Idrissa Ouédraogo e la speranza del cinema africano

18 Gennaio 2020

“… Restituire una speranza al mondo… incoraggiare una migliore comprensione della diversità culturale: l’unico modo per costruire ponti duraturi fra le nazioni.”

Idrissa Ouédraogo

Idrissa Ouédraogo, regista cinematografico, nasce nel 1954 nel Burkina Faso. Compie i suoi studi di cinema prima nella ex Unione Sovietica e poi a Parigi. Egli appartiene a quella generazione di registi africani di scuola europea che raccontano il loro continente con una forza espressiva e una poetica del tutto africane, con uno stile molto meditativo e una narrazione piuttosto diretta e semplice. Debutta come regista nel 1987 con “Yan Daabo” nel quale affronta i temi della condizione tribale e della modernità in Africa. Seguono “Yaaba” (1989); “Tilai” (1990); “Afrique mon Afrique” (1994), sul dramma dell’ ADS, “Cri du coer” (1994), sul problema dell’emigrazione e molti altri. Muore(prematuramente)il 18 febbraio 2018.

Idrissa Ouédraogo è il regista africano che con i suoi film ha raggiunto le platee internazionale facendo conoscere l’immenso continente – Africa. In ogni film di Idrissa Ouédraogo vi è come la necessità quasi impellente di elaborare una riflessione profonda sul senso di produrre immagini con la macchina da presa, sviluppando la coscienza di uno sguardo sempre più essenziale e realistico. I suoi film sono la testimonianza di una ricerca incessante di collocazione in uno spazio universale del cinema del tutto al di là degli stereotipi culturali e delle frontiere geografiche.

Dirà infatti: “L’Africa è un continente chiuso dal punto di vista cinematografico. Bisogna avere sempre il coraggio e la speranza di andare oltre”. Idrissa Ouédraogo si è battuto fino alla fine per salvare dalla morte il cinema che si fa e si produce in Africa: muovendosi dentro il corpo immenso e vario del continente africano, viaggiando al suo interno per attraversarlo e penetrarlo, filmando con passione corpi (umani e animali) nelle loro evoluzioni e nei loro istanti più intensi.

La sua filmografia allora rappresenta un carnet completo di personaggi e ambienti che diventano espressione di un contesto sociale identificato e insieme portatore di sentimenti universali. Un carnet, di certo, che sfida le convenzioni (nei suoi film Idrissa Ouédraogo visualizza, infatti, storie senza confini e si immerge, di volta in volta, nella commedia, nel dramma, nella tragedia, nel thriller ecc. ecc, generi fatti rivivere sotto il cielo africano) e in cui si rintracciano sfide giusto alle convenzioni prettamente produttive e alla durata. Si può dire, dunque, che l’esperienza cinematografica del regista Idrissa Ouédraogo è stata piuttosto intensa, complessa, stratificata e importante producendo lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi.

Francesca Rita Rombolà

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