Ho appena finito di leggere il libro di Matteo Maria Bonani, “OCEANO IRRAZIONALE – Cronache di uno psicoterapeuta” (MAUNA LOA Edizioni, 2022). Un libro piuttosto interessante e, direi, appassionante. Oltre a definirlo una specie di avventura personale, che ha inizio dalla nascita dell’autore, la seconda parte si snoda in un percorso doloroso e di sofferenza nella condizione umana riguardo la malattia mentale e culmina con la coscienza di Matteo Maria Bonani il quale ha finalmente raggiunto la meta che forse non si prefissava in modo esplicito dal principio; o forse, decisamente, sì.
Non è stato facile vivere e lottare per vivere (non lo è quasi mai per nessuno). Le difficoltà della vita sono sempre tante, di varia natura e spesso addirittura letali. Riuscire a trovare un pò di luce alla fine del tunnel non è mai del tutto scontato e comporta dei pericoli insieme a cadute e ricadute che ti formano e ti rafforzano spiritualmente certo, ma che ti possono anche piegare e catapultare in un vortice psichico di non – ritorno. Mentre proseguivo con la lettura delle pagine di “OCEANO IRRAZIONALE”, non ho potuto fare a meno di pensare al “demone” di James Hillman, cioè alla grandiosa scoperta che lo studioso ha dato ad una psicologia troppo schematica, chiusa e razionale anche per quel che riguarda le cose più eteree e immateriali dell’essere umano. Il daimon hillmaniano è quella voce – presenza interiore che ci consiglia, ci guida, ci suggerisce fin dall’infanzia, ci rende rivoluzionari e anarchici, folli o lucidi, riflessivi e pieni di inquietudini, pensanti e, allo stesso tempo, come stelle danzanti che rispondono agli impulsi del cuore fino a quando il tempo si è compiuto, il frutto è maturato con il sole cocente, la pioggia intensa, le raffiche di vento fortissime, il freddo micidiale … e il “brutto anatroccolo” è finalmente diventato un bellissimo cigno regale.
Matteo Maria Bonani è diventato psicoterapeuta, forgiato da esperienze estreme in tale campo, seguendo la voce – guida del suo daimon fino in fondo in quanto non si è mai fermato di fronte alle difficoltà, non si è mai arreso nelle battaglie più dure e più “psicologicamente sanguinarie”, riportando vittorie importanti su se stesso, in primis, e con le persone (l’altro) che ha guardato con “occhi penetranti e umani scavando nella loro anima sconvolta”. Un brano del libro, tratto dal sesto capitolo dal titolo “Primi passi nel Tutto”, a pagina 69, credo sia eloquente e insieme portatore di una didattica psicologica improntata all’umiltà, alla semplicità, all’essenziale, all’umano percepire profondo: “( …) Possiamo studiare tutte le teorie scientifiche esistenti, ma se non cogliamo l’atmosfera tra noi e chi abbiamo di fronte, il riverbero delle sue ferite esistenziali e dei suoi drammi personali, se non riusciamo a modulare il nostro ritmo al suo nel parlare e nel muoverci, sarà molto difficile incontrarlo. E non vi è una procedura standard che valga sempre, non basta essere disponibile, delicato, rassicurante. A volte serve essere fermi, distaccati, altre vicini e caldi; occorre saper pensare e valutare ma, nello stesso tempo, metter da parte ciò che si pensa e si sa e cercare le condizioni migliori per avvicinarsi a chi sta male. Tutto questo costituisce una competenza clinica fondamentale”.
Questa mirabile strada in salita, in arrampicata, tra voragini e abissi si concluderà con l’arrivo più audace e più appagante, cioè con l’iniziazione sciamanica in Sud America che per Matteo Maria Bonani, come uomo e come psicoterapeuta, rappresenterà il contatto più profondo e più intimo con le sorgenti primordiali della vita e della morte. Riporto, di seguito, il canto per cerimonia sciamanica, composto da Matteo Maria Bonani e da sua moglie, che chiude il volume “OCEANO IRRAZIONALE – Cronache di uno psicoterapeuta:
Dalla Cima di Questa Montagna
Siedo sul ciglio del precipizio.
La foresta è bellissima vista da qui.
Come le piante laggiù
affondo le mie radici nella madre terra
accolgo … trasformo … cresco.
Alzo lo sguardo al cielo.
Le nuvole si formano e si dissolvono all’infinito …
Comprendo.
Chiudo gli occhi in questo spazio espanso …
Fuori dal tempo
sospeso tra il mondo di fuori e quello dentro,
tra il mondo di sopra e quello di sotto …
Silenzio.
Ecco il vento: brivido lungo la schiena.
Respiro …
Sono vivo.
Mi unisco al fiume laggiù
come il serpente scendo nel ventre di Pachamama.
Fluisco … mi muove qualcosa che non conosco
muoio … e rinasco.
Un falco volteggia sopra di me:
ti saluto fratello … fratello che mi insegni il volo
a lasciarmi andare senza paure … a fidarmi delle mie ali.
Grazie Grande Spirito. il mio cuore batte con il Tuo
danzo alla musica dell’Universo
piango di gioia … sono libero adesso
Grazie Sagrada Medicina,
maestra che mi insegni a non resistere
alla potenza del mare
alla saggezza dell’Infinito
alla mia forza.
Ho camminato tanto nella selva dei miei sentimenti.
Ho avuto paura di non sapere … di non capire …
di non riuscire … di impazzire.
Ma ora sono giaguaro, calmo e potente.
La foresta è la mia casa … il cielo il mio orizzonte.
Ho pochi compagni in questo cammino.
Ora conosco la vera amicizia.
Ogni passo è sacro sul sentiero rosso del cuore.
L’unica via per me adesso è amare
come la natura,
madre che accoglie e trasforma ogni dolore
ogni dubbio si dissolve come neve al sole.
Non ha limiti la mia coscienza
la mia coscienza non è mia
io sono coscienza
ma “io” non esiste.
Sono tutto
sono uno
sono innocenza
sono bellezza
infinito silenzio che pulsa
Grazie Foresta
la mia casa è qui
la mia famiglia è qui
non cerco più risposte
non ho bisogno di farmi alcuna domanda
vivo libero il mio sogno
sono sveglio
e l’orizzonte è bellissimo
dalla cima di questa montagna.
Francesca Rita Rombolà
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