“Le finestre di fronte” di Maria Rosaria Perilli: un romanzo da leggere, da gustare e da meditare

14 Giugno 2021

Una varietà composita e colorata di personaggi compongono la storia del romanzo “Le finestre di fronte” di Maria Rosaria Perilli edito da Nardini Editore, ma forse più che la storia sarebbe meglio dire le storie: tante piccole storie, diverse l’una dall’altra, storie di dolore, di sofferenza, di gioia, di entusiasmo segnate da passioni e da sentimenti, ciascuna animata di vita propria, ognuna con una sua precisa, toccante e talvolta anche scialba umanità accomunate, però, tutte da un palazzo (che è poi il luogo principale del romanzo) nei cui vari piani, appunto, abitano tutti loro: un palazzo sito in Borgo Santa Croce, praticamente il centro storico di Firenze.

In questo curioso palazzo vi abita la signora Camilla, vedova dell’amato Giorgio e brillante guida turistica in pensione della città; Viola, superba suonatrice di violino, insieme ad una madre, Angela, bellissima e “mangiauomini”, e ad un padre remissivo e silenzioso; Grazia, giovane sensibile, colta, madre di una bambina di cinque anni, Valentina, e sposata con Giacomo Manetti, poliziotto forse modello sul posto di lavoro ma brutale e violento in casa, che la picchia e la umilia in continuazione; vi arriverà anche Lorenzo, prendendo in affitto un appartamento, architetto rampante e dongiovanni incallito che si è momentaneamente separato dalla moglie Gaia e infine Arianna, scrittrice di successo, che sembra essere forse il perno del romanzo.

Cosa hanno in comune tutte queste persone? Forse niente e forse tutto. E, al di là del loro abitare nello stesso palazzo, un “filo rosso” sottile e sotteso coinvolge i loro destini, svolge, aggroviglia e dipana le trame, filo rosso rappresentato dalle finestre di fronte (giusto titolo del romanzo, che già contiene in sé il tutto in potenza) palcoscenico reale ed ideale affinché ogni tragedia, ogni commedia, ogni intreccio di recitazione si consumi e si completi. Viola vivrà i patimenti di una anoressia quasi mortale causata dal bullismo dei compagni di scuola e dal comportamento lascivo della madre e ne uscirà guarita; Grazia tornerà “libera” in seguito alla morte di Giacomo per infarto; Lorenzo si accorgerà di aver in fondo sempre amato Gaia e ritornerà da lei; la signora Camilla vivrà speranze alternate a delusioni; Angela non smetterà di portarsi a letto uomini giovani e attraenti; Arianna, alternando la sua vita tra Milano, l’amante Giovanni, avvocato di successo, il suo direttore editoriale Max, e Firenze nell’appartamento dei suoi genitori nel palazzo in Borgo Santa Croce, con un’immagine pubblica di scrittrice di successo ed una esistenza inconscia travagliata generatrice di strane e perniciose fobie che la tormentano segretamente, finirà per scoprire la verità su di sé che i ricordi di bambina hanno sollecitato da sempre e scriverà anche il libro che le porterà la fama internazionale.

Il romanzo è diviso in cinque parti, e ogni parte ha come titolo alcuni mesi dell’anno a partire da febbraio fino a fine maggio e infine, nella parte quinta, “Ancora maggio, sei giorni dopo”, la sua scrittura è scorrevole ma anche profonda, sa raggiungere punte di intensità espressiva davvero alte, e risulta ineccepibile nei passaggi descrittivi che non la fanno mai apparire troppo ridondante o noiosa; il suo stile narrativo è felice e dunque piace, e può piacere a qualunque lettore. “Le finestre di fronte” tratta anche temi di imponente attualità dai quali la società, il costume, la mentalità corrente non possono più prescindere, accantonare, nascondere, eludere o rifiutare e cioè la violenza sulle donne, il bullismo scolastico, l’anoressia giovanile, la solitudine, la diversità di genere, la divisione delle famiglie, la crisi di coppia. E Firenze, città d’arte e di bellezza, vibrante di strane e meravigliose armonie, vivace e fresca al giungere della primavera e al culmine dell’estate, fascinosa e frizzante in autunno, quieta e mai dormiente durante l’inverno, appare come uno sfondo ideale per l’uomo di ogni tempo che, però, vuole cogliere, e riesce a cogliere, la realtà e lo scorrere del tempo nei cambiamenti, spesso epocali, che ne seguono (e conseguono) senza tuttavia esserne sfigurato, sfregiato o schiacciato. Sì, penso proprio che “Le finestre di fronte” di Maria Rosaria Perilli sia un romanzo da leggere, da gustare e da meditare.

Francesca Rita Rombolà

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