Cinzia Fiore Ricci nasce a Roma nel 1971. Inizia la sua attività come fotografa, sua grande passione, dove avrà modo, per diversi anni, di entrare in contatto con grandi colleghi del mondo dello spettacolo, della moda, del reportage. Inizia a scrivere per caso, spinta dall’esigenza di esprimere il suo estro. Il suo primo libro, “La rosa del mare”, è un romanzo erotico. Nel 2015 esce un suo racconto, “Il limbo della verità”, per la collana indipendente “Attimi infiniti”, progetto fondato da Walter Padovani e Andrea Lagrein. “Fino all’ultimo respiro” è il primo di quattro libri della serie “Colpe d’amore” pubblicato dalla ErosCultura nel 2016. “Innamorarsi a Natale” è un racconto breve che Cinzia Fiore Ricci auto pubblica nel dicembre 2016. Nel gennaio 2017 esce la sua prima raccolta di poesie “Essenza di Donna”. Nel marzo 2017 Cinzia Fiore Ricci diventa socia di EWWA. Nel novembre 2017 esce un suo racconto per la collana erotica “Passione Fucsia” della Clown Bianco Edizioni dal titolo “MeravOgliosa”.
Francesca Rita Rombolà e Cinzia Fiore Ricci conversano insieme.
D – Cinzia Fiore Ricci cosa ha chiesto, e cosa continua a chiedere, alla scrittura?
R – Non credo di aver mai chiesto qualcosa in particolare alla scrittura. Per quel che mi riguarda, è solo il mezzo che ho scelto per esprimermi. In passato fotografavo, oggi lo faccio meno, per questioni di tempo, ma ho sempre avuto la necessità di prendere in prestito un mezzo attraverso il quale portare il mio sentire da dentro (dal cuore, dall’anima, dalla pancia) al mondo esterno.
D – i tuoi romanzi raccontano sulle donne e storie di donne?
R – Sì. La maggior parte dei miei libri racconta di donne che non hanno avuto una vita facile, e anche il mio stile narrativo non lascia nulla all’immaginazione. Descrivo ogni emozione per quella che è: dolce, intensa, dolorosa, crudele, senza risparmiarmi. Sono diretta, non utilizzo giri di parole per risultare “politically correct”, racconto i fatti per quello che sono. Sicuramente, in questo modo, vien fuori la forza che poi ci contraddistingue sempre. Il mio obiettivo è non lasciare nulla al caso, e soprattutto non amo che le mie “eroine” risultino scontate.
D – E per quanto riguarda la Poesia?
R – La Poesia è entrata nella mia vita per caso. Non nasce dalla volontà interiore di scrivere versi poetici. Ho avuto l’occasione di cimentarmi insieme ad altri amici. L’ho fatto per gioco scoprendomi, invece, coinvolta e capace. Non amo gli appellativi, le etichette; di conseguenza, guai a chiamarmi poetessa poiché non mi definisco tale. Ho avuto dei riconoscimenti, questo sì, ma non credo io sia nata poetessa. Utilizzo molto la mia vena poetica nei miei romanzi, e questo mi piace. La Poesia mi ha aiutata a concentrare i concetti in pochi versi. A volte si è troppo prolissi, ma si rischia di annoiare il lettore.
D – Sei socia di EWWA, vero? Ne vuoi parlare un pò in sintesi?
R – Ero davvero entusiasta di far parte della EWWA nel 2017, ovvero quando me lo proposero. Conoscevo molte autrici che stimavo, e ho aderito senza riserve. Ho avuto la possibilità di fare dei works molto interessanti e costruttivi. Peccato che poi tutti i progetti che l’associazione si era prefissata non hanno avuto un seguito. Come si dice dalle mie parti: “Co troppi galli a cantà, nun se fa mai giorno”. L’associazione non c’è più. So che è rimasto un portale di informazione generale. Se poi ci sono delle attività mirate in zone circoscritte dell’Italia (a Matera e nell’Emilia Romagna i gruppi erano attivi) non ne sono al corrente.
D – Il tuo “sogno nel cassetto” di scrittura.
R – Scrivere un bel libro. Non intendo “il capolavoro” che, a mio umile giudizio, non esiste. Ho letto libri definiti capolavori, che non mi hanno lasciato nulla. Voglio scrivere un libro che rimanga impresso nel cuore dei lettori. Questo, per me, è il vero successo. L’ambizione da sola non basta: serve un pezzo di noi che vada dentro ai lettori.
Francesca Rita Rombolà
Cinzia Fiore Ricci
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