“Il cinema, ancora una volta, divulgatore di notizia e di civiltà”. Conversazione con Rocco Cosentino, regista, attore, scrittore

7 Luglio 2022

Rocco Cosentino è attore, regista, scrittore. Nasce a Bergamo nel 1958. Dopo la scuola di teatro frequentata a Milano, coadiuvata da stage e corsi professionali, intraprende l’attività professionale nel 1982. Per il teatro ha interpretato autori quali Ionesco, Beckett, Arrabal, prediligendo il teatro dell’Assurdo. Lavora con attori quali Turi Ferro, Giulio Brogi, Anna Campori, Nino Frassica. Nel 1989 fonda, a Firenze, l’A. S. T. A. R. – Associazione Toscana Artisti Riuniti – della quale è stato promotore e presidente. E’ stato punto di riferimento e di contatto tra artisti italiani ed europei di ogni tendenza e stile. Famose le due “Vetrine Firenze Arte” e “Vetrina Firenze Arte Europa” patrocinati da tutti gli enti pubblici di Firenze, da tutti i consolati europei e da quello degli Stati Uniti d’America dove ha curato l’organizzazione e la regia. Nella prima metà del 2008 realizza, come regista, due cortometraggi dal titolo “Ice Cream Culture” e “Raccomandata A. R.”. Sempre nel 2008, in qualità di regista, scrive e dirige il medio metraggio “Psiche”. Nel 2011 è regista del cortometraggio dal titolo “Fame d’amore”, e intanto pubblica il suo primo romanzo “Nel nome del Padre e della Madre”. Nel 2012 è regista del cortometraggio “la Pietra Verde”. Nel 2013 fonda l’Associazione culturale “Officina delle Idee” e realizza una serie di attività culturali di notevole importanza fra le quali il “Cittadella GeoFilmFestival” ad oggi alla 4° edizione con migliaia di film iscritti per l’assegnazione del Premio Internazionale di Cinematografia “The Golden Earth”. Nel 2017 presta la sua figura di attore per il cortometraggio “il Canto della Pioggia” diretto dalla regista siriana Roya Araruya. Nel 2019 scrive e dirige il docufilm “Violante Bentivoglio Malatesta e il Palazzo Pretorio di Cittadella”. Rocco Cosentino nel marzo 2022 pubblica il suo secondo romanzo “Viaggio all’Inferno”.

Francesca Rita Rombolà conversa, per poesiaeletteratura.it, di cinema, di teatro, dei suoi libri, di poesia con Rocco Cosentino.

D – La tua passione per il teatro dell’Assurdo, come nasce e quando nasce.

R – Certo non riesco a definire una data precisa di quando sono nati in me questa passione e questo interesse. Penso che possa risalire al momento in cui il regista Carlo Pontesilli, direttore della scuola di teatro che ho frequentato, ne ha cominciato a parlare durante le lezioni teoriche del programma di studio. Siamo, dunque, agli inizi degli anni Ottanta. Naturalmente, per approfondire e conoscere autori e drammaturgia, ho iniziato a leggere anche i testi di questi enormi autori della letteratura italiana e straniera: Dino Buzzati, Fernando Arrabel, Eugene Ionesco, Samuel Beckett senza dimenticare Franz Kafka, Jean Tardieu, Arthur Adamov e altri. Diversi sono stati altri drammaturghi accostati al genere. Achille Campanile, Harold Pinter, Jean Genet. La scoperta di scritti nei quali si veniva a modificare interamente la struttura drammaturgica “classica” e dove il pubblico in sala veniva trasportato in un tourbillon di “parole apparentemente casuali, senza senso e sganciate dalla realtà”, ha fortemente influenzato il mio pensiero e il mio interesse legati al senso stesso della vita dei personaggi che, in questo modo, entravano profondamente nella psiche delle persone che assistono allo spettacolo, o che leggono il componimento stesso. Una tra le più belle definizioni del teatro dell’Assurdo fu quella rilasciata da Samuel Beckett, autore di piece quali “Finale di Partita”, “Giorni Felici”, “Aspettando Godot”; durante un’intervista, un giornalista chiese al drammaturgo di descrivergli, appunto, chi fosse in realtà Godot. L’autore, con semplicità disarmante, rispose: << Se lo avessi saputo, lo avrei scritto nella commedia! >>. Ed è proprio questo che ha fatto sorgere in me la curiosità, l’interesse e la volontà di comprendere maggiormente il valore profondo di un diverso modo di scrivere che entra profondamente nel personaggio e lo rivela mostrando non solo i suoi sogni più profondi ma le proprie incongruenze fatte di paura, di sogni e, appunto, di “assurda, quanto apparente, follia”.

D – L’ultimo romanzo di Rocco Cosentino, “Viaggio all’Inferno”, è uscito da poco, vero? Di che cosa si tratta?

R – Il 21 marzo 2022, nella collana “Segreti in giallo & Belle Epoque, è stato pubblicato, dalla casa editrice PubMe, il mio secondo romanzo “Viaggio all’Inferno”. E’ un noir ispirato ad una storia vera di duecentonovanta pagine che affronta, con crudezza e realismo, un intricato rapporto tra i personaggi e l’ambiente in cui vivono, alcuni tra i più scottanti temi di attualità: la violenza contro le donne, sui minori, l’usura e, ancor più, la difficoltà di vivere i rapporti d’amore che spesso diventano veri e propri incubi. Questa, in breve, è la sinossi: dopo quasi dieci anni dal precedente matrimonio, miseramente fallito anche  a seguito della nascita di sua figlia Beatrice, Stefania incontra Gregorio. Nonostante qualche titubanza, cede al corteggiamento di quell’uomo e lo sposa. Questo sarà, per lei e la bambina, l’inizio di un drammatico e terrificante “Viaggio all’Inferno” che le porterà alla totale distruzione, coinvolgendo inevitabilmente tutti coloro che gravitano intorno alla loro vita. Ma qualcosa succederà affinché, entrambe in modo diverso, intraprenderanno il difficile e doloroso viaggio di ritorno. <<Siamo molto orgogliose di aver dato alle stampe un libro che pone l’accento su una tematica quanto mai attuale. In un periodo in cui si sente forte il bisogno “di non voltarsi dall’altra parte” ma di aprire gli occhi e condannare fermamente la violenza, la nostra collana propone un romanzo che vuole essere un invito alla riflessione ed al confronto, oltre che a un racconto letterario delicato e coinvolgente >>. Così si esprimono le direttrici editoriali. Ambientata nella provincia campana, l’opera traccia percorsi umani differenti sospesi tra violenza e abusi, affetti familiari e amicizie. Un dramma moderno che appare come sospeso in un tempo indefinito, a sottolineare l’universalità della vicenda. Attraverso una scrittura cinematografica, essenziale e d’impatto, le varie “scene” si riempiono di una straordinaria emotività, realizzando il noir dalle atmosfere torbide in cui la corruzione morale troverà giustizia “in luoghi inimmaginabili”. “Viaggio all’Inferno” ha già richiamato un notevole interesse di lettori e di critica. Di grande impatto sono le quattro prefazioni che introducono alla lettura ed esprimono il pensiero di alcuni importanti professionisti delle diverse categorie di appartenenza: Ruggero Chinaglia, medico cifrematico e presidente dell’Associazione Cifrematica di Padova; Maria Ciccotta, medico in formazione specialistica; Stefania Monica Bertoldi, avvocato del Foro di Treviso e Magistrato Onorario della Procura di Padova e Manuela Tempesta, regista Rai, Rai Cinema e sceneggiatrice. Di grande pregio è la copertina, impreziosita dall’opera pittorica del maestro Antonio De Paoli, realizzata appositamente per il romanzo.

D – Il cinema italiano e internazionale oggi secondo il regista e attore Rocco Cosentino.

R – Domanda interessante che certo prevede una risposta piuttosto impegnativa. Generalmente non amo ergermi a critico d’arte né, tantomeno, a critico cinematografico. Certo è che, in questi ultimi anni, il cinema italiano ha subito una battuta d’arresto sia nella produzione che nella progettazione di opere degne di questo nome. La difficoltà nel reperimento di fondi, l’aridità di proposte e l’assoluta concentrazione nelle mani di pochi script hanno, secondo il mio punto di vista, fatto terra bruciata. Come ormai accade da molti anni, giovani scrittori e giovani registi arrancano, quasi come in una palude infestata da sabbie mobili, per riuscire a proporre i loro lavori, la loro professionalità e la loro voglia di mettersi in discussione. Senza possibilità di essere smentito, urge un radicale cambiamento di rotta che vada a scardinare vecchi portoni di castelli inaccessibili e logiche clientelari ormai ataviche. Ritengo che, con molta probabilità, anche il cinema internazionale subisca l’influenza di questi costrutti politico – economici, ma certo compete in maniera assolutamente spropositata con quello italiano; diversi i valori in gioco. Ma, quasi come consolazione, possiamo vantare indiscutibilmente una storia del Cinema senza pari.

D – Che cos’è, nello specifico, il “Cittadella GeoFilmFestival” da te ideato e portato avanti?

R – Attraverso l’Associazione culturale “Officina delle Idee”, della quale sono presidente, abbiamo realizzato, con il patrocinio del comune di Cittadetta (PD), della Regione Veneto e della Provincia di Padova, la Quarta Edizione de “Il Cittadella GeoFilmFestival – Il Cinema degli Elementi, Premio Internazionale di cinematografia “The Golden Earth”, quest’anno alla Quarta Edizione e del quale sono direttore artistico. Il GeoFilmFestival si propone a tutti gli operatori, film maker e al grande pubblico come competizione e innovazione proprio per il tema trattato: l’ambiente. Terra, acqua, fuoco, aria sono gli obiettivi nella realizzazione e produzione di medio – cortometraggi. Quindi, il Cinema degli Elementi per il quale ognuno di noi è chiamato a partecipare e a farne un traguardo professionale, sociale e morale. Il cinema, ancora una volta, divulgatore di notizia e di civiltà. Unitamente alla divulgazione culturale con la proiezione cinematografica, il GeoFilmFestival – il Cinema degli Elementi collegati alla propria attenzione alle problematiche ambientali del mondo. Enorme è stata l’adesione alle passate edizioni (oltre settemila i film iscritti) con una grande partecipazione attiva di registi, attori, produzioni nazionali e internazionali.

D – Dai tuoi due romanzi, “Nel nome del Padre e della Madre” e “Viaggio all’Inferno”, sarà in futuro tratto un film? Sarebbe interessante poter vedere la tua scrittura che prende forma sul grande schermo, o sul piccolo schermo.

R – La scrittura, e la struttura, dei due romanzi è stata volutamente realizzata “strizzando l’occhio” ad una sceneggiatura cinematografica. Tutti gli elementi costitutivi vanno in quella direzione. Questo per piacere personale, per orientamento professionale ma, certo, anche con il pensiero rivolto alla possibile realizzazione di un film tratto da questi scritti. Esistono, senza dubbio, mille difficoltà e ostacoli nella trasformazione di un libro in una pellicola, ma sono fiducioso che i temi trattati, i calibrati personaggi, il riferimento a storie realmente accadute, dalle quali sono stati tratti, possano permettere, a questi romanzi, di trasformarsi da crisalidi in farfalle ed entrare, a pieno titolo, in una sala cinematografica. Ed è per questo che ci sono già contatti con professionisti del settore per valutare questa interessante ipotesi.

D – I poeti e la Poesia per un artista – personaggio come Rocco Cosentino.

R – Molto difficile formulare una risposta a questa domanda. Rimembrando i ricordi scolastici, l’accostamento ai poeti e alla poesia in generale, è sempre stato piuttosto difficoltoso e, forse, poco affascinante. Ma certo è che, quasi magicamente, appena mi sono imbattuto in personaggi del calibro di D’Annunzio, Lorca, Majakovskij, Manzoni, Dante, Pasolini, Neruda, Gibran e altri le ombre si sono diradate e la luce è apparsa. Non prediligendo direttamente la Poesia, ma propendendo più per la drammaturgia teatrale, la scrittura in prosa e i componimenti letterari, ho certo cercato di approfondire e studiare l’uso delle parole che, sapientemente utilizzate, possono, in rima o meno, arrivare parimenti all’anima e al cuore di ognuno di noi.

Francesca Rita Rombolà

Rocco Cosentino

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