Nato a Cassino nel 1981, Francesco Mascio è un chitarrista/compositore molto intraprendente, poliedrico ed estremamente interessante. Il suo ploying e il suo stile compositivo abbracciano svariati generi. Artista mosso da una curiosità sempre viva, molto incline alla sperimentazione, nell’arco della sua carriera Francesco Mascio ha condiviso palco e studio di registrazione al fianco di musicisti blasonati in ambito nazionale e internazionale quali Shawnn Monteiro, Crystal White, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro. La sua produzione discografica è molto varia, alcuni fra i suoi album: “Europa Jazz Quartet” (Zone di Musica, 2012); “Gang’s Spirit” (Emme Record Label, 2015); “Wu Way” (Filibusta Records, 2019); “Preview” (Italian Way Musica, 2020).
Francesca Rita Rombolà conversa di arte, musica, poesia con Francesco Mascio.
D – Francesco sei chitarrista e compositore, quale differenza sostanziale tra il suonare musica e il comporre musica?
R – In entrambi i casi parliamo di processi creativi ma se, nel suonare musica di altri, ci si trova ad affrontare l’inevitabile compito di immergersi nel mondo di chi ha scritto quella determinata musica come compositore si ha la possibilità di conoscere più in profondità se stessi, con la conseguente opportunità di scoprire il proprio mondo interiore, le proprie emozioni e i punti di vista che contribuiscono a creare il cammino di un artista.
D – Vuoi parlare un pò dei tuoi album?
R – Il primo lavoro, “Europa Jazz Quartet”, risale a circa dieci anni fa mentre l’ultimo album, “My Standard”, è stato pubblicato il 21 marzo di quest’anno. Questi album si trovano alle due estremità di un percorso musicale in cui l’elemento del jazz è sicuramente preponderante, anche se nel mezzo vi sono numerosissime sfumature stilistiche. “Mantras for a New Era” (2013) si rifà all’antica tradizione dei mantra; “Ganga’s Spirit” (2015) è ispirato alla musica indiana; “Jaggae” (2017) alla musica caraibica; “Wu Way” (2018) alle filosofie orientali in genere; “I Thalassa Mas” (2019) al Mediterraneo; “Live at Strike” (2019) è basato sul concept dell’improvvisazione radicale; “Preview” è più impregnato di sonorità world. E all’interno di ogni album non mancano brani che creano, a loro volta, ponti con altri stili musicali.
D – Come definiresti in modo specifico la tua musica?
R – Potrei definire la mia musica una sorta di crossover tra il jazz e tutto ciò che mi ispira. Ogni album e ogni composizione possiedono delle sfumature differenti, ma con la caratteristica comune di ottenere una musica libera in grado di riuscire ad accostare elementi tra loro diversi, talvolta addirittura antitetici. Sono fermamente convinto, infatti, che la musica abbia un forte potere unificante, e trovo questa caratteristica molto importante in quanto, al di là delle apparenti divisioni, tutto in realtà è Uno.
D – L’Arte in generale nel ventunesimo secolo per Francesco Mascio.
R – L’Arte non è una cosa semplice da definire. Tutto potrebbe essere considerato arte e, nello stesso tempo, nessuna cosa. Personalmente credo che l’Arte sia in ogni dove, e che l’artista abbia la responsabilità di essere sensibile al punto giusto da riuscire a scovarla, interiorizzarla per poi offrirla all’utente finale in una forma rinnovata e possibilmente sublimata. In questo ultimo periodo, percepisco che non si pensa più molto all’arte come a qualcosa in grado di poter assolvere alla funzione di elevare lo spirito. Per questo mi sento di condividere una bellissima frase attribuita al poverello di Assisi, la quale recita: << Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, la sua testa e il suo cuore è un artista >>.
D – Ami la Poesia? E cosa pensi della poesia?
R – Amo molto la Poesia al punto di averne scritte più di qualcuna. Credo che amare la Poesia sia sinonimo di amare la vita. Penso che la Poesia sia davvero insita in ogni cosa dell’Universo, e nel momento in cui si è in grado di amare tutto ciò che ci circonda si riesce a realizzare il significato profondo della nostra essenza: sperimentare e vivere in sintonia con la magia dell’Amore Universale.
D – Nuovi progetti discografici per te nel prossimo futuro?
R – Ci sono diverse composizioni nel calderone della creatività. L’idea più vicina è quella di pubblicare un singolo ma, nello stesso tempo, sto già pensando ad un nuovo album in cui parteciperanno numerosi ospiti provenienti da diverse parti del mondo (Irlanda, Iran, Senegal, Libia). Non nascondo, inoltre, che la mia grande passione per il jazz mi ha già indotto a ragionare su un “My Standard Vol. 2”. Insomma, la voglia di fare e di creare è davvero tanta ma, come diceva qualcuno, “lo scopriremo solo vivendo …”.
Francesca Rita Rombolà
Francesco Mascio
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