Maria Domenica Lazzeri e la “passione vivente” di Cristo nel libro “La manutenzione dell’universo” di Pino Loperfido

21 Maggio 2020

“La manutenzione dell’universo” è un libro di Pino Loperfido autore di saggi, di romanzi, di piece teatrali già conosciuto da poesiaeletteratura.it, il suo ultimo libro, nel senso che è uscito nel marzo 2020. Un libro di sicuro diverso da molti altri libri, dalla maggior parte dei libri in primis per l’argomento che tratta. L’autore affronta quasi una prova con questo libro, una prova piuttosto difficile dalla quale uscirà rafforzato nello spirito e nell’anima. Egli racconta di una figura straordinaria e, al tempo stesso, semplice: la mistica trentina Maria Domenica Lazzeri vissuta nel diciannovesimo secolo. Maria Domenica Lazzeri, conosciuta familiarmente anche come la Meneghina, nasce a Capriana, un piccolo villaggio sulle montagne del Trentino – Tirolo, nel 1815. A tredici anni perde l’amato padre, e da allora in poi ella soffrirà di una strana febbre, una “febbre nervosa intermittente”. In famiglia sono rimasti in sei: la moglie di Bortolo Lazzeri e i cinque figli, due maschi e tre femmine, inclusa Maria Domenica. Bortolo Lazzeri era mugniaio, e presso il mulino lavorerà il resto della famiglia. Nell’estate 1833 Maria Domenica Lazzeri vive un evento della sua vita piuttosto strano che sarà forse determinante per il suo futuro di mistica stimmatizzata, e cioè l’evento dei covoni di grano insieme a quello della notte al mulino in cui percepisce chiaramente una presenza soprannaturale. Come le mistiche e i mistici di ogni tempo Maria Domenica Lazzeri è segno di contraddizione e mistero reale. Pino Loperfido ne “La manutenzione dell’universo” fa una descrizione completa della sua vita, dell’ambiente del tempo, del luogo o dei luoghi dove ella ha vissuto.

Come può una ragazza rimanere in vita per quattordici anni senza mangiare e senza esplicare alcun bisogno fisiologico? La scienza non lo spiega. La fede, per chi crede in Dio, nel dio cristiano, sì. Nel suo lettuccio addossato alla parete della piccola stanza della sua povera casa Maria Domenica Lazzeri vivrà “la passione vivente” di Cristo fino al suo ultimo istante di vita. Ella si nutrirà soltanto dell’Eucarestia, il corpo di Gesù, e vivrà le sue sofferenze per amore di Gesù e dell’umanità intera. Ogni venerdì ella sanguinerà dalle mani, dai piedi e dalla fronte. Nelle sue mani e nei suoi piedi vi sono i segni dei chiodi, sulla sua fronte i segni delle spine di una corona. Il sangue vi scorre abbondante il venerdì da queste ferite nel punto esatto delle ferite inferte a Cristo dai chiodi per essere inchiodato alla croce e dalla corona di spine messa sul suo capo per dileggio. Maria Domenica Lazzeri diventa così l’immagine vera del Cristo crocifisso, tra lo sconcerto della gente del suo paesino e quello dei vari sacerdoti e personalità ecclesiastiche che all’epoca raggiungeranno la sua casa anche da molto lontano, da altre nazioni quali la Germania, la Francia, l’Inghilterra e perfino l’Australia. La sua fama di stimmatizzata si espande molto presto. Giungono per visitarla gente comune, studiosi, semplici curiosi, alte personalità di Stato dell’epoca ( una fra tutte: l’arciduchessa Sofia d’Austria madre dell’imperatore Francesco Giuseppe). C’è chi vede in ciò l’imbroglio e la mistificazione (come sempre e in fondo succede), chi crede al mirabile miracolo che Dio compie in questa umile ragazza senza mezzi e senza cultura, c’è chi si converte alla fede cattolica e chi si fa sacerdote divenendo, successivamente, vescovo. Insomma, non si esce, diciamo così, “normali e indenni” dopo una visita alla Meneghina. Altre cose, inspiegabili con la logica umana, accadono a questa giovane stimmatizzata di Capriana ovvero “la specificità inspiegabile” di spostarsi o essere trasportata, seppur inferma in un letto, a grandi distanze per poi ritornare, come se niente fosse successo, nel suo letto di inferma. Ella racconterà di essere stata via per pochi minuti soltanto, mentre per la comune percezione temporale umana sono passati addirittura giorni e giorni! Forse Pino Loperfido prende spunto da ciò per dare proprio tale titolo al suo libro, “La manutenzione dell’universo”… perché nell’universo esistono cose che noi miseri esseri umani non riusciamo neanche ad immaginare. La scienza, soprattutto la fisica quantistica, con Einstein e dopo Einstein, ha scandagliato molto dell’universo e delle sue leggi incredibili. Ma non ancora tutto. “L’universo” percepito e dentro il quale vivono i mistici, tutti i mistici: da Teresa Newman a Francesco d’Assisi, da Padre Pio a Natuzza Evolo e a tanti altri ha leggi, regole, capacità ancora del tutto sconosciute alla scienza.

Maria Domenica Lazzeri muore il 4 aprile 1848 all’età di trenta tre anni. La stessa età in cui viene crocifisso e muore sulla croce Gesù Cristo! Lascia questa terra dopo un’intera vita di “vittima sacrificale” offerta a Dio per i peccati degli uomini, portando con sé il proprio mistero e instillando nelle generazioni future l’interrogarsi e l’interrogare su questo straordinario mistero.

“La manutenzione dell’universo” di Pino Loperfido è un libro che si legge d’un fiato e che, oltre a coinvolgere pienamente il lettore, forse anche il più scettico nei riguardi dei fatti in esso narrati, è una testimonianza accorata che sembra impregnare di sé anche lo stesso autore. Infatti, durante il racconto, Pino Loperfido si soffermerà spesso sulla figura della propria madre alternando i ricordi infantili o adolescenziali con quelli, più dolorosi e più vividi, degli ultimi istanti di vita di lei in una stanza di ospedale a Trento. Tutto sommato, leggere “La manutenzione dell’universo” di Pino Loperfido è un’esperienza intensa e profusa, che può anche lasciare il segno in quell’anima e in quello spirito i quali vogliano soffermarsi anche un attimo solo sulle “cose non di questo mondo” e rifletterci seriamente.

Francesca Rita Rombolà

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