Marcella Nigro è nata a Modena nel 1969, ma è bolognese di adozione. Il suo esordio nel campo della scrittura avviene nel 2016 con il romanzo “L’intimo segreto di MacFinn” (Edizioni GDS). Nel 2018 pubblica “I segreti di Courtstone House” (Edizioni Croce). E’ presente nell’antologia di racconti brevi “#AmantiDistanti” con il brano dal titolo “Uno stupido DPCM”. Ha curato la realizzazione dell’antologia di racconti brevi “Condividendo il Decatesson 2020, tra intimi sogni e nude realtà” contribuendo anche con un racconto dal titolo “La donna sbagliata”. Per il romanzo “L’intimo sogno dei MacFinn” ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali il Premio Internazionale Montefiore – sezione Pianeta Donna” nel 2017, mentre per “I segreti di Courtstone House” ha vinto “L’Altamura Book Award 2018 Gialli al Femminile”. Ai romanzi “L’intimo sogno dei MacFinn” e “I segreti di Courtstone House” si ispirano i brani omonimi composti dal maestro Giosuè D’Asta disponibili sul sito www.giosuèdasta.com. Marcella Nigro interviene e organizza salotti, iniziative culturali e dibattiti atti a sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche di attualità quali il femminicidio e l’educazione civica, spesso in collaborazione con le istituzioni locali; è anche moderatrice di incontri con scrittori e artisti.
Francesca Rita Rombolà e Marcella Nigro conversano insieme.
D – Marcella, ci vuoi parlare dei tuoi scritti, in particolare dei tuoi romanzi?
R – Scrivo romanzi noir/erotici, e per questo motivo sono stata definita “innovatrice di un nuovo genere letterario”. Nel 2016 esce, in versione cartacea e e-book, il romanzo dal titolo “L’intimo segreto dei MacFinn”, Edizioni GDS; nel 2018 esce, in versione cartacea e e-book, il romanzo dal titolo “I segreti di Courtstone House”, Edizioni Croce. Entrambi sono ambientati ai giorni nostri in Scozia, e gli omicidi sono intervallati da scene erotiche di natura etero, lesbo e omosessuale. La mia struttura narrativa trae ispirazione da quella della regina indiscussa dei romanzi thriller, Agatha Christie; quindi tutto avviene all’interno di una cerchia ristretta di persone, in un delimitato spazio. L’assassino è uno di loro, e uno di loro ricopre il ruolo del detective che dovrà risolvere il mistero e che sarà da lui rivelato a tutti gli altri. Ho collaborato alla realizzazione di due antologie di racconti entrambe pubblicate nel 2020: la prima dal titolo “#AmantiDistanti”, Giraldi Editore, e il mio contributo ha il titolo di “Uno stupido DPCM”; in pratica è la storia di due amanti ai tempi del primo lockdown che, dopo molti tentennamenti, proprio in quel momento, hanno finalmente deciso di intraprendere una storia clandestina. La seconda raccolta di racconti ha come titolo “Condividendo il Decatesson 2020 tra intimi sogni e dure realtà”, Edizioni Laurita srls e, oltre ad esserne stata la curatrice, ho contribuito con un mio racconto dal titolo “La donna sbagliata”; anche in questo brano la protagonista inizia un rapporto con un uomo sposato, apparentemente nel modo più eccitante: restando bloccata con lui in ascensore …
D – Che posto occupa, secondo te, oggi la cultura in Italia? E’ ai primi posti nella società e nei pensieri delle persone?
R – La cultura da sempre rappresenta il fanalino di coda della nostra economia italiana, nonostante il vasto patrimonio che vanta e le numerose possibilità di investimenti economici. Credo che oggi, più che mai, chi si occupa di cultura lo faccia per passione; lo paragonerei a un amore non corrisposto e che forse, proprio per questo, così accorato e sentito. Credo sia fondamentale che la lettura, prima fra tutte, ricopra un ruolo indispensabile nella nostra quotidianità e, per questo motivo, ho dato vita, nelle principali città italiane, a salotti letterari interattivi. Il format è semplice: invitare a parlare del proprio libro uno o più autori anche contemporaneamente, naturalmente con un filo conduttore comune. Successivamente il pubblico interviene con propri punti di vista, riflessioni, commenti che, spesso e volentieri, risultano essere di natura diversa da quelli espressi dagli autori. A questo punto la discussione tra gli autori e il pubblico si anima, il confronto è alimentato da idee diverse e tutto ciò riporta in vita i salotti letterari del secolo scorso che furono fucine le quali forgiarono anche ideali e teorie economiche e sociali alle quali ancora oggi la nostra società civile attinge.
D – La donna scrittrice (ideale) per Marcella Nigro.
R – La donna scrittrice ideale per Marcella Nigro è quella che trasmette, coi propri scritti, in maniera schietta ed onesta, valori, convinzioni, che mette in crisi punti di vista perché cambiare idea è sinonimo di grande intelligenza e apertura mentale. Naturalmente la donna scrittrice ideale è anche quella che si contraddistingue nel panorama letterario e viene riconosciuta come tale.
D – So che sensibilizzi spesso l’opinione pubblica su tematiche quali il femminicidio. Che cosa proponi, o realizzi, nello specifico?
R – Esattamente. Il femminicidio è uno di quegli argomenti sensibili di cui non mi stancherò mai di parlare, ma soprattutto di dare voce a chi ha vissuto questa esperienza sulla propria pelle, oppure a chi vuole esprimersi al riguardo, sempre e comunque con lo scopo di confrontarsi e “spogliare” l’argomento dal tabù che lo riveste. La nostra intera esistenza, le nostre esperienze le ritroviamo nei libri sotto diverse spoglie, ed è per questo che anche le piaghe della nostra società, come il femminicidio, vanno lette, scritte per comprendere meglio quanto un libro sia vitale per noi. Per sensibilizzare l’opinione pubblica organizzo incontri a ingresso libero patrocinati dalle istituzioni locali con l’ausilio di libri, testi, giornali. Leggere è libertà. Leggere è ragionare con la propria testa, ripeto: non esiste un ambito della nostra vita che non si ritrovi nei libri. Inoltre, sono redattrice culturale anche per alcune emittenti radiofoniche con le quali realizzo programmi simili a quelli organizzati in presenza dove i radioascoltatori partecipano in diretta.
D – Dove è presente maggiormente la Poesia nei vari contesti di un popolo o di una comunità?
R – La Poesia è sempre stata considerata un genere di “nicchia” non amato da tutti. Se penso alla poesia mi vengono alla mente Alda Merini, Pablo Neruda, Giacomo Leopardi mostri sacri della letteratura, che sono molto lontani dai poeti di oggi. La poesia è soggettiva, ti arriva come un pugno nello stomaco oppure ti lascia indifferente. Oggi, più che un tempo, la Poesia la troviamo nella sofferenza, negli angoli bui della nostra anima, forse perché è una forma espressiva semplice ma, al tempo stesso, “elaborata”. I poeti sono sicuramente persone non in grado di esprimersi con altrettanta bellezza e facilità tramite altri generi narrativi. Quotidianamente mi vengono sottoposte poesie dai contenuti forti, emozionanti e molto spesso tristi. Sono, infatti, fermamente convinta che i più belli capolavori poetici nascano dal travaglio, dalla persecuzione, dall’oppressione, concetti che, dal punto di vista stilistico, sono molto apprezzati poeticamente perché, credo, sia il modo migliore per esprimerli e raggiungere i cuori e le menti dei lettori.
Francesca Rita Rombolà
Marcella Nigro
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