Maria Rosaria Perilli vive a Firenze. E’ scrittrice, poetessa, critico letterario e redattrice. E’ presidente di giuria del “Concorso – Festival Internazionale per opere in prosa, poesia e testi teatrali” organizzato da Rive Gauche. Membro del consiglio direttivo della stessa Rive Gauche, quest’anno è stata eletta fra i tre componenti dell’Ufficio di presidenza e nominata vice – direttore artistico della 7th Edition of Firenze Film Corti Festival(Short films competition Directorial Debut Educational initiatives for young audiences and screenplays)di Rive Gauche – Film e Critica(maggio 2020). Dallo scorso novembre(2019)collabora con il periodico digitale di cultura e informazione cinematografica”Diari di Cineclub”(tutti i collaboratori sono volontari provenienti dal mondo accademico, dai circoli della cultura e del cinema). Insegna scrittura creativa e si occupa di presentazione di libri, recensioni, prefazioni, postfazioni. Ha pubblicato i libri: il noir “Nero Vanessa”; due libri di viaggio letterario, “Viaggio a Napoli di Charles Baudelaire” e “Viaggio a Firenze di William Shakespeare”. Nel 2020 usciranno il romanzo “Le finestre di fronte”(febbraio) e la raccolta di racconti “Dreamers”(ottobre).
Francesca Rita Rombolà e Maria Rosaria Perilli conversano per poesiaeletteratura.it.
D – Maria Rosaria Perilli, iniziamo a conversare parlando dei tuoi libri. Qualcosa su ciascuno di essi.
R – Il mio esordio è avvenuto con “Nero Vanessa”(pubblicato da Nardini editore di Firenze). Un noir a cui ho dato, possiamo dire, una struttura da fiction: quattro episodi con protagonista principale una giovane giornalista riminese, Antonia Zeri, che indaga sui casi coadiuvata da un docente(ormai in pensione)di psicologia criminale. Antonia e il professor Cesare Fabbri risolvono questi casi in una maniera molto originale: interrogano i libri, ispirandosi al famoso passo del Petrarca “Ora questi, ora quelli io interrogo, ed essi mi rispondono, e per me cantano e parlano”. A seguire ho pubblicato, sempre con la Nardini di Firenze, i due libri di viaggio letterario che hanno inagurato la collana “Città mai viste” e che rappresentano una sorta di guida turistica particolare: nel primo, “Viaggio a Napoli di Charles Baudelaire”, siamo nel 1860 e io, usando le parole, lo stile e la metrica del grande poeta francese, descrivo la città e tutto quello che vi si poteva trovare, dai piatti tipici ai personaggi dell’epoca; nel secondo: “Viaggio a Firenze di William Shakespeare”, ho usato la stessa tecnica, ovviamente riferita al drammaturgo inglese, e mi sono catapultata tra il 1590 e il 1591 in quella che era la mia città al tempo. Due libri che si possono leggere non solo come guide ma anche come romanzi. Pensa, Shakespeare, a Firenze, si innamora della giovane Viola…
D – So che insegni scrittura creativa. Come ti ci trovi e cosa provi per questo tipo di insegnamento diciamo un pò “insolito”?
R – Hai ragione, la scrittura creativa è un tipo di insegnamento un pò insolito. A me piace molto l’incontro e il confronto con quanti desiderano intraprendere la carriera di autori, vedere il loro impegno, ascoltare le storie scritte al laboratorio, dare loro dei consigli. Inoltre, sono nate belle amicizie e interessanti collaborazioni. Gli aspiranti scrittori che riescono a pubblicare i loro libri mi chiedono sempre di recensirli e presentarli.
D – Che cos’è Rive Gauche?
R – Rive Gauche è un’Associazione fiorentina di Cinema e Arte impegnata nella diffusione della cultura cinematografica e non solo. Infatti, oltre ad organizzare il Firenze Film – Festival, che vede partecipare lavori provenienti da tutto il mondo(corti, sperimentali, animazione, sceneggiature)e giunto ormai alla settima edizione, organizza anche un Concorso – Festival per opere letterarie divise nelle tre sezioni della prosa, della poesia e dei testi teatrali, e giunto alla quinta edizione. In Rive Gauche sono, fin dalla prima edizione, presidente di giuria del Concorso – Festival per opere letterarie, e ancora, membro dell’Ufficio di presidenza e vice – presidente del prossimo Firenze Film – Festival.
D – La tua riflessione profonda sul cinema.
R – Ho sempre pensato che il cinema sia un cerchio magico capace di racchiudere in sé tutte le arti a ominciare da quella che prediligo, ossia la letteratura, e poi la musica, perché non esiste un grande film senza una grande colonna sonora, quanto la visione della bellezza che possiamo ritrovare in un quadro o in una scultura.
D – Un regista e uno scrittore che apprezzi particolarmente.
R – Questa è una domanda difficile, nel senso che mi costringi, e scegliere, in tali casi, diventa un’impresa. Ci sono tantissimi registi che apprezzo, per non parlare degli scrittori; qui andiamo nell’ordine delle centinaia! Potrei mai non apprezzare la Fallaci, o Pavese, o Silone, o Manzoni, o Flaubert, o Wilde, o Pirandello, o Calvino, o la Morante, e questo solo per citarne alcuni? Comunque, al primo posto, ti dico Pasolini, ed è una risposta che potremmo considerare completa, visto che l’ho sempre adorato anche come scrittore(e non solo). Ma, avendo la possibilità, e siccome Giovanni Drogo mi ha drogata, aggiungo Dino Buzzati.
D – Tu e la Poesia, ci state insieme?
R – Grazie. Quesito meraviglioso. Sì, ci stiamo insieme, sempre. Ne scrivo, abbiamo delle sensazioni da potersi esprimere solo con il verso, ma soprattutto ne leggo, tante, sia perché le trovo sintesi assoluta di bellezza ma, soprattutto, e lo dico rubando una frase al Premio Nobel per la Letteratura Iosif Brodskij, perché “sono certa”, certissima, che una persona che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di una che non legge.
Francesca Rita Rombolà
Maria Rosaria Perilli
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