La scrittura di Mauro Germani in “STORIE DI UN’ALTRA STORIA”

21 Febbraio 2022

Il racconto breve nella letteratura italiana non ha mai veramente avuto tutta l’attenzione che merita e non ha mai avuto tanta fortuna da essere paragonato al romanzo o alla prosa in generale. Eppure il racconto breve può descrivere un microcosmo e può abbracciare insieme l’intero Universo. Nella sua brevità talvolta lampante, nella sua forma precisa e spesso schietta e spontanea si pone, a mio parere, come la metafora perfetta, o quasi, degli accadimenti, la piena e problematica riflessività dell’evento, e il momento – chiave sul senso ultimo della letteratura per la società e per l’uomo. Nel racconto breve ci può essere (e spesso c’è) anche saggezza ed esperienza narrativa, due qualità che, in fondo, mancano al romanzo anche quando forse viene considerato un capolavoro. E c’è, soprattutto, scavo psicologico; lo scavo interiore necessario a far emergere dalle abissalità oscure dell’inconscio tutto il rimosso dalla coscienza che può essere un condensato di detriti surreali, deriva dei sentimenti, delle passioni, dell’esistenza ma anche scrigno di ottima fattura che può contenere gioielli preziosi o addirittura perle esotiche e rare.

A me sembra sia questo il caso del volume di racconti brevi “STORIE DI UN’ALTRA STORIA” di Mauro Germani edito da Calibano Editore, gennaio 2022, che ho qui tra le mani e che ho appena finito di leggere. Non è in fondo una novità per me; conosco e apprezzo tantissimo la scrittura di Mauro Germani perché sa penetrare e giungere dove altre scritture non penetrano e non giungono, la sua incisività è ben calibrata e solida e, cosa principale, possiede una proprietà e uno stile ineguagliabili: l’immediatezza e la spontaneità nel raccontare che ben si abbinano alla massima capacità di introspezione e alla perfezione della lingua che si fa strumento privilegiato di creatività e veicolo principale per l’immaginazione. “La verità vi fa tremare,/la verità che adesso,/in questa strana/notte, riemerge/dal buio/e vi parla”. Sono le parole, o i versi, molto in vista sulla bellissima e centrata copertina di “STORIE DI UN’ALTRA STORIA”, quasi una sorta di monito al lettore accorto che si accinge ad aprire il libro e ad iniziare a leggere i racconti. Mistero, suspance, un qualcosa di imperscrutabile e anche di ineluttabile che aleggia fin dalla prima pagina del libro e si conclude, quasi a sorpresa, neanche con l’ultima pagina ma addirittura con l’ultima frase di “Il capolavoro” il racconto che chiude il volume, che è un minuscolo “capolavoro letterario”, e non soltanto di nome. Alcuni racconti sono immediati e diretti come un pugno nello stomaco che provoca reazione e catarsi ad un organismo altrimenti inerte e senza stimoli, ricordano tanto i diversi racconti brevi di Kafka i quali non rinunciano mai a stupire, a colpire e a diventare irresistibili. Ne è un esempio, forse, il racconto iniziale “Le partenze”, o anche “L’Ufficio Segreto” insieme a “Omicidio notturno”; è difficile scegliere fra i molti perché nessuno è da meno dell’altro e il piacere della loro lettura e gli interrogativi che pongono impediscono la possibilità di scelta, anzi non la pongono nemmeno. Non posso, ancora una volta, che dire un grazie sincero e con il cuore, con tutta la mia onestà intellettuale, a Mauro Germani per la sua scrittura, in primis, che si accompagna in modo felice alla giusta alchimia delle lettere e alla profusa creatività del proprio autore.

Francesca Rita Rombolà

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