Ezio Gavazzeni nasce a Milano, dove vive e lavora. E’ laureato in Scienze del Servizio Sociale, master in Managment per la PMI, diploma superiore in Tecniche di Marketing. Per diciotto anni alle dipendenze dell’ Università Statale di Milano dove ha pubblicato, con altri, undici articoli scientifici. Dal 1986 al 2011 ha collaborato, in modo continuato, con diverse agenzie stampa e case editrici: News, Proget, PrePress, Motta Editore, Giuffré Editore.
Ha lavorato per diverse redazioni di settimanali e mensili occupandosi della correzione bozze e revisione testi, tra le tante: “Mondo Economico”, “Il Mondo”, “Bella”, “L’ Europeo”, “Capital”, “Donna Moderna”, “Photo”, “Elle”, “Marie Clare”, “Astra”, “Playstation”, “World”, “Ville e Giardini”. Negli anni ’90 e fino al 2001 Ezio Gavazzeni si è occupato, in modo continuato e assiduo, della correzione bozze delle collane Mondadori con circa 32 – 33 testi all’anno: Gialli Mondadori, Urania, i Romanzi, Best Seller e Segretissimo. Per la Motta Editore ha curato la redazione dell’Enciclopedia della Letteratura Internazionale e l’Annuario del Cinema per diversi anni. Come redattore e coautore ha legato il proprio nome alle guide di viaggio “Portogallo Madeira e le Azzorre”, “Grecia 2 isole greche”, “Parigi”, “Milano” (Mondadori 1998). Nell’ottobre 2015 inizia a dirigere il Laboratorio di Scrittura presso il CAM (Centro di Aggregazione Multimediale) del comune di Milano di via Lessona.
Nel marzo 2016 la Soci COOP e la Cooperativa Labriola di Milano gli chiedono di dirigere la scuola di scrittura. Nell’ottobre 2016 viene incaricato di presiedere la giuria del Premio Giallo Indipendente per libri editi, inediti e racconti. Il suo romanzo inedito, “Garzaia della Roggia Torbida”, è selezionato tra i finalisti al 38° Premio Alberto Tedeschi, edizione 2017, indetto dalla Mondadori. Molti i libri di racconti e le guide di viaggio pubblicati di Ezio Gavazzeni. Fra i suoi libri: “Corpi di Confine” (WLM), “Motel 309” (Eclissi Editore), “Rosso Notte (Eclissi Editore), “La danza dell’avvoltoio” (Amazon). Fra i suoi racconti: Antologia La Luna Sorta, racconto “Graffiti Metropolitani”; Antologia Delitti al Thriller Café, racconto “Miss Gennaio”. Fra le sue guide di viaggio (come redattore): Guide Target – Parigi, Mondadori, 1998. Fra i molti riconoscimenti ai suoi libri: il romanzo “Corpi di Confine” ottiene il Premio della Critica al Concorso Letterario Internazionale Pegasus 2015, il romanzo “Motel 309” riceve il Gran Premio della Giuria per il romanzo giallo al Premio Letterario nazionale di Roma Scriviamo insieme, ottobre 2016, “Rosso Notte” si aggiudica il Diploma d’onore al Premio letterario internazionale Il Picchio VI edizione “Città di San Giuliano” 2018.
Francesca Rita Rombolà conversa con Ezio Gavazzeni.
D – Ezio Gavazzeni ha avuto tante esperienze di lavoro in svariati campi con riviste, case editrici, scuole di scrittura ecc ecc. Quale lo ha segnato di più positivamente e quale ricorda con maggiore entusiasmo e trasporto?
R – Sicuramente l’esperienza nelle redazioni. Per diversi anni, sedici per la precisione, ho avuto il privilegio di lavorare come correttore di bozze presso le migliori agenzie di Milano (Proget e News), quelle che una volta si chiamavano fotolito, e anche presso alcune case editrici, ma su tutte: la Motta Editore. Ogni giorno mi recavo al lavoro e dovevo, con gli altri del gruppo, occuparmi delle regole editoriali e della correzione di parecchi settimanali e mensili. Per citarne qualcuno: Capital, Donna Moderna, Mondo Economico, L’ Europeo, Elle, Elle Decor, Satellite, Photo, Astra ecc. ecc., non posso proprio ricordarmeli tutti. In più, due volte la settimana, si doveva seguire le chiusure; in altre parole, ci si fermava fino a tarda notte per chiudere la rivista insieme alla redazione. Lo ricordo come un periodo eroico, insieme a colleghi, giornalisti e grafici fantastici; anche come un grande momento formativo che mi ha insegnato parecchio sul rispetto dei testi che scrivi anche in riferimento a chi ti leggerà.
D – Parliamo un pò dei tuoi libri. Innanzitutto come sei arrivato a scrivere il primo romanzo, e poi come vedi e percepisci tu, da autore, i tuoi libri.
R – Scrivere è sempre stato il mio sogno. Fin da bambino ho fantasticato sullo scrivere e sul pubblicare un libro. Alla fine sono riuscito a coronare questo sogno tardi, già negli anni duemila; il lavoro, con tutta probabilità, occupava una fetta grande del mio tempo. Il primo romanzo di genere Thriller/horror è uscito dal pc in un lampo: due mesi e avevo oltre quattrocento pagine, wow. I miei libri sono dei pezzi di me che si staccano. Alle volte leggo dei brani di uno dei miei libri e non mi sembra di averli scritti io, anche se so che li ho scritti io, e alle volte ricordo anche quando. Una sensazione difficile da raccontare, ma che rappresenta quanto la scrittura sia una parte di noi nei vari momenti della nostra vita, passati i quali siamo cambiati ma pronti per un’altra esperienza.
D – Quale consiglio daresti a chi voglia intraprendere un percorso di scrittura creativa e ha bisogno di orientamenti?
R – Come sai ho tenuto parecchi corsi di scrittura. Alcuni miei allievi oggi pubblicano con case editrici importanti e hanno intrapreso una carriera di tutto rispetto. Il consiglio che do sempre a tutti: la scrittura è l’ultima azione che dovete eseguire se volete scrivere un libro. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Organizzate prima i vostri pensieri e scrivete una traccia di trama, cercate di capire di quali informazioni avete bisogno (se descrivete un matrimonio Maori dovete documentarvi in merito, non potete scrivere quattro informazioni orecchiate qua e là) e poi, una volta che tutto quello che vi serve è pronto, cominciate ad eseguire quello che io chiamo “download”, in pratica scaricate il testo che, a quel punto, è già pronto nella vostra mente. Per farti un esempio concreto: da pochi giorni ho cominciato un testo, ma prima ho letto oltre quindicimila pagine di materiale (per lo più sentenze), da settembre 2020 a gennaio 2021. Durante questo periodo, dedicato alla documentazione, NON ho scritto una parola ma ho accumulato oltre settanta pagine di appunti, spunti e informazioni.
D – La letteratura è un’opzione da scegliere a tutti i costi nella società del ventunesimo secolo?
R – La letteratura è un’opzione da scegliere sempre, in ogni periodo storico. Oggi poi, con la tecnologia imperante, sembra che la letteratura, ma io aggiungo la sua declinazione più diretta e alla portata di tutti, la lettura, non abbiano quasi più spazio e siano quasi un orpello ottocentesco approdato chissà come fino a noi. Ecco, in questa frattura, che qualcuno cavalca a scapito della lettura, io credo che si debba agire un pò tutti favorendo la lettura in ogni dove. La solita frase fatta è: cominciamo dalla scuola, che sembra un pò volersi deresponsabilizzare. Ma l’obiettivo dev’essere far amare i libri e la lettura. Ti cito un episodio che mi ha coinvolto. Ricordo la mia insegnante di italiano in seconda media che, un sabato mattina, entrò in classe e ci disse: << Oggi leggerò un brano di un libro … >>. Prese un libro dalla borsa, ricordo che era un libro scritto da un reporter, e il primo racconto trattava della guerra coloniale congolese, la ritirata dei mercenari inseguiti dalle forze lealiste. In classe non volava una mosca. Tutti noi, dopo poche parole, “eravamo in Congo” insieme ai mercenari inseguiti, malati, feriti, senza cibo e allo stremo delle forze. Il sabato dopo eravamo tutti pronti ai nostri posti, e la nostra insegnante lesse il secondo racconto che era ambientato in uno scavo archeologico in Messico. Un archeologo, con la sua squadra, stava cercando in un pozzo dei reperti Maya … nessuno di noi osò fare il minimo rumore. Risultato: nel giro di un mese tutti noi avevamo comprato il libro e l’avevamo letto da cima a fondo anche più volte. Avevamo dodici anni. Se la scuola vuole davvero può fare tantissimo, basta uscire dallo schema del solito libro di repertorio “che si deve leggere ad ogni costo”, che purtroppo funesta ancora le nostre scuole medie e superiori.
D – La Poesia e Ezio Gavazzeni.
R – Ho scritto poesia da ragazzo. Poi un giorno, all’età di tredici anni, mi è capitato in mano “Jukebox all’idrogeno” di Allen Ginsberg e la mia vita è cambiata, ma soprattutto ho chiuso con la Poesia. In seguito, ho avuto la fortuna di incontrare Ginsberg due volte nella mia vita, e la seconda sono riuscito a chiamarlo “Master … ” e gli ho stretto la mano. E’, e rimarrà, l’unica persona nella mia vita che ho chiamato Maestro.
D – Cosa salverà il mondo, secondo te, da una catastrofe planetaria reale o immaginaria? Davvero la Bellezza come dicono in molti?
R – La Bellezza è un termine molto vago e troppo relativo così legato alle epoche storiche, alle scuole di pensiero, al parere di qualcuno; no, credo che ci salveremo da qualsiasi catastrofe se sapremo compiere bene il nostro lavoro, qualunque sia, se faremo arrivare alle nuove generazioni che solo l’impegno può salvarci e salvarti come individuo. Ciò che questa generazione adulta potrebbe, e dovrebbe fare, è rendere questo mondo più a misura meritocratica e meno clientelare così da aprire la strada a chi dovrà arrivare. Solo il sapere accumulato e declinato in senso meritocratico può salvarci, se davvero dobbiamo immaginare una immane catastrofe all’orizzonte.
Francesca Rita Rombolà
Ezio Gavazzeni
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