Pino Loperfido è autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del “Trentino Book Festival”, è attualmente vicedirettore editoriale della Curcu Genovese (Gruppo Athesia). Ha pubblicato: “Ciò che non si può dire – Il racconto del Cermis” (2001), pluripremiato monologo, portato in scena con grande successo nei teatri italiani; “Caro Alcide” (2003), biografia romanzata di Alcide De Gasperi; “Teroldego” (2005), romanzo; “La meccanica dell’infelicità” (2009), romanzo; “La guerra bambina” (2014), racconti illustrati, con Giordano Pacenza. Altri principali successi teatrali: “La scelta di Cesare”, “Il cuoco di Mozart” e “Viva Rota… Viva Fellini”. L’ultima fatica letteraria di Pino Loperfido, in ordine cronologico, il radiodramma “La manutenzione dell’Universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri (1815 – 1848)” andato in onda su Radio Rai, in tredici puntate, tra aprile e giugno 2019, che si appresta a diventare un libro. Pino Loperfido è direttore della rivista “TrentinoMese”.
Francesca Rita Rombolà ha conversato con Pino Loperfido
D – Pino Loperfido e il teatro.
R – Nel 2001 ho vinto il Premio Bolzano Teatro con “Ciò che non si può dire – Il racconto del Cermis”, una sorta di orazione civile alla Paolini, che viene rappresentato per i successivi venti anni in diversi allestimenti. Il teatro ha così provato a risucchiarmi dai territori della narrativa. Ma la narrativa è rimasta la mia più grande passione. Lo testimoniano i miei due romanzi e il terzo che sta per uscire nei prossimi mesi. Per il teatro sto lavorando all’allestimento di un monologo che, molto probabilmente, sarà nei teatri nel prossimo autunno. E’ una storia ambientata negli anni Ottanta del secolo scorso.
D – Che cos’è il “Trentino Book Festival?”
R – Forse sarebbe il caso di dire cos’era perché, dopo nove anni entusiasmanti, ho deciso di concludere questa esperienza per potermi dedicare di più alla scrittura. Non è stato il classico Festival Letterario, ma tre giorni in cui gli appassionati potevano incontrare i propri beniamini e scambiarci due parole. Non autori qualsiasi. Un nome su tutti? Il Premio Nobel Dario Fo, nel 2014.
D – La scrittura, quanto è importante per Pino Loperfido?
R – Se non fosse troppo casutica come affermazione, potrei dire che per me la scrittura è tutto. E’ la mia vita, assieme alla mia famiglia, naturalmente. Scrivere è un esercizio fondamentale per il mio mestiere di vivere. Non saprei davvero farne senza.
D – Il tuo ultimo lavoro letterario, parlane un pò.
R – Il libro che sto per pubblicare è il primo vero testo narrativo dopo dieci anni (gli anni del Festival, guarda un pò…). Si intitola “La manutenzione dell’Universo” ed è di difficilissima definizione. Non è un romanzo, non è un saggio, è un pò tutte e due le cose. Narra le vicende della mistica Maria Domenica Lazzeri che stette quattordici anni in un letto senza mangiare, bere e dormire, e fu protagonista ogni venerdì di una sorta di morte apparente. Sulle sue mani, su i suoi piedi e sulla sua fronte sangue che pare ignorare la forza di gravità, sparizioni e altro ancora. Questo è il quadro in cui si svolse la sua vicenda umana. Ma, nonostante una popolarità di livello continentale, gli avvenimenti non sono mai riusciti ad emergere completamente. Tanti i misteri che ancora rimangono irrisolti. Con questo libro ho portato a termine una ricerca durata più di venti anni. Si tratta di una narrazione in cui scienza, storia e letteratura si intrecciano con le mie più intime memorie personali. Il lettore scoprirà, infatti, tra le pagine, una seconda, inattesa, protagonista: mia madre Teresa, mancata nel 2008.
D – L’arte post – moderna è ancora poesia?
R – Se riesce ancora ad emozionare, a far piangere, a far incazzare allora lo è.
Francesca Rita Rombolà
Pino Loperfido
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