondo con la Natura verso la quale nutrono reale rispetto. Hanno molto da insegnarci. Quanto alla varietà di usanze e costumi, credo che la diversità del genere umano sia un patrimonio da proteggere.
D – Ho un debole per i viaggiatori solitari perché lo sono stata anch’io. Con un amico(viaggiatore solitario che ha raggiunto e ha vissuto su L’Isola di Pasqua), di recente ho scritto e pubblicato un volumetto il cui argomento verte su questa sua esperienza, appunto. E la tua esperienza, Raffaella, di viaggiatrice solitaria presso tribù remote?
R – In quanto donna sola sono stata sempre accolta molto bene e con molto rispetto, anche se straniera. Ho incontrato, comunque, sempre una iniziale barriera di diffidenza soprattutto a parlare di problemi e ingiustizie, in sostanza di “verità”. Ma io ritengo che le persone “vere” sappiano riconoscere e comprendere meglio chi hanno di fronte. Ho fatto esperienze bellissime. Purtroppo ho anche raccolto testimonianze di terribili soprusi. Il mio fine ultimo è aiutare. Sono una attivista per i diritti umani. Il ché non esula da rischi e discriminazioni.
D – I tuoi libri. Una nota su di essi.
R – I miei libri sono come un unico libro, pur se parlano di Africa, di Asia, di America. Racconto il viaggio e descrivo persone, situazioni, sentimenti ma soprattutto denuncio situazioni in cui i diritti umani vengono violati. Il tutto collegato all’ambientalismo e all’anticonsumismo. “Liberi di non comprare”, il mio libro pluripremiato, è proprio un saggio contro il consumismo e contro l’inquinamento.
D – Come membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana cosa puoi raccontare?
R – E’ un grandissimo onore per me essere accolta come sorella da popoli che hanno sofferto a causa dell’uomo bianco. In fin dei conti provengo dall’Europa, la causa dei mali del colonialismo.
D – Vi sono minoranze a rischio di estinzione nel mondo?
R – Assolutamente. Oggi con “globalizzazione” non si parla di qualcosa di positivo che annulla malattie, fame e povertà. Globalizzazione vuol dire livellare tutti alle stesse abitudini e agli stessi acquisti per aumentare il Pil dei paesi ricchi.
D – Una poesia o una prosa poetica di una tribù o di una popolazione lontana che conosci.
R – Ti metto qui le parole contenute nel mio ultimo libro in uscita in questi giorni “Lessico Lakota”. Sono le parole di Cavallo Pazzo, Crazy Horse, che spero siano profetiche: “Mentre parlava con Toro Seduto per l’ultima volta, fumando la Sacra Pipa, disse: <<Al di sopra e al di là della sofferenza, la Nazione Rossa si rialzerà, e sarà una benedizione per un mondo malato. Un mondo pieno di false promesse, di egoismo e divisioni. Un mondo desideroso di nuova luce. Vedo un tempo fra Sette Generazioni in cui tutti i colori dell’umanità si riuniranno sotto il Sacro Albero della Vita e tutta Madre Terra diventerà un solo cerchio, di nuovo. In quel giorno, ci saranno i Lakota coloro che porteranno conoscenza e comprensione di unione fra tutti gli esseri viventi. I giovani bianchi verranno fra la mia gente e chiederanno quella saggezza>>”.
Francesca Rita Rombolà
Raffaella Milandri
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