Il weekend della consapevolezza del risveglio interiore. “Satori weekend” di Pablo Cerini

8 Maggio 2020

“Satori weekend” è l’opera prima di Pablo Cerini, ossia il suo primo romanzo edito. Mi soffermo, innanzitutto, sul titolo che appare una metafora piuttosto appropriata della storia narrata. Il Satori, nella pratica del buddismo zen, indica l’esperienza del risveglio, inteso in senso spirituale, nel quale non c’è più alcuna differenza fra colui che si “rende conto” e l’oggetto dell’osservazione. Certo il concetto è molto più complesso e articolato, ma nelle linee generali è questo il suo significato.

Si parla, dunque, di “risveglio” spirituale, interiore nel romanzo di Pablo Cerini? Direi proprio di sì. Nei quattro protagonisti, Leonardo e Raphael, Sara ed Elena, avviene un qualcosa di particolare e inaspettato, forse veramente un risveglio interiore, una certa, direi, consapevolezza di sé e della propria esistenza, nel corso di un weekend estivo che si consuma intensamente soprattutto al mare sulla costa ligure. Leonardo, Raphael, Sara, Elena sono stati ragazzi, (lo sono ancora, forse), sono giovani; vivono tutti a Milano: una Milano conscia di essere una metropoli, attiva, dinamica, a livello europeo e mondiale, una Milano dalle infinite possibilità ma anche dai molti rovesci di medaglia che possono trasformarsi pur tuttavia in delle “trappole asfissianti” per la psiche sollecitata e tentata da stimoli vari durante la sua fase di crescita adolescenziale.

Splendide e molto realistiche le descrizioni dei Navigli con l’ora degli aperitivi, quasi un rituale spensierato e irrinunciabile per i milanesi di ogni età e condizione sociale, negli afosi tramonti di luglio, che Pablo Cerini sa rendere brillantemente in tutta le prima parte del romanzo. Ciascuno dei protagonisti vive la sua “stagione magica e terribile” in modo diverso: i due amici per la pelle, Leonardo e Raphael, Elena, ormai sposata e madre di una bimba piccola, Monica, e non felice, Sara un pò viziata e, un tantino in più, ossessionata dal rock duro che talvolta, da semplice e grande passione, sembra trasformarsi in “arrivismo a tutti i costi”. Si presentano comunque tutti come dei ragazzi ad un bivio. Un bivio importante, forse il più importante della loro vita fino a quel momento perché è giunto davvero il momento di imboccare la strada giusta per arrivare alla meta che si chiama “futuro” e “consapevolezza e realizzazione di sé”, appunto. I loro, chiamiamoli così, destini si separano e si incrociano in un crescendo piacevole e intrigante che corre per tutto il romanzo e incanta il lettore.

Le loro storie, passate e presenti, hanno un senso perché alla fine daranno compiutezza esattamente e proprio a tal riguardo. Determinante sarà, per Leonardo, per Raphael, Elena, la riviera ligure, luogo di ricordi custoditi in un vissuto lontano temporalmente che si ripresenta vivo nelle loro coscienze e nei loro sentimenti per cambiarli e “risvegliarli”. Il mare, meraviglioso, ignaro, portatore di sogni e di felicità, fa da sfondo e da cornice e rende il tutto bello, lieve senza mai un’ombra di pateticità ma piuttosto con un’intrinseca vena di poesia che tutto avvolge e tutto trasfigura. L’incontro fra Raphael ed Elena, che è poi un ri – incontrarsi o, meglio, un ritrovarsi nello stesso posto dopo tanti anni è, in tal guisa, emblematico. Leonardo alla fine ritroverà, un pò proustianamente, il tempo perduto dell’infanzia. Il suo tempo perduto. Il “risveglio interiore” di Sara sarà leggermente traumatico, forse perché diverso e inusitato è il suo modo di cercare, di trovare, di agire e di reagire.  Raphael ed Elena si “risveglieranno pienamente” l’uno all’altra in quanto capiranno di aver trovato ( o ri – trovato), l’uno per l’altra, l’amore; così difficile e raro oggigiorno – ” Poi, pensò alla sua vita, che lontano da Elena sembrava solo una sbiadita copia di quel cielo triste e malato. << C’è che ti amo >> rispose Raphael. – Queste le frasi conclusive del romanzo.

Un weekend, dunque, che, nel suo breve dispiegamento temporale (quarant’otto o ventiquattr’ore, forse), dipana l’aggrovigliata matassa delle speranze, delle aspettative, delle domande, delle trasformazioni e dei risvegli interiori di quattro giovani vite che, a se stessi e alla vita, chiedono forse soltanto di vivere e di riuscire a vivere, con consapevolezza e illuminazione, la vita.

Francesca Rita Rombolà

Nessun commento

Lascia un commento

Poesiaeletteratura.it is Spam proof, with hiddy