La terra, l’acqua, l’aria, il fuoco.
La terra, fertile o sterile, dolce o aspra, coperta di erba verde e di fiori multicolori. La terra, con boschi e foreste, ghiacciai e montagne, deserti e rocce, con le sue bellezze e i suoi dolori, le sue meraviglie e la sua sofferenza. La terra, abitata da molte specie viventi. La terra amata e, allo stesso tempo, odiata dall’uomo. La terra, ispiratrice di sogni e di speranze, di promesse e di libertà. La terra, poesia che si concretizza in tutto ciò che respira e vive. La terra, anima del mondo e ascolto senza tempo dell’Essere. La terra, poesia sublime che si incarna in tutte le cose per parlare di poesia e per far conoscere la sua poesia nascosta.
L’acqua, sorgente profonda che segue il suo corso perenne, fonte di vita per ciascun vivente sia esso pianta, animale o essere umano. L’acqua, fluida e incolore, cristallina e fresca, quieta o impetuosa. L’acqua, elemento del profondo e che al profondo richiama per guarire le ferite dell’anima, per alleviare i dolori dello spirito e per calmare l’ansia frustrante dei corpi. L’acqua, elemento di purezza e di eccellenza che ha nella poesia il suo centro infinito, e scorre, scorre e si moltiplica, diventa fiume, lago, cascata, mare, oceano per alimentare tutto ciò che nasce e vive e vuole vivere. L’acqua, zampillare metaforico e inconscio della poesia nei cuori affranti e arsi che amano dissetarsi della parola che sgorga improvvisa da bocche travolte dall’estasi e dalla frenesia.
L’aria, impalpabile e invisibile, elemento volatile che fluttua e muta, fa palpitare e trasfigura ogni cosa. L’aria, alternarsi ciclico delle stagioni che schiudono i cieli al silenzio e al rumore ed elargiscono all’uomo la forza delle sue passioni al crocevia dei giorni e degli anni, danzando libere dalle catene del tempo foriero di distruzione e di morte. L’aria, poesia che al vento si volge per esistere in ogni momento e nel vento cammina per recare ovunque il proprio messaggio universale di amore, di pace, di fratellanza. L’aria, respiro e pianto, sospirare di amanti e di cuori solitari che cercano ancora l’impossibile su strade perdute e obliate nei luoghi imperscrutabili della memoria. L’aria, vagito primo di chi viene al mondo nel suo stato endemico di ludica innocenza, ultimo gemito o grido di chi lascia il mondo da innocente di ogni colpa che uccide e massacra armata di violenza.
Il fuoco, rosso e primordiale, scaturigine della civiltà e del libero pensiero. Il fuoco, che brucia e riscalda, raccoglie e disperde. Il fuoco, scintilla divina fin dalle origini del mondo. Il fuoco, essenza e luce che illumina le tenebre più fitte e rischiara il cammino del viandante nella notte incommensurabile del tempo. Il fuoco, enigma e mistero, furto celeste per indicare agli uomini la via del giorno nella selva intricata della barbarie. Il fuoco, sacralità dell’Arte in tutte le sue forme e stimolo nascosto di ogni manifestazione di saggezza. Il fuoco, levità e follia del poetare, vincolo supremo della poesia nel regno magico degli archetipi che vince la paura, il dubbio, la coercizione e libera la parola e il suo ascolto dai lacci mortiferi dell’ignoranza.
Francesca Rita Rombolà
P. S. – Buon Compleanno mia cara sorella
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